Archeologia a colpo d’occhio. Scavi per l’acquedotto, Ne trovano 1600 pezzi. Cosa sono e a quando risalgono

Un intervento di archeologia preventiva durante l’esecuzione di sottoservizi ha permesso il corretto recupero del prezioso materiale. Belle le immagini impresse sulle brattee d’argento. L’intervento di tre specialisti di metal detector a sostegno del lavoro di scavo

Uno dei più grandi tesori di monete medievali nel sud-ovest della Germania è stato scoperto in uno scavo per una tubatura a Glottertal. Nel maggio di quest’anno, un dipendente dell’Ufficio Statale per la Conservazione dei Monumenti (LAD) del Consiglio Regionale di Stoccarda stava osservando una squadra che stava posando una nuova conduttura d’acqua. Il suo compito era cercare ceramiche, ma ha invece notato delle “piccole placche metalliche” nello scavo. Continuando a esplorare, ne ha trovate altre, così i lavori si sono fermati e l’archeologo ha segnalato la scoperta al LAD.

Un archeologo dell’ufficio di Soprintendenza ha subito esaminato il sito personalmente lo stesso giorno. Tre cercatori di metalli con licenza, sono stati reclutati dall’ufficio statale, per lo scandaglio dell’area, utilizzando il metal detector.

La pioggia aveva trasformato lo scavo in una fossa piena d’acqua e di terreno disciolto, ma nonostante il fango fino alle ginocchia, i tre sono riusciti a recuperare circa altre centinaia di monete. Il totale delle monete del tesoro è così salito a 1.600, rendendola la più grande scoperta nella regione dal 1949.

Si tratta di monete bratteate d’argento risalenti al Medioevo. Furono sepolte come accumulo di risparmio- probabilmente – forse nei pressi di un’abitazione. Era uso nascondere i tesori e i tesoretti soprattutto nel terreno delle cantine, che non presentavano pavimentazione. Oppure, se all’esterno, in punti poco evidenti e poco frequentati.

Si tratta di monete bratteate. In questo caso la brattea è costituita da una lastra sottile d’argento che fu impressa o battuta. La lastra veniva punzonata con uno stampo da conio e, per pressione imprimeva alla lastrina di metallo malleabile una figura in rilievo, sulla parte principale.

La parte posteriore si presenta invece come uno stampo in negativo della stessa immagine. Per certi aspetti le brattee somigliano alle nostre monete natalizie contenenti cioccolato. E’ evidente che essendo state realizzate in un metallo prezioso, questi pezzi avessero invece, nell’insieme, un valore piuttosto elevato.

La pulizia preliminare ha rivelato che esse furono coniate intorno al 1320 in Germania e in Svizzera. La maggior parte proviene dalle zecche di Breisach, Zofingen e Friburgo, con anche le zecche di Basilea, San Gallo, Zurigo, Laufenburg e Colmar rappresentate. Secondo l’archeologo del LAD Andreas Haasis-Berner:

“L’analisi di questo tesoro di monete ci permetterà di fare dichiarazioni sulla circolazione delle monete nel Breisgau, sull’attività di coniazione nelle zecche, sul commercio dell’argento, ma anche sull’estrazione mineraria a Glottertal.” Alla domanda se il tesoro fosse molto prezioso all’epoca, l’archeologo ha risposto: “Con queste monete si sarebbero potute comprare circa 150 pecore.”

Le monete furono probabilmente sepolte poco dopo essere state coniate. Il sito della scoperta era una volta un insediamento dove vivevano i minatori che lavoravano nelle miniere d’argento ai margini della Foresta Nera.

150 pecore erano una risorsa notevole. Quindi il tesoretto non aveva un valore trascurabile. Fu evidentemente dimenticato in quel punto a causa della morte del proprietario delle bratteate. Si potrebbe anche ipotizzare che la fine dell’uomo si inserisse all’interno della disastrosa ondata di peste nera del 1346.

Il tesoro è ora in fase di pulizia e conservazione. Sarà esposto dopo che gli esperti avranno completamente documentato e studiato le monete, probabilmente l’anno prossimo.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa