Secondo una ricerca, i Romani preferivano profumi con formule semplici. Una delle formule più usate nell’antica Roma era il rodio, fatto con olio di rosa e il sudore dei gladiatori. Al contrario del loro sangue, la sporcizia e il sudore dei gladiatori erano molto apprezzati e persino utilizzati nella scultura e nella pittura.
Oltre al rodio con rosa, altre miscele popolari nell’antica Roma includevano profumi a base di narciso, croco con zafferano e metopio con mandorle amare.
Tuttavia, il profumo di un imperatore era senza dubbio più unico. Gli alti funzionari, i generali, i sacerdoti e i ricchi importavano profumi esotici da tutto il mondo o commissionavano ai migliori profumieri dell’epoca la creazione di fragranze su misura per distinguersi dagli altri.
Vecchie bottiglie di profumo. Foto: Berrak Sağlam Vecchie bottiglie di profumo. Foto: Berrak Sağlam
Questo studio speciale è stato condotto sotto la supervisione del Professore Associato Cenker Atila del Dipartimento di Archeologia dell’Università Sivas Cumhuriyet, con il supporto di profumieri di Milano e l’esperienza della rinomata Designer di Profumi Bihter Türkan Ergül.
Il profumo risultante, frutto di una lunga ricerca, include antiche fragranze che vanno dal cisto agli agrumi e dall’oud all’ambra. Sarà disponibile per l’acquisto in Turchia, Francia e Italia a partire da ottobre.
L’Associazione Cultura e Turismo del Profumo ha commentato il nuovo profumo, notando che Cesare (100 – 44 a.C.), che viaggiò ampiamente in tutta Europa, Anatolia, Grecia, isole Egee ed Egitto durante i suoi anni da generale, visse in un’epoca in cui profumi e cosmetici erano immensamente popolari in tutto il Mediterraneo e avevano un significativo potenziale commerciale.
“Cesare era un generale e dittatore molto famoso, noto per il suo stile di vita e il suo abbigliamento. I profumi che utilizzava attiravano grande interesse pubblico. Che odore aveva Cesare, gli ingredienti dei suoi profumi e la loro origine sono sempre stati oggetto di curiosità. Basandosi su informazioni fornite da scrittori antichi e opere dei suoi amici più stretti, il contenuto dei suoi profumi è stato in gran parte determinato. Questo nuovo profumo, creato dalla designer Ergül, si basa su dati archeologici e storici,” ha affermato l’associazione.
Oltre a fragranze come menta, rosa, limone, bergamotto, lavanda, gelsomino, ninfea, viola, oud, legno di cedro, patchouli e ambra, l’associazione ha menzionato che il profumo include il fiore di iris e il cisto, che erano molto apprezzati e difficili da trovare nell’antichità.
E le rose e il sudore dei gladiatori? E’ possibile che in alcuni casi questa miscela di umori sia stata utilizzata più o meno segretamente. I gladiatori arrivavano puliti nell’arena, profumati di olio. E il loro era pertanto un sudore fresco, non fermentato, probabilmente carico di feromoni, le particelle che comunicano segretamente la presenza di un maschio o di una femmina fertili.
Anche attualmente, alcuni pubblicitari di profumi per il corpo sostengono che i loro prodotti contengono feromoni sessuali umani che agiscono come afrodisiaci. Nonostante queste affermazioni, non è mai stato dimostrato, in uno studio sottoposto a revisione paritaria, che una sostanza a base di feromoni influisca direttamente sul comportamento umano. Pertanto, il ruolo dei feromoni nel comportamento umano rimane speculativo e controverso. Però sappiamo, ad esempio, quanto ci possa un buon profumo di pelle, turbare.
A latere delle arene esistevano persino delle figure specializzate che, al termine dei combattimenti nell’arena, andavano a prelevare dalla sabbia il corpo dei gladiatori uccisi, affinché i loro resti venissero macellati e usati per produrre monili, unguenti, bevande magiche, parrucche e strani oggetti.
A potersi permettere questi prodotti erano di solito gli uomini più abbienti delle province e della capitale, che potevano spendere una fortuna per una “singola goccia di sudore”, come scrive Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, nella parte in cui critica tutti coloro che credevano che il corpo dei gladiatori potesse mantenere una qualche proprietà magica dopo la morte.
Nel suo testo, Plinio afferma che queste abitudini nacquero però anni prima dell’inizio dei giochi gladiatori, durante l’epoca delle prime Olimpiadi greche, avvenute secoli prima della costruzione del Colosseo.
Gli antichi medici greci cominciarono infatti a prelevare dai corpi degli atleti il sudore e il grasso d’oliva che questi uomini si cospargevano sul corpo prima delle gare, per usarli nelle loro medicazioni, con la grossa differenza che raramente in Grecia si moriva durante un combattimento.
“I raschiamenti dai corpi degli atleti sono considerati dai greci dotati di certe proprietà di natura emolliente, calorica, risolvente ed espletiva, derivanti dal composto di sudore e olio umano. In genere questi prodotti sono usati sotto forma di pessario per le infiammazioni e le contrazioni addominali delle donne in gravidanza” scrive l’autore latino, morto durante l’eruzione del Vesuvio.
A differenza, tuttavia, di molte leggende che nei secoli sono state tramandate inerenti le lotte gladiatorie, sembra che gli antichi romani non usassero il sangue e il sudore dei combattenti come afrodisiaco.