Gran Bretagna, vicino alla leggendaria città di Glastonbury, Somerset – Durante un incontro di ricerca del gruppo UK History Finders, le abilità dei metal detectoristi vengono messe alla prova su un terreno apparentemente normale. Un segnale intenso dal metal detector interrompe l’aria tranquilla: c’è qualcosa di grosso, sepolto e in attesa di essere riportato alla luce. Il suono è continuo e profondo, ed è promessa di una scoperta importante. I partecipanti, guidati dall’appassionato Matt Greenwood, iniziano a scavare con crescente eccitazione.
Dopo aver rimosso alcuni strati di terra, emerge una strana massa grumosa, informe. A prima vista potrebbe sembrare semplice materiale naturale, ma qualcosa di prezioso si nasconde al suo interno. Gli archeologi e gli esploratori continuano con attenzione, e presto la verità sorprendente viene a galla: la massa grumosa è in realtà un ammasso di circa 8.000 monete romane, fittamente compresse dal tempo e dal peso della terra.
Le monete risalgono al IV secolo d.C., durante il regno degli imperatori Costantino e Costantino II. Coniate tra gli anni 310 e 340 d.C., rappresentano un autentico pezzo di storia, riportando indietro nel tempo a un’epoca di transizione e conquista per l’Impero Romano. Il tesoro è stato custodito per secoli a una profondità considerevole, garantendo un livello di conservazione eccezionale.
Il tesoro al British Museum
La collezione è stata affidata a un archeologo e portata al British Museum, dove le monete saranno analizzate e contate con precisione. Finora, si è stimato un numero di 15 sacchetti con 500-600 monete ciascuno, ma è possibile che il conteggio finale risulti superiore, dato il compatto stato di aggregazione in cui le monete sono state ritrovate.
Secondo chi ha partecipato alla scoperta, la maggior parte delle monete risulta leggibile già in questo stato iniziale, senza necessità di restauro. È raro trovare un tesoro di tale entità in così buone condizioni, e il ritrovamento rappresenta una scoperta di grande valore storico.
Perché un tesoro di 8.000 monete è stato trovato ammassato?
Il ritrovamento di un numero così elevato di monete romane ammassate in una sola area solleva alcune domande intriganti. Gli esperti di archeologia ipotizzano che questi accumuli possano avere origine da diversi scenari storici.
Una delle ipotesi principali è che il tesoro sia stato sepolto intenzionalmente per motivi di sicurezza. Nel IV secolo d.C., l’Impero Romano stava vivendo un periodo di grande incertezza, con frequenti guerre civili, minacce esterne e crisi economiche. I proprietari potrebbero aver nascosto la fortuna sotto terra per proteggerla da saccheggi, con l’intenzione di recuperarla in seguito. Tuttavia, è possibile che siano stati poi uccisi, catturati o costretti a lasciare l’area, senza riuscire a tornare per riprendere il loro tesoro.
Un’altra ipotesi è legata alla possibilità che queste monete rappresentassero il risparmio collettivo di una comunità o di un gruppo di mercanti. In epoca romana, accumulare monete significava possedere una risorsa preziosa che poteva essere usata come capitale o per scambi commerciali. Questo grumo di monete potrebbe quindi essere una sorta di “fondo comune”, nascosto da una comunità che, a causa di eventi storici, non ha mai potuto recuperarlo.
Infine, il modo in cui sono state trovate così unite suggerisce che le monete fossero inizialmente riposte in sacchetti di cuoio o contenitori, che col tempo si sono decomposti, lasciando le monete a formare un blocco compatto. Il terreno umido e la pressione esercitata dalla terra hanno contribuito a consolidare questo ammasso, rendendo il ritrovamento particolarmente suggestivo.
Una scoperta che racconta la storia
Il tesoro di Glastonbury non è solo una ricca collezione di monete, ma anche una finestra su un’epoca di profondi cambiamenti per l’Impero Romano. Ogni moneta è una testimonianza dell’economia, delle strategie di sopravvivenza e della cultura materiale dei Romani, portando fino a noi un frammento della loro storia.
Fonte e dettagli
La scoperta è stata riportata dal sito Zwiadowca Historii e condivisa sulla pagina Facebook ufficiale degli UK History Finders.