Un altro deposito archeologico di oggetti di bronzo è stato trovato in queste ore da detectoristi con autorizzazione governativa. In un bosco della Polonia, in un buco, al limitare del bosco, e nell’area circostante, sono stati scoperti numerosi bracciali e braccialetti, falci e asce, realizzati durante l’Età del Bronzo. Un tempo materiale prezioso, così da essere nascosto, come un piccolo tesoro.
Nei giorni scorsi la sede della delegazione WUOZ – l’ufficio per la conservazione dei Beni culturali e delle antichità – a Gorzów Wielkopolski ha ricevuto la notifica della scoperta di oggetti dell’età del bronzo da parte dell’associazione Drossen Lubuskie. Gli oggetti sono stati scoperti nell’ambito di una ricerca effettuata con il metal detector, per la quale l’associazione aveva ottenuto il permesso da parte del Conservatore provinciale dei monumenti di Lubusz.
Il “deposito sparso” di oggetti è stato scoperto nel distretto di Słubice. L’area è stata oggetto di un sopralluogo degli archeologi che hanno accertato che si trattava di un deposito di materiali e che nelle immediate vicinanze non sono rilevabili – almeno per ora .- tracce di tombe o di edifici di culto. La zona è stata comunque inserita nella mappa archeologica e non sarà più possibile cercare con metal detector o scavare. Altre indagini saranno condotte da specialisti.
Il deposito di oggetti in bronzo consiste in 3 falci, 2 asce, 4 braccialetti (di cui 3 decorati), 6 anelli, 2 frammenti di un asta, e un frammento di spillone di bronzo. Del deposito facevano anche parte residui di fonderia. Probabilmente il materiale era stato accumulato per il valore intrinseco del bronzo. Gli oggetti, che presentano segni di usura, potevano essere stati accantonati per poi essere ceduti come bronzo ed essere rifusi. La morte di chi aveva scavato ha poi cancellato per migliaia di anni il ricordo quell’antico accumulo. Per quanto concerne la dispersione su un’area più vasta rispetto al buco scavato, bisogna tener conto del dilavamento, di smottamenti, dell’azione di animali selvatici alla ricerca di tuberi e radici nonché di possibili attività agricole, svolte nel tempo.
I reperti saranno trasferiti in un museo. Dall’autorizzazione di ricerca sono stati esclusi i luoghi in cui sono stati rinvenuti i reperti e in futuro si prevede di effettuare le necessarie ricerche di verifica e di inserire i siti appena scoperti nel catasto provinciale delle aree vincolate archeologicamente..
“Ciò che è degno di nota è l’atteggiamento esemplare dei membri dell’associazione Drossen Lubuskie, che, in conformità con le condizioni di autorizzazione, hanno immediatamente informato i servizi di conservazione della scoperta degli oggetti e li hanno messi in sicurezza fino all’ispezione”. ha detto l’autorità archeologica comprensoriale.