Cotswold Archaeology compie in queste ore un bilancio scientifico degli scavi avvenuti tra il 2024 e il 2023 nella cava di Barham, nel Suffolk, proseguendo un decennio di indagini archeologiche condotte nel sito dal 2004. Finanziato da Brett Aggregates Ltd, questo scavo ha svelato un mosaico affascinante di attività umane che attraversano epoche diverse, dal Neolitico all’Età Romana. Tra i reperti di maggiore interesse, una struttura in legno risalente al periodo romano, che fungeva probabilmente sia da pozzo che da abbeveratoio, rappresenta un esempio straordinario delle tecniche e delle innovazioni ingegneristiche dell’epoca, che consentivano di operare agevolmente in terreni poco rocciosi, con strutture che, viste la natura del terreno, garantivano flessibilmente la tenuta delle pareti, protetti da un cunicolo verticale di legno
L’intervento rapido con legname predisposto dal carpentiere o dal falegname consentiva di disporre della possibilità di ricavare rapidamente acqua per l’allevamento.
Scoperte romane a Barham: un’eredità agricola e funeraria
La fase romana dello scavo ha rivelato un’intensa attività in particolare nell’area settentrionale del sito, dove sono emerse due strutture rettangolari, resti di edifici di cui la funzione resta al momento incerta. Non si esclude che poco lontano sorgesse una villa rustica, alla quale questo allevamento afferiva. A dimostrazione di una residenza stabile, nei dintorni, quattro sepolture a cremazione, datate provvisoriamente al periodo romano, offrono uno spaccato sulle pratiche funerarie, con una distinzione spaziale rispetto alle strutture prevalentemente agricole collocate a est.
Di grande interesse è una caratteristica unica nell’angolo sud-occidentale del sito: un tumulo bruciato contenente un pozzo o una mangiatoia in legno. Questo reperto, datato al periodo romano sulla base di frammenti ceramici e delle tecniche di lavorazione del legno osservate, suggerisce un utilizzo polivalente, probabilmente legato all’approvvigionamento idrico e all’allevamento.
Il pozzo romano: tecniche e materiali
Costruzione e materiali
Il pozzo di Barham è stato realizzato con una struttura di base in legno di rovere, rinforzata con paletti verticali conficcati nel terreno e listelli orizzontali aggiuntivi per stabilizzare l’intera struttura. Questo metodo era tipico dei rivestimenti dei pozzi romani, che univano funzionalità e adattabilità al contesto geografico.
La lavorazione del legno, analizzata dall’esperto Michael Bamforth, evidenzia un’abilità artigianale competente ma non necessariamente specializzata: i segni lasciati dalle asce rivelano un processo preciso ma essenziale. Le estremità rifinite fino a formare sezioni trasversali quadrate sono un tratto distintivo delle tecniche romane.
Funzione del pozzo
In epoca romana, pozzi e abbeveratoi erano componenti fondamentali nelle aree rurali, garantendo l’approvvigionamento idrico per la popolazione, gli animali e le colture. La scelta del legno, in particolare il rovere, era strategica: resistente all’umidità e durevole, questo materiale era facilmente reperibile e lavorabile, rendendolo ideale per le infrastrutture idriche.
I pozzi romani: ingegneria e resilienza
La costruzione dei pozzi in legno durante il periodo romano rappresentava una sintesi di praticità e ingegno. La tecnica prevedeva la realizzazione di una struttura cilindrica o quadrata, composta da assi di legno intagliate per combaciare perfettamente. I paletti verticali fornivano supporto, mentre i listelli orizzontali garantivano la solidità dell’insieme. La tenuta stagna era ottenuta con l’uso di argilla, che sigillava eventuali fessure.
Questo approccio era cruciale per affrontare le sfide legate all’instabilità del suolo e alla presenza di falde acquifere.
Barham: un paesaggio agricolo romano
Le scoperte nella cava di Barham rivelano un paesaggio prevalentemente agricolo, con infrastrutture concepite per sostenere la vita quotidiana e il lavoro nei campi. La presenza di edifici, pozzi e sepolture suggerisce una comunità che viveva in stretta connessione con la terra, sfruttando le risorse naturali con metodi avanzati per l’epoca.
Cotswold Archaeology, con la sua decennale esperienza nel sito, ha giocato un ruolo fondamentale nel ricostruire questo quadro, fornendo dettagli preziosi sulle dinamiche economiche e sociali della comunità romana. La prossimità tra strutture agricole e spazi funerari evidenzia una visione olistica del paesaggio, in cui il ciclo della vita e della morte era strettamente intrecciato con le attività quotidiane.