Addio a Fernando Botero. Aveva 91 anni. Guardando Rubens e i classici sviluppò una pittura vicina al mondo di Garcia Marquez

Botero ha trascorso gran parte della sua vita in Italia, dove ha risieduto a Pietrasanta. L'artista ha avuto una formazione accademica studiando presso l'Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, Spagna, (1952). Durante questo periodo di formazione, è stato profondamente influenzato dai maestri dell'arte classica come Rubens - da lì, forse, la matrice originaria dei suoi dipinti con figure opime, mediate dal Picasso del "ritorno all'ordine" - Diego Velázquez e, giungendo all'Ottocento, Francisco Goya e al suo mondo di deformazioni, in grado di raccogliere il motore profondo della realtà. Questi influssi si riflettono chiaramente nella sua pittura e scultura, caratterizzata da una tecnica impeccabile e un'attenzione straordinaria ai dettagli

Fernando Botero è morto oggi, a 91 anni, nel Principato di Monaco. Era tornato da poco a casa, dopo essere stato ricoverato per una polmonite, quando è stato colpito da un gravissimo problema cardiocircolatorio. Nato il 19 aprile 1932 a Medellín, in Colombia, è stato uno dei pittori e scultori più influenti e distintivi del mondo dell’arte contemporanea. La sua lunga e fruttuosa carriera si è estesa per oltre sette decenni, durante i quali ha lasciato un’impronta indelebile nell’ambito dell’arte. Di fatto, l’artista – connazionale di Gabriel Garcia Marquez – dipingeva il mondo nello stesso modo in cui il premio Nobel della letteratura lo raccontava.

Botero ha trascorso gran parte della sua vita in Italia, dove ha risieduto a Pietrasanta, una città famosa per la sua tradizione artistica e la lavorazione del marmo.

L’artista ha avuto una formazione accademica studiando presso l’Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, Spagna, (1952). Durante questo periodo di formazione, è stato profondamente influenzato dai maestri dell’arte classica come Rubens – da lì, forse, la matrice originaria dei suoi dipinti con figure opime, mediate dal Picasso del “ritorno all’ordine” – Diego Velázquez e, giungendo all’Ottocento, Francisco Goya e al suo mondo di deformazioni, in grado di raccogliere il motore profondo della realtà. Questi influssi si riflettono chiaramente nella sua pittura e scultura, caratterizzata da una tecnica impeccabile e un’attenzione straordinaria ai dettagli.

L’opera di Botero è stata influenzata anche da viaggi e soggiorni in diverse parti del mondo, tra cui l’Europa, gli Stati Uniti e il Messico. Queste esperienze hanno arricchito la sua prospettiva artistica e lo hanno esposto a una vasta gamma di stili e tendenze artistiche. Tuttavia, è stato il suo ritorno in Colombia alla fine degli anni ’50 che ha segnato l’inizio di un periodo di grande sperimentazione e innovazione artistica.

È durante questo periodo che Botero ha sviluppato il suo stile distintivo, caratterizzato dalle figure umane e animali dalle forme esageratamente voluminose. Queste opere straordinarie sono diventate la cifra espressiva dell’artista e hanno suscitato un ampio dibattito e discussioni critiche. Botero ha dichiarato che le sue opere cercano di rappresentare la vita con una lente di ingrandimento, esplorando la bellezza e l’umorismo attraverso la distorsione delle forme corporee.

Nel corso della sua carriera, Botero ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Nazionale di Arti Plastiche della Colombia nel 2000 e il Premio Principe delle Asturie per le Arti nel 2006. La sua dedizione all’arte e la sua capacità di sfidare le convenzioni artistiche lo hanno reso un’icona nell’ambito dell’arte contemporanea.

La sua morte oggi, all’età di 91 anni, rappresenta una perdita irreparabile per il mondo dell’arte. Tuttavia, il suo legato artistico rimarrà una fonte di ispirazione per le future generazioni di artisti e appassionati d’arte.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz