Archeologia a colpo d’occhio. Cos’è questa struttura appena scoperta. Ha 1700 anni. Rispondono gli archeologi

Stava nascosta tra rocce, coperta dal terreno. La pianta della struttura architettonica è solida ed elegante. 16 lati. Segni di un antico colonnato al centro, dove vediamo una vasca quadrata. Datazione al carbonio 14 delle parti in legno dell’edificio: IV secolo.

La notizia del ritrovamento è stata data in queste ore dagli studiosi tedeschi impegnati sul campo: archeologi dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Armenia e dell’Università di Münster hanno scoperto i resti di una chiesa cristiana primitiva, fino ad ora sconosciuta, nella città antica di Artaxata. La scoperta consiste in un edificio ottagonale con estensioni a forma di croce, che moltiplicano le sfaccettature della struttura. Il team ha eseguito scavi su parti della chiesa e ha trovato e studiato ogni parte dell’edificio utilizzando metodi geofisici. Oggi gli studiosi hanno a disposizione georadar – macchinari che vengono sospinti sul terreno come fossero grossi tagliaerba e che colgono, a livello di immagine, tutto ciò che c’è nel sottosuolo – di immagini satellitari e di immagini di approfondimento catturate, in loco, con i droni.

Il ritrovamento

“Questo edificio del IV secolo rappresenta la chiesa più antica documentata archeologicamente nel paese – una prova sensazionale del cristianesimo primitivo in Armenia,” ha commentato il Professore Achim Lichtenberger dell’Università di Münster. “Le chiese ottagonali erano sconosciute qui fino ad ora, ma le conosciamo molto bene dalla regione del Mediterraneo orientale, dove sono apparse per la prima volta nel IV secolo d.C.,” ha aggiunto il Dr. Mkrtich H. Zardaryan dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Armenia.

Dal punto di vista tipologico, il ritrovamento corrisponde a edifici commemorativi del cristianesimo primitivo. Nelle estensioni a forma di croce, i ricercatori hanno scoperto i resti di piattaforme di legno, datate con il radiocarbonio alla metà del IV secolo d.C. L’edificio ottagonale, di circa 30 metri di diametro, presentava un pavimento di malta semplice e mattonelle di terracotta. Ritrovamenti di marmo indicano che era decorato lussuosamente con questo materiale importato dal Mediterraneo.

Sfondo storico

Secondo la leggenda, Gregorio l’Illuminatore convertì il re armeno Tiridate III al cristianesimo ad Artaxata nel 301 d.C., rendendo l’Armenia il primo stato cristiano al mondo. Il monastero medievale di Khor Virap, a pochi passi dalla chiesa ora scoperta, è un ricordo di questa tradizione. Artaxata ha servito come capitale del Regno di Armenia, governato dalle dinastie Artassidi e Arsacidi. La città si sviluppò in una importante metropoli nel periodo ellenistico e fu la capitale del Regno di Armenia per quasi sei secoli.

Il team di ricerca armeno-tedesco esplora la metropoli ellenistica di Artaxata nella pianura dell’Ararat dal 2018. Il progetto di scavo sull’archeologia insediativa della città antica è finanziato dalla Fondazione Tedesca per la Ricerca (DFG) e dall’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Armenia.

Artaxata: l’antica capitale dell’Armenia e la sua ricca storia archeologica

Artaxata, conosciuta anche come Artashat, è una delle città più affascinanti dell’antichità, situata nella pianura dell’Ararat, nel sud-ovest dell’Armenia. Fondata intorno al 180 a.C. dal re Artaxias I, primo sovrano della dinastia Artasside, la città ha svolto un ruolo centrale nella storia del Regno di Armenia, servendo come capitale per oltre sei secoli. Artaxata fu una metropoli fiorente nel periodo ellenistico e continuò a prosperare sotto il dominio romano e persiano, rendendola uno dei centri più importanti della regione.

La fondazione di Artaxata e il periodo ellenistico

La fondazione di Artaxata è avvolta nella leggenda e nella strategia politica. Secondo le fonti storiche, come lo storico greco Strabone, la città fu costruita con l’aiuto dell’abile generale cartaginese Annibale, che, esiliato dopo la sua sconfitta contro Roma, trovò rifugio presso la corte armena. Annibale contribuì a disegnare le mura della città, posizionandola strategicamente su un promontorio che si affacciava sul fiume Aras, rendendola facile da difendere e adatta a diventare un centro commerciale e politico.

Durante il periodo ellenistico, Artaxata divenne uno dei maggiori poli urbani del Caucaso. La sua posizione sulle rotte commerciali che collegavano l’Asia Minore, l’Iran e l’India la rese un punto cruciale per lo scambio di beni, idee e culture. La città ospitava mercanti e artigiani provenienti da tutto il mondo antico, trasformandola in una cosmopolita capitale multiculturale.

Artaxata e il cristianesimo

Uno degli aspetti più rilevanti della storia di Artaxata riguarda la sua importanza nel primo cristianesimo. La tradizione vuole che Gregorio l’Illuminatore, apostolo dell’Armenia, abbia convertito il re Tiridate III al cristianesimo proprio ad Artaxata nel 301 d.C. Questo evento segnò la nascita del cristianesimo come religione di stato, facendo dell’Armenia il primo paese ufficialmente cristiano al mondo. La Chiesa fu costruita in tempi immediatamente successivi all’evento.

Artaxata sotto Roma e i Parti

La posizione di Artaxata, a cavallo tra due grandi imperi, fece sì che la città divenisse un campo di battaglia tra Roma e i Parti. Durante la prima guerra romano-partica, nel 58 d.C., il generale romano Corbulone conquistò la città e la bruciò, segnando uno dei momenti più tragici della sua storia. Nonostante la devastazione, Artaxata fu ricostruita e continuò a fungere da capitale fino al III secolo d.C., quando la dinastia Arsacide trasferì la capitale a Dvin.

Durante il dominio romano, la città mantenne la sua importanza strategica e fu un simbolo della resistenza armena contro i poteri esterni. I romani e i parti vedevano in Artaxata una chiave per il controllo della regione, e per questo la città fu coinvolta in numerosi conflitti, ma nonostante ciò mantenne la sua rilevanza come centro amministrativo e commerciale.

Le recenti scoperte archeologiche

Negli ultimi anni, Artaxata è stata oggetto di intensi studi archeologici. Il progetto di scavo armeno-tedesco, iniziato nel 2018, ha esplorato le antiche vestigia della città. Tra le scoperte più significative, oltre alla chiesa cristiana del IV secolo, ci sono resti di mura fortificate, complessi residenziali e strutture commerciali, che offrono una visione dettagliata della vita quotidiana e delle dinamiche urbane di questa antica metropoli.

Gli archeologi hanno utilizzato tecniche geofisiche all’avanguardia per mappare e analizzare il sottosuolo, rivelando strutture che prima erano nascoste. Oltre alla chiesa, sono stati scoperti templi pagani e numerosi oggetti di uso quotidiano, inclusi strumenti agricoli, ceramiche e gioielli, che testimoniano la ricchezza e la complessità della società artaxata.

Artaxata oggi: un patrimonio culturale

Oggi, le rovine di Artaxata offrono una preziosa finestra sulla storia antica dell’Armenia. Situata vicino al monastero di Khor Virap, luogo di pellegrinaggio e simbolo della cristianizzazione dell’Armenia, Artaxata continua a essere un sito di grande importanza culturale e religiosa. Le recenti scoperte archeologiche non solo arricchiscono la conoscenza del passato della città, ma rafforzano anche il legame tra l’Armenia moderna e la sua eredità cristiana.

L’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Armenia e l’Università di Münster, con il supporto della Fondazione Tedesca per la Ricerca (DFG), continueranno a scavare e studiare Artaxata, con la speranza di svelare ulteriori segreti nascosti nelle sue antiche rovine. La città, con il suo mix unico di cultura ellenistica, cristiana e mediorientale, rimane un simbolo dell’importanza storica dell’Armenia nel panorama geopolitico dell’antichità.

Fonte: Università di Munster

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa