Aline Charigot, moglie e musa di Renoir. Con lei scoprì il nudo e un’attrazione altissima. Il video

A differenza delle modelle professioniste, che venivano dal mondo di mezzo in cui si fondeva opportunismo, prostituzione o ricerca di un ricco da cui farsi mantenere, Aline aveva il candore evidente di chi cresce all'interno di un contesto di forte moralità. E ciò sembrava contrastare con le sue forme eccessive e con una carica erotica non conscia, ma ancora coperta dal candore di ragazzina. Renoir fu travolto da eros e sentimento e con lei scoprì la dimensione della pittura di nudo. In ogni opera in cui Aline appare senza veli si avverte, da parte del pittore, l'ammirazione assoluta e l'amore per quella donna, che restava pura come una adolescente pur essendo, eccessivamente donna. Non può sfuggirci, osservando i dipinti con quale affetto assoluto l'artista accarezzi le sue forme, le conduca all'interno di se stesso, trasformando l'oggetto del proprio amore in un'autentica dea

Piccola di statura, capelli biondi con infiniti riflessi ramati, un seno notevole –  natiche imponenti e sode, come raccontavano i contemporanei e come, del resto, ben appare nei ritratti dipinti da Renoir – era dotata di un carattere solare, ricco delle sfumature dell’affettività.

Aline Charigot, nata il 23 maggio 1859 a Essoyes e morta il 27 giugno 1915, era una sarta francese, fidanzata inseparabile di Pierre-Auguste Renoir (Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919), poi, dal 1890, moglie, dolce amministratrice di tutto, solerte, ottima padrona di casa, con uno spiccato senso di maternità. Ma soprattutto, sotto il profilo artistico, Aline offrì se stessa anche come modella, permettendo a Renoir di conoscere il mutamento della pittura che progredisce e diviene più intensa e vitale quando artista e modella sono legati da un vincolo affettivo. Musa autentica; più che modella.

Come Margherita Luti per Raffaello, che cercava il grande amore, consapevole che solo il sentimento più intenso e alto avrebbe dato una svolta alla pittura. E così fu per Raffaello – che divenne un punto di riferimento per Renoir, dopo il viaggio in Italia – e per lo stesso pittore francese.

La piccola, rotondetta Aline era deliziosa. Era poco più che una ragazzina, quando si incontrarono. Lui aveva 18 anni più di lei. Auguste fu annichilito dal travolgente desiderio di vivere, che stava in Aline, dalle piccole, poetiche ingenuità, dal carattere solare. Del resto la vediamo cinguettare con gioia, nel quadro La colazione dei canottieri, (qui sopra) con il cagnolino davanti a sé, al quale parla, immaginiamo indirizzandogli un’infinità di vezzeggiativi; cinguettava in quel francese della piccola borghesia, felice d’essere nei luoghi frequentati dagli artisti, accanto a Renoir, dal quale si sentiva avvolta e protetta. La ragazza aveva condotto una vita di sacrifici autentici, poiché il padre aveva abbandonato la famiglia quando era ancora piccola. Eppure era riuscita, con il lavoro e la parsimonia, ad imparare a suonare il piano e si interessava d’arte, avviando persino una piccola collezione. Leggeva, si informava. Ascoltava con attenzione.

A differenza delle modelle professioniste, che venivano dal mondo di mezzo in cui si fondeva opportunismo, prostituzione o ricerca di un ricco da cui farsi mantenere, Aline aveva il candore evidente di chi cresce all’interno di un contesto di forte moralità. E ciò sembrava contrastare con le sue forme eccessive e con una carica erotica non conscia, ma ancora coperta dal candore di ragazzina. Renoir fu travolto da eros e sentimento e con lei scoprì la dimensione della pittura di nudo. In ogni opera in cui Aline appare senza veli si avverte, da parte del pittore, l’ammirazione assoluta e l’amore per quella donna, che restava pura come una adolescente pur essendo, eccessivamente donna. Non può sfuggirci, osservando i dipinti con quale affetto assoluto l’artista accarezzi le sue forme, le conduca all’interno di se stesso, trasformando l’oggetto del proprio amore in un’autentica dea.

Nel 1885 ebbero il primo figlio, Pierre. Aline aveva cambiato la vita di Renoir e la nascita del bambino la riempì di immensa gioia. Dopo la nascita di Pierre,si sentì appagata, si dedicò alla vita domestica e non fu vista quasi mai in pubblico.
Berthe Morisot (1841-1895), pittrice impressionista e donna di grande bellezza, scriveva di Aline, subito dopo averla conosciuta: “Non vi dico il mio stupore davanti a una persona così corpulenta che non so perché mi immaginavo identica alla pittura del marito”.

Renoir ebbe alcune amanti – tra le quali Susanne Valadon – senza mai incrinare il rapporto sentimentale con la moglie. E Aline stessa – per quanto fosse dispiaciuta – tollerava e perdonava come tante mogli di quegli anni.


Un amore grande che non entrò in crisi, nemmeno quando in campo entrò, come baby sitter dei bambini – e probabilmente sviluppando una rapporto segreto con Renoir – la cugina di lei – Gabrielle Renard – nata nel 1878, quindi 19 anni meno di Aline – che poserà in diverse scene domestiche per il cugino e per alcune tele di nudo.

Con i suoi tre bambini e con i cagnolini, Aline era la garante di una gioiosa serenità del gruppo. E non pare un caso che da questo ambiente siano cresciuti ragazzi sereni e creativi. Pierre e Jean, avrebbero avuto, come ben sappiamo, brillanti carriere cinematografiche, e il terzo, Claude, sarebbe divenuto ceramista.

La moglie di Renoir gestiva oculatamente il crescente patrimonio di famiglia e, si dice, che abbia persino progettato la villa di Cagnes sur mer, un paese splendido del Midi, in cui i Renoir si ritirarono, come in un luogo di delizia. Era anche una persona generosa, sostenendo i poveri o chi soffriva, come i soldati feriti.

Assistette il marito che era stato colpito da una terribile artrite deformante. Lei morirà nel 1915. Pierre-Auguste quattro anni dopo. Ecco il filmato.

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