Archeologia. Scoperta ora la meravigliosa tomba e la fortezza del generale di Ramses III. Armi di bronzo, anelli d’oro e un tesoro di alabastro. Chi era quell’uomo? Perché fu sepolto in quel punto strategico? Parlano gli archeologi. La storia del faraone triste, eliminato dalla “moglie secondaria”

Una sontuosa tomba si apre davanti agli occhi degli archeologi: camere sepolcrali dalle pareti ancora rivestite di candido intonaco bianco nascondevano i resti di uno dei più potenti comandanti militari dell’antico Egitto. Accanto allo scheletro, avvolto nel prezioso cartonnage, un tesoro di armi in bronzo finemente lavorate, un prezioso anello d’oro con il nome del faraone Ramses III e oggetti di straordinaria bellezza.

Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto nel governatorato dell’Ismailia, in una zona che tremila anni fa rappresentava un punto nevralgico per la difesa dei confini orientali dell’impero egizio. I siti di Tell el-Maskhuta e Tell Roudeh Iskander rivelano oggi i loro segreti, mostrando come quest’area sia stata un avamposto militare cruciale durante il regno di uno dei più grandi faraoni guerrieri dell’antico Egitto.

La tomba del comandante: architettura e segreti

La struttura funeraria, costruita interamente in mattoni di fango secondo le tecniche dell’epoca, presenta una complessa articolazione architettonica. “L’edificio si compone di una camera sepolcrale principale e tre ambienti satellite”, spiega Mohamed Abdel-Badie, capo del settore antichità egiziane presso il Consiglio Supremo delle Antichità. “Le pareti conservano ancora l’originale rivestimento in intonaco bianco, un dettaglio che testimonia l’importanza del defunto e la cura nella realizzazione della sepoltura”.

All’interno della camera principale, gli archeologi hanno fatto una scoperta inaspettata: uno scheletro umano avvolto in cartonnage, il materiale composito utilizzato dagli antichi egizi per le maschere funerarie. “La presenza del cartonnage e la sua datazione suggeriscono che la tomba fu riutilizzata in un’epoca successiva”, precisa Abdel-Badie, “un fenomeno non insolito nell’antico Egitto, che ci racconta della lunga storia d’uso di questo sito”.

Il corredo funerario: armi e simboli di potere

Il corredo funerario rinvenuto nella tomba è particolarmente significativo per comprendere il ruolo del defunto:

  • Un ricco deposito di armi in bronzo
  • Numerose punte di freccia finemente lavorate
  • Uno scettro heka, simbolo tradizionale di comando
  • Un prezioso anello d’oro con inciso il cartiglio di Ramses III
  • Una collezione di vasi in alabastro decorati con iscrizioni e tracce di pigmenti colorati
  • Due cartigli recanti il nome del re Horemheb
  • Una raccolta di perline e pietre preziose di varie forme e colori
  • Una raffinata scatola in avorio

“La presenza di armi e dello scettro heka non lascia dubbi sul ruolo militare di alto rango del defunto”, afferma il dottor Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità. L’anello con il cartiglio di Ramses III è una prova diretta del suo servizio sotto questo importante faraone guerriero, noto per aver difeso l’Egitto dalle invasioni dei Popoli del Mare nel XII secolo a.C.”

Un avamposto strategico sul confine orientale

La posizione della tomba non è casuale. Tell el-Maskhuta e Tell Roudeh Iskander rappresentavano punti nevralgici nel sistema difensivo dell’antico Egitto. “Questi siti costituivano una linea di difesa cruciale durante il Nuovo Regno”, spiega Khaled. “La presenza di un comandante di così alto rango conferma l’importanza strategica di questa posizione per la sicurezza dei confini orientali del regno”.

La necropoli: una storia che attraversa i secoli

Oltre alla tomba del comandante, l’area ha rivelato un’estesa necropoli con sepolture che coprono diversi periodi storici:

Periodo tardo:

  • Sepolture individuali accuratamente predisposte
  • Amuleti della dea Taweret, protettrice delle nascite e della rinascita
  • Statuette del dio Bes, divinità protettrice della casa e della famiglia
  • Amuleti a forma di occhio wedjat, potente simbolo di protezione e guarigione

Periodo greco-romano:

  • Sepolture comuni con multiple deposizioni
  • Resti scheletrici ben preservati
  • Corredi funerari che testimoniano la fusione di tradizioni egizie e greco-romane

“Ciò che rende eccezionale questa scoperta è la continuità d’uso dell’area sepolcrale”, evidenzia Kotb Fawzy, direttore dell’Amministrazione centrale per il Basso Egitto e le Antichità del Sinai. “Ogni strato archeologico racconta un capitolo diverso della storia di questa regione, mostrandoci come il sito abbia mantenuto la sua importanza attraverso i secoli, dal Nuovo Regno fino all’epoca greco-romana”.

Gli archeologi continuano le indagini nell’area, nella speranza di recuperare ulteriori informazioni sulla vita militare e civile di questo importante avamposto di frontiera. La scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione delle strategie difensive dell’antico Egitto, ma getta anche nuova luce sulle pratiche funerarie e sulla loro evoluzione attraverso diverse dominazioni e culture.

Chi era Ramses III? Il faraone guerriero che difese l’Egitto dai Popoli del Mare

Ramses III (Usermaatre-Meriamon) fu l’ultimo grande faraone del Nuovo Regno egizio, regnando dal 1217 al 1155 a.C. È considerato l’ultimo sovrano ad aver esercitato un effettivo potere su tutto l’Egitto.

La sua ascesa al potere
Figlio di Sethnakht e della Grande Sposa Reale Tiy-Mereneset, Ramses III governò per oltre 30 anni un Egitto che stava attraversando un periodo di profonda decadenza politica ed economica.

Le grandi battaglie
Nell’ottavo anno del suo regno, affrontò una delle più grandi minacce alla sicurezza dell’Egitto: l’invasione dei Popoli del Mare, principalmente Filistei, Danuna, Shardana e Mashuash. Questi popoli, dopo aver sconfitto gli Ittiti e distrutto le città di Karkemish e Ugarit, occuparono Cipro e tentarono di invadere l’Egitto sia via terra che via mare.

La strategia militare
Ramses III dimostrò brillanti capacità strategiche:

  • Respinse i nemici nel Sinai con la fanteria e i carri da guerra
  • Schierò arcieri lungo le coste per impedire gli sbarchi
  • Utilizzò ramponi per agganciare le navi nemiche
  • Condusse vittoriose battaglie corpo a corpo Ramses III – Wikipedia
Ramses III nell’atto di offrire incenso a una divinità, raffigurato sulle pareti della sua tomba, nella Valle dei Re.See page for author, Public domain, via Wikimedia Commons

Le altre minacce
Il faraone dovette anche affrontare:

  • Due grandi invasioni dei Libu e Mashuash nell’area occidentale del Nilo
  • Riformò l’esercito dividendolo in corpi separati
  • Impiegò truppe mercenarie (Libu, Shardana e Kehek)

Il declino
Nonostante le vittorie militari, il suo regno fu segnato da:

  • Crisi economica dovuta agli alti costi delle campagne militari
  • Perdita dell’influenza in Asia
  • Prime sommosse popolari, incluso il primo “sciopero” documentato della storia
  • Problemi climatici che influenzarono le inondazioni del Nilo

La fine tragica
Ramses III morì in seguito a una congiura dell’harem orchestrata dalla sua sposa secondaria Tiye e dal figlio Pentaour (Grande sposa reale è il termine usato per indicare la consorte principale dei sovrani egizi a partire dal momento della loro incoronazione. Spesso la sposa principale era, per ragioni dinastiche, sorella o figlia del sovrano stesso, il quale aveva poi un certo altro numero di mogli “secondarie”. Le regine presiedevano gli harem e ne erano responsabili per ogni avvenimento). Le analisi moderne della sua mummia hanno rivelato che morì per una profonda ferita alla gola, confermando l’assassinio.

L’eredità
Il suo regno rappresenta l’ultimo momento di vera grandezza dell’Egitto del Nuovo Regno, prima di un lungo periodo di declino. La sua tomba e il suo tempio funerario di Medinet Habu rimangono tra i monumenti più significativi dell’antico Egitto.

Curiosità
Recenti studi hanno rivelato che le difficoltà del suo regno potrebbero essere state accentuate da un evento climatico catastrofico, probabilmente legato a una potente eruzione del supervulcano Hekla in Islanda, che influenzò il clima globale dell’epoca.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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