Un mucchio di pietre messe in circolo. Scava, scava. Ehi, Rachel, che ci fai, li sotto? Cos’è, dov’è. I misteri del vallo

Il mucchio di pietre, prima dello scavo e il ritrovamento @ Foto: Magna/Vindolanda

Qualcuno, all’inizio, ha pensato che fosse un focolare, Ma la sezione perfettamente circolare porta in altre direzioni. Non è restato che scavare. Ed ecco che il manufatto ci accompagna in una crescente profondità. Riusciremo a raggiungere il livello romano? La struttura in pietra è attorniata da una gabbia di legno, verticale, che originariamente, deve aver aiutato a compiere i lavori.

Negli ultimi giorni, presso il sito archeologico di Magna, sul Vallo di Adriano, in Inghilterra, vicino a Vindolanda, un team di volontari ha così ripreso le indagini su un antico pozzo rivestito in pietra. Questo pozzo era circondato da un grande cumulo di pietre che domina la trincea di scavo. Gli archeologi hanno rimosso le pietre e stanno scavando. Sarà stato realizzato dai romani o successivamente? Oppure – altra ipotesi da esplorare – siamo di fronte a un pozzo realizzato in tempi antichissimi e riattato nei secoli successivi?

Attualmente, dopo l’impegno di scavo, il pozzo misura 2,87 metri di profondità e, per proseguire l’indagine, è stato necessario decostruire alcuni punti, per procedere, più sotto. L’obiettivo è raggiungere la base, un’operazione complessa ma affascinante che sta rivelando dettagli costruttivi unici.

Secondo Rachel, una delle volontarie che sta lavorando sul campo, scavare questo pozzo non è solo una questione di esplorazione archeologica, ma anche un viaggio nel tempo, alla scoperta di tecniche costruttive antiche e delle successive trasformazioni del sito nel corso dei secoli.

Il racconto di Rachel

Rachel, archeologa volontaria, ha fornito un quadro vivido del lavoro svolto sul pozzo:

“Se siete usciti a visitare i nostri scavi negli ultimi giorni a Magna, presso Vindolanda, potreste aver notato dei volontari che scomparivano in un grande buco nel tumulo che occupa la maggior parte della nostra trincea. È qui che abbiamo ripreso le nostre indagini su un pozzo rivestito in pietra che il tumulo circonda. Attualmente misura 2,87 m di profondità e abbiamo dovuto iniziare a decostruire i corsi superiori di pietra per continuare a scavare l’interno nella nostra ricerca per raggiungere la base.”

Rachel ha descritto l’emozione di scavare attraverso i secoli, osservando da vicino i dettagli della muratura e scoprendo una struttura lignea ben conservata che circonda il rivestimento in pietra. Questa scoperta ha portato una nuova comprensione delle tecniche utilizzate per costruire il pozzo:

“Abbiamo scoperto una struttura in legno ben costruita che circonda il rivestimento in pietra del pozzo, con travi orizzontali e verticali interconnesse simili a una capanna di tronchi, che sarebbero state inserite nel taglio di costruzione per rinforzare i lati e consentire che il rivestimento in pietra fosse costruito più facilmente. Alcune di queste travi sono sufficientemente conservate da poter ancora vedere i segni degli utensili su di esse!”

Le scoperte si estendono oltre la costruzione stessa, poiché il pozzo fornisce anche indizi sul suo utilizzo in epoche successive:

“Oltre a cercare di raggiungere il fondo del pozzo, speriamo anche di confermare finalmente quando è stato costruito. Finora, tutte le prove puntano al XVIII o XIX secolo, quando il sito era una fattoria in attività, perché la piccola quantità di ceramica che abbiamo trovato nel pozzo risale a questo periodo.” Ma si deve procedere oltre. Gli strati inferiori potrebbero riservare vere sorprese.

Il pozzo di Magna: uno sguardo al passato e al presente

Gli scavi su questo pozzo, pur indicando un possibile utilizzo in epoche più recenti, fanno parte di un più ampio progetto che cerca di comprendere come le comunità successive abbiano utilizzato e interagito con i resti romani. L’obiettivo è quello di raccontare la storia completa di Magna, dai tempi antichi fino all’era moderna, esaminando l’evoluzione del paesaggio e le stratificazioni storiche.


Il Vallo di Adriano: una meraviglia dell’ingegneria romana. Dal pozzo alla struttura intera dell’opera difensiva

Cos’è il Vallo di Adriano?

Il Vallo di Adriano è una delle opere più imponenti dell’architettura militare romana in Britannia. Si tratta di una fortificazione lunga 117,5 chilometri, costruita tra il 122 e il 128 d.C. durante il regno dell’imperatore Adriano. Lungo il percorso del vallo, si trovano forti, torri di guardia e fortini minori, che servivano a controllare il confine settentrionale dell’Impero romano e a regolare il flusso di persone e merci tra la provincia romana e le terre degli antichi popoli britannici.

La costruzione e l’utilizzo del Vallo

Il Vallo di Adriano fu concepito come una barriera difensiva, progettata per proteggere l’impero dalle incursioni delle tribù che abitavano l’attuale Scozia. Tuttavia, non si trattava solo di una muraglia: il vallo fungeva anche da punto di controllo per il commercio e da base logistica per l’esercito romano.

La struttura era costituita da un muro in pietra e torba che si estendeva da Wallsend sul fiume Tyne, a est, fino a Bowness-on-Solway, a ovest. L’altezza del muro variava, ma poteva raggiungere i 6 metri. Il muro, infatti, era originariamente progettato per essere alto circa 4,5-6 metri, mentre lo spessore del muro variava da circa 2 a 3 metri, a seconda delle sezioni. Il muro più spesso si trovava nelle prime sezioni costruite in pietra, che potevano raggiungere anche i 3 metri di spessore, mentre in altre aree più lontane poteva ridursi a 2 metri.

Oltre al muro, il sistema difensivo includeva un profondo fossato e una strada militare (la Stanegate), che correva parallela alla muraglia.

Il ruolo strategico e la vita lungo il Vallo

Lungo il Vallo di Adriano si trovavano numerosi forti, tra cui il celebre forte di Vindolanda, che forniva supporto logistico e militare alla guarnigione romana. I soldati stanziati lungo il vallo non solo difendevano il confine, ma svolgevano anche compiti amministrativi, come la riscossione delle tasse e il controllo dei commerci. Scavi recenti a Vindolanda hanno rivelato testimonianze uniche della vita quotidiana dei soldati, inclusi documenti scritti, calzature, attrezzi e persino oggetti personali come giocattoli per bambini.

La presenza romana sul vallo continuò per oltre 300 anni, anche se la sua importanza strategica variò nel tempo. Con la crisi dell’impero e il ritiro delle legioni dalla Britannia nel V secolo d.C., il vallo cadde gradualmente in disuso.

Il Vallo oggi: Patrimonio dell’Umanità

Oggi, il Vallo di Adriano è uno dei siti archeologici più visitati del Regno Unito e un patrimonio mondiale dell’UNESCO. Le rovine dei forti, dei fossati e delle torri di guardia attirano studiosi e turisti da tutto il mondo. Gli scavi e le ricerche continuano a portare alla luce nuovi dettagli sulla vita e sull’organizzazione del confine romano in Britannia, offrendo una finestra unica su uno dei periodi più affascinanti della storia antica.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa