A Cancello ed Arnone, in provincia di Caserta, le indagini archeologiche preventive condotte nell’ambito della realizzazione di un impianto agrivoltaico di Enel Green Power hanno portato alla scoperta di una villa romana. Gli scavi sono stati diretti scientificamente dalla SABAP per le province di Caserta e Benevento – che ne ha dato notizia poco fa – e hanno svelato un nuovo importante capitolo della storia romana nel casertano.
Due fasi di frequentazione della villa
Le strutture ritrovate rivelano due distinti livelli di frequentazione. Il primo risale alla tarda età repubblicana, proseguendo fino all’inizio del periodo augusteo, con costruzioni in opera reticolata. La seconda fase appartiene invece alla tarda età imperiale, caratterizzata da strutture in laterizio, che testimoniano l’evoluzione architettonica e funzionale della villa romana attraverso i secoli.
Una scoperta di grande valore
L’area indagata si estende su una superficie di circa 1600 metri quadrati e ha restituito reperti eccezionali. Tra questi, sono emerse pavimentazioni in cocciopesto, grandi contenitori in terracotta, noti come “dolia”, utilizzati per conservare gli alimenti, anfore, nonché murature in fondazione e in elevato.
Particolare interesse ha suscitato una splendida lucerna in sigillata italica con una scena erotica, che rappresenta un raro esempio di decorazione su questo tipo di oggetto. La sigillata era una ceramica costosa di tipo proto-industriale lucida e dotata di un’invetriatura. E’ così chiamata perché generalmente è dotata di un sigillo cioè, diremmo oggi, del logo di una marca. Quindi, per dirla con i termini attuali, si trattava di un prodotto “griffato” proveniente da aziende di elevato livello qualitativo.
Un’opportunità per studiare l’ager Falernus
Questi ritrovamenti offrono un’opportunità unica per approfondire le dinamiche insediative dell’ager Falernus, un’area della Campania settentrionale istituita nel 318 a.C., celebre in epoca romana per la fertilità delle sue terre. Situata tra il monte Massico e il Volturno e attraversata dalla via Appia, questa regione era rinomata per la produzione agricola, contribuendo alla ricchezza dell’antico Lazio.
La soddisfazione del Soprintendente Mariano Nuzzo
Il Soprintendente Mariano Nuzzo ha dichiarato: “Il nostro territorio ci consegna un’altra straordinaria testimonianza del passato. Le indagini svolte hanno restituito non solo un tesoro di inestimabile valore ma anche preziosissime fonti documentali indispensabili alla comprensione del passato e alla ricerca storica e archeologica cui stiamo dando impulso con straordinari risultati. Il notevole risultato raggiunto sigla l’importanza della cooperazione tra Istituzioni e privati e ci ricorda, ancora una volta, il valore delle azioni di tutela svolte dalle Soprintendenze, che consentono la salvaguardia e la conservazione del nostro patrimonio culturale senza arrestare il processo evolutivo del nostro Paese”.
Questo ritrovamento sottolinea il ruolo cruciale dell’archeologia preventiva, che consente di conciliare sviluppo e tutela del patrimonio culturale, restituendo alla collettività tracce indelebili di una storia millenaria.
Ritrovamenti romani nel casertano
La villa romana di Cancello ed Arnone non è un caso isolato nel panorama archeologico del casertano. L’intera area, in effetti, ha restituito numerose tracce della presenza romana sin dall’epoca repubblicana, costituendo un tassello importante nel mosaico della romanizzazione della Campania.
In particolare, il territorio dell’ager Falernus, di cui Cancello ed Arnone fa parte, è stato oggetto di altri ritrovamenti romani significativi. Sono emersi diversi insediamenti rurali, strutture agricole e residenziali che testimoniano come la regione fosse non solo un’importante area agricola, ma anche un nodo economico e strategico. Tra i reperti rinvenuti nella zona vi sono strumenti agricoli, resti di strutture in muratura e frammenti di ceramica che risalgono proprio al periodo romano, a riprova della fertilità delle terre che alimentava il rinomato commercio del vino falerno e di altre derrate che servivano la capitale dell’Impero.
Il casertano come crocevia romano
Cancello ed Arnone, situata a breve distanza dalla via Appia, si trovava in una posizione di rilievo lungo uno dei principali assi viari dell’Impero, che collegava Roma alle province meridionali. La via Appia non solo facilitava il transito di merci e persone, ma stimolava la presenza di residenze e ville rustiche in grado di gestire grandi proprietà agricole. Anche grazie a questa infrastruttura, l’intero territorio casertano si sviluppò come crocevia per lo scambio e la diffusione culturale, un ambiente che favoriva insediamenti di grande prestigio, come la villa appena riportata alla luce.
Con questo ritrovamento, l’area casertana rafforza il suo ruolo di primo piano nella comprensione delle strutture insediative romane in Campania, gettando nuova luce sulla vita rurale e sulle pratiche agricole dell’epoca.