Nelle recentissime ricerche archeologiche condotte in Sassonia-Anhalt, in Germania, è emerso un interessante ritrovamento risalente a circa 4.200 anni fa nel periodo neolitico: la “tomba di un revenant”. Questo importante ritrovamento è avvenuto durante gli scavi presso Oppin nel Saalekreis, condotti in previsione dell’ampliamento della linea elettrica Südostlink. L’area circostante sarà soggetta a ulteriori indagini archeologiche fino al 2025. La tomba contiene i resti di un individuo, considerato un “revenant”, cioè “morto che ritorna” appartenente probabilmente alla cultura del vaso campaniforme.
In antichità, c’era una diffusa paura che i defunti potessero liberarsi dal terreno della tomba e risalire per vendicarsi o fare del male ai viventi:, e la gente cercava di prevenirlo ricorrendo alla magia, congiunta ad interventi “meccanici” di detenzione del defunto. L’intervento era tanto più “coercitivo” quanto più, in vita, l’uomo si fosse manifestato malvagio o fosse stato in grado di mettersi in contatto con mondi che potremmo oggi definire di categoria demoniaca. La posizione e gli oggetti ritrovati nella tomba indicano un tentativo di impedire al defunto di tornare in superficie: il corpo dell’uomo, di circa 40-60 anni, è stato trovato sdraiato sul fianco sinistro con le gambe piegate, e sotto di esse giace una grande pietra, presumibilmente collocata per impedire il suo ritorno.
Secondo gli esperti, il defunto potrebbe essere stato emarginato o affetto da una malattia grave che fosse interpretata come manifestazione delle forze maligne, come suggerisce la presenza della pesante pietra sopra le sue gambe. Questo ritrovamento potrebbe rappresentare la prima tomba di questo genere risalente a quell’epoca nella Germania centrale, sebbene sia necessario effettuare ulteriori analisi per una datazione precisa.
Le credenze riguardo ai revenant erano diffuse già nell’età della pietra, e si riteneva che i morti potessero tentare di liberarsi dalle loro tombe. Alcuni corpi venivano addirittura sepolti a pancia in giù o trafitti con lance per impedirne il ritorno in superficie, come dimostrano altri ritrovamenti archeologici.
Gli scavi archeologici precedono l’ampliamento della rete elettrica Südostlink, che attraverserà un tratto di circa 150 chilometri in Sassonia-Anhalt e sarà completato entro il 2025. Questa infrastruttura, lunga complessivamente 540 chilometri, consentirà il trasporto di energia eolica dalla Germania settentrionale alla Baviera con minori perdite, poiché la maggior parte dei cavi sarà posata sotto terra.