Al Castello di Rivoli installazione-video di Mauri dedicata a Pasolini e lettura di “Petrolio”

L'artista aveva sistemato Pier Paolo Pasolini, vestito con una camicia bianca e una giacca in jeans, su un’alta sedia in legno e proiettato sul suo petto il film di cui era autore, Il Vangelo secondo Matteo (1964, 137 min.), trasformandolo in uno ‘schermo umano’ e rivelando fisicamente la nascita del ‘segno intellettuale’ ‘dentro’ il corpo dell’autore

Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Intellettuale, 1975, di Fabio Mauri
Giovedì 3 marzo 2022, ore 17 – 21
4 – 5 – 6 marzo 2022, ore 11 – 19
Teatro del Castello di Rivoli

Giovedì 3 marzo 2022, ore 19
Intervento speciale di Laura Curino che legge Petrolio di Pasolini

In occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Ostia, 1975) il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea organizza un omaggio al grande scrittore, poeta, autore, regista cinematografico e teatrale.
Per celebrare la ricorrenza, da giovedì 3 a domenica 6 marzo nel Teatro del Museo verrà presentata l’installazione con proiezione Intellettuale, 1975, (“Il Vangelo secondo Matteo” di/su Pier Paolo Pasolini), realizzata dall’artista e amico di Pasolini Fabio Mauri (Roma, 1926–2009).

Il pubblico in sala potrà assistere a una riproposizione di Intellettuale, presentata per la prima volta il 31 maggio 1975 a Bologna in occasione dell’inaugurazione della Galleria Comunale d’Arte Moderna. All’epoca, sulle brevi scale esterne del museo davanti al portone, Mauri aveva sistemato Pier Paolo Pasolini, vestito con una camicia bianca e una giacca in jeans, su un’alta sedia in legno e proiettato sul suo petto il film di cui era autore, Il Vangelo secondo Matteo (1964, 137 min.), trasformandolo in uno ‘schermo umano’ e rivelando fisicamente la nascita del ‘segno intellettuale’ ‘dentro’ il corpo dell’autore.

Fabio Mauri, Intellettuale, 1975 “Il Vangelo secondo Matteo” di/su Pier Paolo Pasolini (Fabio Mauri e Pier Paolo Pasolini), Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna
Foto / Photo Antonio Masotti, Courtesy the Estate of Fabio Mauri e Hauser & Wirth

Il volume del sonoro, eccessivo rispetto alla dimensione ridotta dell’immagine, amplificava lo smarrimento esercitato dall’azione sia sul pubblico sia su Pasolini medesimo. Autore e opera formavano così una scultura di carne e di luce, un’unità compatta, dimostrando con la forza di una ‘visione’ di essere una cosa sola. L’azione Intellettuale venne immortalata in 15 fotografie realizzate dal fotografo Antonio Masotti che si trovava seduto a terra tra il pubblico, costituito perlopiù da amici di infanzia e adolescenza di Mauri e Pasolini.
La scelta dell’artista di proiettare il film sul corpo di Pasolini rappresentava la responsabilizzazione obiettiva dell’autore del film, costretto a sperimentare su sé stesso gli effetti della sua opera. L’azione offriva anche un’occasione di approfondimento del concetto di ‘riflessione’: il bianco della camicia che ‘riflette’ le immagini del film e lo scrittore che ‘riflette’ su sé stesso enfatizzano la dinamicità del rapporto autore-opera-pubblico. A seguito dell’assassinio di Pasolini, avvenuto pochi mesi dopo la presentazione dell’azione a Bologna, Mauri trasforma l’opera Intellettuale in un’installazione-monumento alla memoria dell’amico ucciso: al Teatro in Trastevere a Roma, in occasione della personale Fabio Mauri: Senza Ideologia (9 dicembre 1975), le immagini de Il Vangelo secondo Matteo scorrono sulla camicia bianca di Pasolini appesa allo schienale di una sedia inesorabilmente vuota e dalla stanza accanto si ode la voce di Maria Carta che, a labbra chiuse, modula una nenia biblica mentre le viene proiettato sul volto il secondo tempo dello stesso film.
Nel corso degli anni l’installazione Intellettuale, 1975, è stata presentata in numerose istituzioni internazionali tra le quali nella grande retrospettiva a cura di Carolyn Christov-Bakargiev nel 1994 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. L’ultima presentazione nel 2021 quando è stata inclusa nella mostra The Paradox of Stillness: Art, Object, and Performance al Walker Art Center di Minneapolis.

Inoltre, giovedì 3 marzo alle ore 19 nel Teatro del Museo l’attrice e drammaturga Laura Curino (Torino, 1956) leggerà un estratto da Petrolio di Pier Paolo Pasolini, nuova edizione curata da Maria Careri e Walter Siti per Garzanti in libreria dal 3 marzo p.v.
Definito negli anni come testo profetico, la cronaca di un percorso iniziatico o il romanzo-verità sulla morte di Enrico Mattei (Acqualagna, 1906 – Bascapè, 1962), Petrolio è tra i libri più celebri di Pier Paolo Pasolini. Attraverso la storia di Carlo, ingegnere della borghesia torinese disposto a tutto pur di far carriera, cresciuto in un ambiente cattolico di sinistra e poi complice di un delitto, Pasolini conduce all’estremo il proprio sperimentalismo: puntini di sospensione al posto dell’esordio, sette diverse prefazioni, una rappresentazione dell’eros realistica e cruda, e un’estrema varietà di registri stilistici che vanno dal lirico al saggistico, dal giornalistico al visionario e all’allegorico. Come confida l’autore in una lettera ad Alberto Moravia, questo romanzo è «il preambolo di un testamento, la testimonianza di quel poco di sapere che uno ha accumulato»; rimasto incompiuto, è circondato da un alone di mistero che tuttora ne alimenta il mito.

Biografie

Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 – Ostia, 1975) è scrittore, poeta, autore, regista cinematografico e teatrale. Durante gli anni del liceo, insieme a Fabio Mauri, Luciano Serra, Franco Farolfi ed Ermes Parini dà vita a un gruppo letterario per la discussione di poesie. Dopo gli studi alla Facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, dove si laurea nel 1945 con una tesi su Pascoli, Pasolini si trasferisce a Casarsa in Friuli e vi rimane fino al 1950 quando, per sfuggire allo scandalo provocato dalla pubblica denuncia della sua omosessualità, si stabilisce con la madre a Roma. Da questo momento, fino alla morte per assassinio avvenuta il 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia, la sua vicenda biografica coincide con la tumultuosa attività di scrittore, regista e intellettuale impegnato a testimoniare e difendere, spesso anche in sede giudiziaria, la propria radicale diversità.

Fabio Mauri (Roma, 1926–2009) è considerato uno dei maestri dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra. Nel novembre del 1942 con l’amico fraterno Pier Paolo Pasolini fonda a Bologna la rivista mensile di letteratura, arte e politica culturale ‘Il Setaccio’. Vive tra Bologna e Milano fino al 1957, per poi trasferirsi a Roma. La prima personale di Mauri, tenutasi nel 1955 alla Galleria Aureliana di Roma, è presentata proprio dall’amico Pasolini. Oltre alle mostre personali a lui dedicate e alle collettive a cui è invitato a partecipare, le sue opere sono state esposte alla Biennale di Venezia nel 1954, 1974, 1978, 1993, 2003, 2013, 2015, mentre nel 2012 la sua performance Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo (1989) è presentata all’Hauptbahnhof di Kassel nell’ambito di dOCUMENTA (13). Per vent’anni insegna Estetica della sperimentazione all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e nel 2009 è nominato Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Laura Curino (Torino, 1956), autrice e attrice torinese, tra i maggiori interpreti del teatro di narrazione. Nel suo repertorio, testi di nuova drammaturgia e testi classici. Dal 2015 è direttore artistico del Teatro Giacosa di Ivrea. Tra i fondatori di Teatro Settimo, ha partecipato come attrice e autrice alla maggior parte delle produzioni nei 25 anni di vita della compagnia. Dal 2001 ha collaborato con numerosi teatri, tra cui Teatro Stabile di Torino e Piccolo Teatro di Milano, festival, aziende, istituzioni, radio e televisione. Insegna scrittura teatrale all’Università Cattolica di Milano e tiene conferenze, seminari e laboratori in Italia e all’estero. Tra i tanti testi e spettacoli messi in scena Il Signore del cane nero, storie su Enrico Mattei (2010), per la regia di Gabriele Vacis, ispirato anche da Petrolio di Pier Paolo Pasolini. Tra i numerosi riconoscimenti: Premio Ubu (con Teatro Settimo) 1993, Premio Anct – Associazione Nazionale Critici di Teatro 1998, Premio Hystrio per la drammaturgia 2003.

Condividi l'articolo su:
Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz