“Grazie alla segnalazione del nostro caro concittadino Armando Spisani e all’aiuto dell’archeologo prof. Nicosia è stato ritrovato in zona Monticelli, un cippo di confine probabilmente risalente all’etá Borbonica. – annuncia il sindaco di Esperia, Giuseppe Villani. – Si procederà alla sistemazione del manufatto e alla rivalutazione dell’area circostante”.
Esperia è un comune di 3.823 abitanti della provincia di Frosinone, nel Lazio. Si trova a un’altitudine di 670 ed è nel territorio della Ciociaria. Il cippo è stato trovato in un boschetto della frazione Monticelli, nella zona di Via Sant’Anna. a qualche centinaia di metri dal ponte Teano.
Monticelli rinacque nel XIV secolo attorno a un casale, dopo che il catastrofico terremoto del 1349 aveva distrutto innumerevoli piccoli abitati (ville) già presenti in zona. Il monastero di San Cimo, di cui oggi rimangono solo alcune vestigia, era stato fondato secoli prima dai monaci cassinensi, come molti altri edifici dell’area, sia religiosi sia civili. Per secoli ha fatto parte del territorio amministrato da Roccaguglielma, ma in epoca napoleonica formò comune autonomo con capoluogo San Pietro in Curolis (1808-1867). Quest’ultimo si sarebbe unificato a Roccaguglielma nel 1867, dando vita all’attuale comune di Esperia.
Nel 1722 il feudo di Roccaguglielma, nucleo iniziale di Esperia, insieme ai suoi due casali di San Pietro e Monticelli e alle terre di San Giovanni Incarico e Pico, fu donato dall’imperatore Carlo VI d’Austria alla contessa Marianna Pignatelli che lo tenne in possesso fino al maggio 1734. Nello stesso anno il feudo di passò sotto il dominio del casato dei Borbone ceduto, per volontà del duca Antonio Farnese, a suo nipote Carlo di Borbone figlio di Elisabetta Farnese ed erede di tutti i feudi della casata. Divenuto Re di Napoli con il titolo di Carlo III egli la incorporò, nel giugno del 1734, nel suo patrimonio come Duca di Parma. Con questo atto Roccaguglielma divenne terra allodiale alle dirette dipendenze della corona che la governò attraverso una speciale Azienda di S. Maestà dalla quale dipendevano gli agenti amministratori del tutto indipendenti dalla Regia Camera.