Cantanti e cantautori che dipingono. Augusto Daolio, i quadri surrealisti del compianto fondatore dei Nomadi

Daolio, oltre ad essere un talentuoso musicista, si cimenta anche come pittore e scultore autodidatta. Nel 1991, tiene la sua prima mostra personale a Novellara, esponendo i suoi quadri. Dopo la sua scomparsa, le opere vengono spesso esposte in mostre organizzate dall'associazione "Augusto Per La Vita", fondata dalla compagna Rosanna Fantuzzi. L'associazione utilizza le offerte devolute da amici e fan per sostenere la ricerca oncologica e la formazione di medici specializzati.

Fondatore e voce dei Nomadi, Augusto Daolio (Novellara, 1947-1992) è stato anche un eccellente pittore e disegnatore di radice surrealista. «Ho sempre ascoltato molto, guardato, osservato, e mi sono sempre lasciato sedurre dalla natura, sentendomi parte di essa. Fisicamente, voglio dire.Ho provato stordimenti e capacità visionarie. Mi sono abbandonato agli odori della terra, dell’erba, della corteccia degli alberi. La mia piccola natura sente tutto lo sconvolgimento di un temporale di primavera». L’urgenza di raccontare questa “condizione” e l’interesse, emerso in tenera età, per il disegno lo hanno portato a concepire, nella sua breve ma luminosa vita, le opere esposte in mostra. Ai dipinti dell’artista, nell’estate 2022, è stata dedicata una mostra, a Ferrara, nella Palazzina Marfisa d’Este.


La principale fonte d’indagine e d’ispirazione di Daoolio è la natura, intesa come insieme di tutte le cose che nascono, vivono e si trasformano, uomo compreso, «non sempre visibile» nei suoi «spaesati» paesaggi, «ma che», sottolineava, «sa mescolarsi alle cose, scambia i ruoli, diventa cavallo e albero». L’artista illustra un mondo onirico, magico, fortemente evocativo e simbolico, nel quale si coglie una personale riflessione sul rapporto e la continuità tra uomo e natura, sulle connessioni e le affinità tra gli esseri viventi e inanimati, e sulla stupefacente, travolgente, e ineffabile, bellezza del creato. Realtà e fantasia si fondono in immagini accuratamente delineate con le quali Daolio indaga ciò che chiamava «il piccolo grande mistero delle cose, degli oggetti
e dei sentimenti […] del tempo di sempre».

Augusto Daolio (Novellara, 18 febbraio 1947 – Novellara, 7 ottobre 1992) è stato un cantautore italiano, cofondatore del gruppo musicale Nomadi insieme a Beppe Carletti.

Nella sua adolescenza, Augusto Daolio fonda con Beppe Carletti il primo gruppo, i Monelli, con cui inizia a guadagnare una discreta fama a livello locale. Nel 1963, insieme a Franco Midili, Leonardo Manfredini, Gualberto Gelmini e Antonio Campari, dà vita al gruppo dei Nomadi.

Il gruppo diventa uno dei più importanti nella storia della musica italiana, con Daolio come cantante e leader. Nel corso degli anni, i testi delle sue canzoni assumono un carattere sempre più politico, e la sua voce subisce un cambio strutturale, diventando più intensa ed espressiva.

Daolio, oltre ad essere un talentuoso musicista, si cimenta anche come pittore e scultore autodidatta. Nel 1991, tiene la sua prima mostra personale a Novellara, esponendo i suoi quadri. Dopo la sua scomparsa, le opere vengono spesso esposte in mostre organizzate dall’associazione “Augusto Per La Vita”, fondata dalla compagna Rosanna Fantuzzi. L’associazione utilizza le offerte devolute da amici e fan per sostenere la ricerca oncologica e la formazione di medici specializzati.

Nel 1972, Daolio incide un 45 giri da solista intitolato “Una ragazza come tante”, colonna sonora del film “La ragazza di via Condotti”. Nello stesso anno, la canzone “Io vagabondo” diventa il simbolo dei Nomadi e del loro leader, che si identifica profondamente con questo brano.

Nel 1992, le condizioni di salute di Daolio iniziano a peggiorare, e gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni. La notizia della morte del suo amico e collaboratore Dante Pergreffi in un incidente stradale il 14 maggio dello stesso anno colpisce profondamente Daolio. A partire dall’estate di quell’anno, le sue condizioni si aggravano ulteriormente.

Augusto Daolio muore il 7 ottobre 1992, all’età di soli 45 anni, lasciando un’impronta indelebile nella storia della musica italiana. Riposa nel cimitero della sua Novellara.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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