“Sono maschere dei bambini”. “Macché sono d’oro e sono antiche”. Cosa ha trovato la polizia. Epoca e oggetti

I lamierini d’oro presentavano vecchi colpi. Ma nell’insieme gli oggetti ricordavano le maschere funerarie antiche e quello non era latta dipinta. Il tombarolo si è difeso, dicendo che erano giochi di bambini, ma le sue giustificazioni non hanno retto.

In una straordinaria operazione condotta nella provincia di Bushehr, nel sud dell’Iran, la polizia ha annunciato il recupero di preziosi manufatti antichi appartenenti alle epoche elamita e partica. Il bottino include due maschere d’oro risalenti al periodo pre-achemenide e tardo elamita, oltre a una ciotola, statue e diversi pezzi di ceramica dell’epoca partica, tutti con un’età di oltre 2.000 anni.

Il recupero dei beni trafugati

Secondo quanto riportato dal capo della polizia provinciale, Esmaeel Sajjadi-Manesh, le antichità sono state intercettate durante un’operazione sotto copertura che ha seguito i trafficanti di manufatti dalla provincia di Bushehr fino alla città di Shiraz, dove i beni stavano per essere venduti illegalmente. La polizia ha arrestato i responsabili e ha restituito i reperti a Bushehr per un’analisi approfondita.

Tra gli oggetti più significativi recuperati, spiccano due maschere d’oro, il cui valore è stato stimato in diversi miliardi di toman (circa 50.000 dollari al momento dell’operazione). Queste maschere rappresentano un tesoro archeologico inestimabile, legato alla millenaria storia dell’Iran.

Gli Elamiti: radici antiche a Bushehr

Il ritrovamento di questi manufatti getta nuova luce sulla civiltà elamita, una delle più antiche dell’Iran, che si sviluppò tra il 3000 e il 500 a.C. Gli Elamiti ebbero un ruolo cruciale nello sviluppo delle regioni occidentali dell’attuale Iran, comprese le aree intorno a Bushehr. Gli scavi archeologici condotti nel 1913 da una missione francese confermarono l’importanza di questa città nell’impero elamita.

Gli Elamiti erano noti per le loro strutture sociali avanzate e le tradizioni artistiche elaborate. Le maschere d’oro, come quelle recuperate, venivano spesso utilizzate nei rituali funerari, in quanto simboli di protezione spirituale per il defunto o come aiuto nel passaggio all’aldilà. La loro scoperta, dunque, rappresenta un contributo prezioso alla comprensione delle pratiche religiose e funerarie di questa antica civiltà.

Storia e decadenza della civiltà elamita

Gli Elamiti furono i primi abitanti pre-indoeuropei della regione del Plateau iraniano occidentale, oggi cuore dell’Iran moderno. Come i Sumeri, la loro lingua era isolata, senza legami con altre famiglie linguistiche conosciute. Gli Elamiti vissero contemporaneamente ai Mesopotamici, con cui condivisero momenti di alleanza e di conflitto.

Il loro territorio si estendeva dalle montagne e dagli altopiani che costeggiavano il confine sudorientale della Mezzaluna Fertile, vicino ai fiumi Tigri ed Eufrate. Durante i momenti di massimo splendore, gli Elamiti riuscirono a esercitare una notevole influenza sui loro vicini mesopotamici, arrivando a imporsi in diverse epoche storiche.

Tuttavia, il loro potere iniziò a declinare nel VII secolo a.C., quando i re neo-assiri Esarhaddon e Ashurbanipal inflissero loro gravi sconfitte. Questi eventi segnarono l’inizio della loro decadenza, culminata con la conquista del loro territorio da parte dei popoli iranici, che in seguito sarebbero stati conosciuti come Persiani.

I manufatti partici: tracce di un impero

Accanto ai reperti elamiti, l’operazione ha portato alla luce anche diversi manufatti dell’epoca partica, un altro periodo storico fondamentale per l’Iran. I Parti, originari dell’attuale Turkmenistan, fondarono un impero che si estese su gran parte dell’Iran, della Mesopotamia e dell’Asia centrale, rivaleggiando con l’Impero romano.

I reperti partici recuperati, tra cui una ciotola e statue in ceramica, offrono una visione unica dell’arte e delle usanze di questo popolo. La loro arte era influenzata dalle culture ellenistiche e mesopotamiche, ma i Parti svilupparono anche uno stile proprio, caratterizzato da rappresentazioni realistiche e dettagliate delle figure umane e animali.

Un patrimonio da preservare

Il recupero di questi manufatti è stato accolto come un passo cruciale nella protezione del patrimonio culturale iraniano. Esmaeel Sajjadi-Manesh ha sottolineato l’importanza di queste reliquie non solo come simboli di orgoglio nazionale, ma anche come chiave per comprendere la storia del paese. In un momento in cui il traffico illegale di beni culturali rappresenta una minaccia globale, operazioni come questa aiutano a salvaguardare un patrimonio che altrimenti andrebbe perduto.

L’operazione di Bushehr dimostra che, nonostante le sfide, gli sforzi per proteggere i tesori archeologici dell’Iran sono più vivi che mai, e che ogni reperto recuperato aggiunge un nuovo tassello alla ricca storia del Paese.


Questa scoperta rappresenta un ulteriore esempio di quanto sia importante monitorare e contrastare il traffico illecito di beni culturali, affinché l’eredità storica dell’Iran, e del mondo intero, possa essere conservata per le generazioni future.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa