di Angela Corti
Ricordo il giorno in cui ricevetti un “call for artist” relativa la selezione alla Biennale d’Arte di Dubai, DAB.
Era agosto 2013 e come succede per varie mostre, invio la mia documentazione. Dopo qualche giorno ricevo la comunicazione che le mie opere potevano interessare e che il Direttore Pietro Franesi sarebbe venuto a conoscermi e a valutare le opere di persona.
In occasione dell’incontro nel mio studio, Pietro Franesi mi ha spiegato il progetto che si doveva realizzare l’anno successivo, dandomi alcune indicazioni importanti in caso di selezione.
Con i suoi suggerimenti ho preparato a quel punto l’opera “the wind of desert”, una scultura che doveva rappresentare la tematica del deserto, della sabbia, del vento e il suono che questi producono.
La Biennale, giunta alla terza edizione a New York, inaugurerà la prima edizione a Dubai nell’agosto 2014 e copre tutte le discipline artistiche. Il tema sarà “L’immagine immateriale” ed è un evento privato aperto ai 18 collezionisti più importanti del pianeta.
Il compito del Direttore Pietro Franesi e degli altri Curatori è quello di trovare talenti in ogni parte della Terra. Li guidano e li preparano per l’evento . La partecipazione alla Biennale è gratuita.
A loro interessa la qualità del lavoro ma soprattutto la qualità della persona .
Per questo motivo visitano personalmente ogni artista che intendono selezionare.
Sono molto felice di entrare a contatto con una realtà internazionale come questa Biennale e di confrontarmi con altri artisti, collezionisti ed appassionati d’arte. Sicuramente per me è una crescita umana, artistica e professionale.
E’ stato realizzato un prototipo di 50 cm in marmo di Carrara che servirà per la realizzazione futura di una scultura di grandi dimensioni.
Alla Biennale a Dubai in agosto 2014, verrà presentata questa scultura in formato ridotto, i disegni preparatori e tridimensionali/cad.
Dietro suggerimento di Pietro Franesi in base al luogo dove verrà installata la scultura, alle porte di Dubai, ho realizzato un’opera scultorea che per le dimensioni , 20 metri di lunghezza in marmo, rimarrà fissa alle porte della città, nel deserto, dando voce al vento con canne che ricordano le canne d’organo.
Il passaggio del vento crea un suono irregolare, con “note” gravi e acute a seconda della direzione del vento, dalla lunghezza della canna e dalla posizione del foro.
(foto
Il vento del deserto, è una scultura che raccoglie in sé numerose simbologie.
Il vento crea nel deserto rocce nude con forme acute e schegge taglienti, incise e lavorate dalle raffiche e dune di sabbia dette anche “sabbie che cantano” per il suono che il vento produce al suo passaggio.
Le linee sinuose e grezze della scultura ricordano, da un lato la purezza della cresta delle dune, e nello stesso tempo, le rocce irregolari incise dal vento.
Contrasti di linee e superfici.
I fili metallici che tessono pietra, quasi a bloccare questo movimento, diventano a loro volta fili che vibrano, il sibilo del vento.
E la pietra si trasforma in strumento musicale, che ricorda un’arpa o lo stesso Oud, definito dagli arabi “il sultano degli strumenti musicali”.
La scultura è un’insieme di vibrazioni, segni, scalfitture, fratture, cuciture: è una danza elegante che tesse l’opera.
La mostra del 2 febbraio è la presentazione della scultura e si terrà in un ambiente non istituzionale ma in una cava di marmo in quanto le mie opere sono principalmente sculture in marmo, ottenute spaccando la pietra in modo diretto e netto, come avviene nella cava.
Utilizzo di solito il marmo Botticino e Carrara.
Il marmo Botticino è un marmo che si estrae esclusivamente dal bacino marmifero ad est di Brescia, città in cui vivo, nel territorio delimitato dai confini del Comune di Botticino, ha un’ampia gamma di colorazioni che va dal beige/avorio con o senza venature, fino al bianco «con fiocchi di neve».
Il marmo Carrara è un tipo di marmo, estratto dalle cave delle Alpi Apuane in territorio di Carrara, con colorazioni dal bianco/grigio con o senza venature, fino al bianco purissimo, detto marmo statuario.
Pietro Franesi ha scritto:
La ricerca artistica ha esplorato i mondi reali e non che circondano la nostra vita. Dai graffiti rupestri al cagnolino di Jeff Koons. La domanda è e sarà sempre la stessa: così è un artista? Un invasato, un filosofo, un comunicatore, ecc. ecc. Critici e mestieranti giocano con le parole per illuminarci sul passato, sul presente e sul futuro, citando artisti famosi, stili, correnti a cui l’artista si è assetato. Preferisco parlare di un uomo e di una donna che decidono di fare arte, come si parla di una partita di calcio, o di politica o di un film, una canzone, un bel piatto di cappelletti e un bicchiere di un fantastico vino rosso. L’arte è vita, anche quando ci parla di morte ed è sempre prodotta da un’artista. Senza di lei non ci sarebbe l’arte. Angela Corti sta sgomitando per essere accettata dal club dell’arte contemporanea, lo fa con opere che sembrano uscite da un fantastico telaio di tappeti berberi. Solo che lei i tappeti li fa con il marmo. Lei usa fili per dar vita a marmi come sua nonna usava l’uncinetto per fare le presine per le pentole. Quella cultura popolare lei la esprime a livello artistico ma parte da li senza vergognarsene. Con lei realizzeremo un marmo musicale, un’opera di 20 metri di marmo installata nel deserto alle porte di Dubai. Alla mostra presenteremo la copia in scala ridotta dell’originale ed i disegni preparatori insieme ai suoni del marmo. Vi aspettiamo.
Per l’occasione è stata composta e suonata la musica – Il sogno di sabbia – dal musicista Rosolino Di Salvo che sarà la colonna sonora del video di Umberto Ottaviani.
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