Prezioso ritrovamento antico sulla riva del fiume, passeggiando prima di Natale. Cos’ha scoperto Lara? Perché per questo pezzo d’oro si rischiava la forca? Rispondono gli esperti

Oggi la riva il fiume ha restituito un oggetto prezioso E’ stata una bella emozione. L’oro, per quanto antico, non si ossida ed appare intatto, luminoso, tra le pietre o nel terreno, come se fosse una scaglia di sole. E’ frammento di storia, che risulta particolarmente interessante: questo ritaglio di metallo prezioso è stato probabilmente sottratto furtivamente a una moneta antica. Lara Maiklem, scrittrice e cercatrice di tesori sulle rive del Tamigi, racconta con entusiasmo il momento del ritrovamento.

“Non avrò trovato incenso o mirra,” scherza Lara, “ma il fiume mi ha dato oro durante la mia ultima passeggiata prima di Natale. Penso sia un ritaglio di una moneta d’oro.”

Il ritaglio, o “clipping” o, in italiano, tosatura delle monete, rappresenta una pratica diffusa per secoli: raschiare piccole quantità di metallo dai bordi delle monete per poi fondere il materiale raccolto. “Mi chiedo come e perché sia finito nel fiume,” continua Lara. “Forse un incidente, o forse il clipper aveva bisogno di sbarazzarsi della sua roba in fretta.” Il ritaglio è qui avvenuto come se si sbucciasse un frutto. C’era qualcuno che sottraeva oro e argento dalle monete, accumulandolo. La sottrazione poteva avvenire attraverso la “sgraffignatura” – quindi attraverso l’abrasione praticata con le lime – o per scorticatura, come è avvenuto nel caso del ritaglio trovato oggi da Lara. Per evitare truffe, gli Stati emettevano pesi numismatici per ogni tipo di moneta di valore. Mercanti e cambiavalute mettevano su un piattino della bilancia la moneta preziosa e, sull’altro piatto, il peso emesso dallo Stato. I due piattini dovevano stare alla stessa altezza.

La pericolosa vita dei tosatori di monete

Il ritaglio delle monete era molto più di una semplice frode: era un reato capitale, punito con estrema severità. Come racconta Lara: “Tagliare e contraffare erano entrambi considerati reati capitali. Per gli uomini significava impiccagione, mentre per le donne il rogo.”

Un esempio famoso è Thomas Green, un orafo condannato per aver ritagliato monete d’oro e d’argento nel 1576. Fu trascinato dalla prigione di Newgate fino alla forca di Tyburn, lungo un percorso di tre miglia, tra la folla inferocita che lo insultava. Alla forca, Green fu impiccato e poi squartato.

Anche William Chaloner, uno dei più noti falsari della sua epoca, incontrò un destino simile il 22 marzo 1699. Fu giustiziato accanto al bandito John Arthur, ma mentre a quest’ultimo fu concessa una bevanda alcolica sulla strada per la forca, Chaloner affrontò la sua fine da sobrio.

Catherine Murphy, l’ultima donna giustiziata al rogo per questo reato, morì nel 1789 insieme al marito Hugh Murphy. Questi esempi mostrano quanto il crimine fosse preso seriamente.

Le righe verticali sulle monete: un’invenzione geniale

Per contrastare la pratica del ritaglio, una soluzione brillante fu introdotta nel XVII secolo: le righe verticali sul bordo delle monete. Questo design, attribuito a Sir Isaac Newton durante il suo incarico come Maestro della Zecca, rendeva immediatamente evidente se una moneta fosse stata manipolata.

Le rigature, ancora oggi visibili sui bordi delle monete moderne, non solo rappresentano una misura di sicurezza, ma anche un tributo alla lunga lotta contro la contraffazione.

Una curiosità che continua a stupire

Il ritrovamento di oggi ci ricorda quanto il passato sia vicino a noi, nascosto sotto strati di fango o lungo le rive di un fiume. Come conclude Lara Maiklem: “Ogni oggetto racconta una storia. Questo piccolo frammento d’oro è un testimone silenzioso di un’epoca di ingegno e rischio, di crimini e punizioni, e del valore intrinseco del denaro che, in fondo, non cambia mai.”

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa