Archeologia. Splendida scoperta. Portate alla luce strutture complesse romane attraversate da un acquedotto sconosciuto. Cos’erano? A Cosa servivano? Trovati anche un portamonete di 1800 anni fa, ceramiche preziose e vetri. Le spiegazioni di chi sta scavando

Tegole poggiate sul fondo, muri resi impermeabili con la ben nota malta idraulica romana. La struttura lineare raggiunge un punto di snodo complesso. Sembra che lì si aprano vasche successive. Poi, nell’area, anche edifici antichi.

La storia romana si arricchisce di un nuovo e straordinario capitolo grazie alla recente scoperta archeologica avvenuta nei terreni del castello di Rusovce, frazione della città di Bratislava, in Slovacchia.

Durante i lavori di restauro di questo sorprendente monumento neogotico, un team di archeologi dell’Università di Trnava, guidato dal Professore Associato Erik Hrnčiarik, ha portato alla luce un acquedotto romano, un complesso snodo di gestione delle acque – forse un castellum aquae? – e alcune residenze romane. Tutto è rimasto nascosto sotto la superficie per quasi duemila anni. Lo scopo esatto di questa struttura idraulica complessa rimane poco chiaro. Sembra condurre a un edificio sconosciuto ora coperto dall’ala meridionale del castello ottocentesco, forse un bagno termale romano. Se così fosse, potrebbe essere servito ai soldati di stanza nella zona, simili a quelli dell’antico predecessore di Vienna, Vindobona. Tuttavia, con gran parte della struttura originale persa a causa di costruzioni successive, questa rimane un’ipotesi. Quel che è certa è la complessità della struttura dell’acquedotto romano, sotto i piazzali del castello ottocentesco. Apparirebbero infatti numerose vasche, forse un sistema di decantazione e di accumulo che, per dimensioni, avrebbe potuto essere al servizio di realtà strutturate notevoli, come ben vediamo nell’immagine sottostante.

Un’incredibile scoperta archeologica

Lo scavo fa parte del progetto di restauro del castello di Rusovce, un sito storico con una stratificazione culturale che attraversa diversi periodi, dall’antichità all’età moderna.

Oltre all’acquedotto romano, gli archeologi hanno scoperto una fornace per mattoni di epoca medievale e una ghiacciaia risalente ai tempi più recenti. Tuttavia, è stato l’acquedotto romano a destare il maggiore interesse, rivelando un’infrastruttura idraulica di un tipo mai documentato prima in Slovacchia.

L’acquedotto giaceva a soli 80 cm sotto il livello del suolo ed è stato costruito con una base di mattoni romani (tegulae) perfettamente allineati per creare una pendenza graduale.

La struttura misura circa 91 cm di altezza e 32 cm di larghezza, equivalenti esattamente a un piede romano. L’ottimo stato di conservazione ha permesso agli studiosi di esaminare dettagli costruttivi straordinari, tra cui mattoni recanti iscrizioni e impronte di animali lasciate nel fango fresco durante la loro produzione.

Tecniche costruttive e implicazioni storiche

L’acquedotto di Rusovce, costruito, in questo punto, con oltre 51 tonnellate di pietra e più di 80 tonnellate mattoni romani, dimostra la maestria ingegneristica dei costruttori romani. Alcune delle tegulae riportano il nome (nella foto qui sotto) di Gaio Valerio Costante, un produttore attivo a Carnuntum, in Austria, nel II secolo d.C.

Questo suggerisce che il materiale sia stato importato da centri di produzione specializzati, rafforzando l’idea di una rete logistica ben sviluppata nella provincia romana della Pannonia Superior. Comunque sia si può anche ipotizzare che Costante abbia aperto, qui, nei dintorni, una propria succursale, in grado di garantire al governo romano e ai coloni materiale edilizio di prima qualità.

Si ritiene che l’acquedotto sia rimasto in uso fino alla fine del II secolo, quando fu abbandonato e interrato. La sua posizione, come dicevamo, suggerisce che potesse servire un impianto termale ora situato sotto l’ala meridionale del castello di Rusovce, forse destinato ai soldati della guarnigione di Gerulata, un forte romano situato nelle vicinanze. Questa ipotesi è supportata da scoperte analoghe in altre città romane dell’Europa centrale, come Vindobona (l’odierna Vienna).

Rusovce e l’Eredità romana

Nel II secolo d.C., la Slovacchia attuale era parte integrante della Pannonia Superior, una provincia strategica dell’Impero Romano. I Romani stabilirono insediamenti lungo il Danubio, con centri militari e commerciali come Carnuntum e Brigetio. Gerulata, il forte romano di Rusovce, ospitava un’unità di cavalleria ausiliaria di circa 300 soldati ed era circondato da un vicus e da numerose villae rusticae.

Resti dell’epoca romana sono stati rinvenuti anche in altre aree di Bratislava, come il castello di Devín e Stupava, indicando un’influenza romana estesa su tutta la regione. Tuttavia, questa è la prima volta che un acquedotto romano viene scoperto in Slovacchia, rendendo la scoperta di Rusovce un evento di grande rilevanza per la ricerca archeologica.

Portamonete, gioielli, denari e vetri

Oltre alla struttura idraulica, lo scavo ha restituito numerosi reperti, tra cui frammenti di ceramiche di lusso (Terra Sigillata) provenienti da Francia e Germania, un braccialetto d’argento, vetri di finestre e un antico portamonete romano. Questi oggetti testimoniano l’elevato livello di vita e i contatti commerciali della comunità romana di Rusovce.

Un’altra scoperta di rilievo è stata una fornace medievale per la produzione di mattoni, successivamente riutilizzata per lavorare statue e rilievi in marmo, probabilmente prelevati dalle rovine di Gerulata. Inoltre, gli archeologi hanno trovato una ghiacciaia sotterranea di epoca moderna, usata per conservare il ghiaccio durante l’estate, attribuita alla famiglia aristocratica Zichy, proprietaria del castello nel XIX secolo.

E se quello fosse un castellum aquae?

Lo scavo presso il castello slovacco mostra l’esteso sistema idraulico romano

Il castellum aquae (o semplicemente castellum) era un elemento fondamentale degli acquedotti romani, progettato per distribuire l’acqua nelle città. Si trattava di una struttura architettonica, solitamente in muratura, che fungeva da serbatoio e punto di smistamento dell’acqua proveniente dall’acquedotto verso le varie condutture urbane.

Struttura del castellum aquae

Il castellum aveva una forma variabile a seconda delle esigenze e della conformazione del terreno, ma i modelli più comuni erano i seguenti:

  1. Castellum divisorium – Il più diffuso nei centri urbani, aveva una grande vasca di raccolta dalla quale partivano diverse condutture per l’approvvigionamento pubblico e privato.
  2. Castellum receptaculum – Funzionava come un serbatoio di accumulo e regolazione, utile per garantire una pressione costante e gestire la portata d’acqua.
  3. Castellum limaria – Un serbatoio con funzione di decantazione, che permetteva di separare impurità e sedimenti prima della distribuzione.

Caratteristiche architettoniche

  • Forma e materiali: solitamente costruito in pietra, laterizio o opus caementicium (cemento romano), aveva una pianta quadrata, rettangolare o circolare.
  • Vasca di decantazione: spesso divisa in più compartimenti per rallentare il flusso d’acqua e permettere il deposito dei sedimenti.
  • Bocche di uscita: dotato di più aperture a diverse altezze, attraverso le quali l’acqua veniva convogliata verso fontane pubbliche (aqua pro publica), edifici privati (aqua privata), terme e altri servizi.
  • Chiuse e regolatori di flusso: alcune strutture includevano saracinesche, valvole o semplici lastre di pietra per controllare la quantità d’acqua rilasciata.

Esempi celebri di castellum aquae

  • Pompei – Qui si conserva un castellum divisorium in ottimo stato, situato vicino alla Porta Vesuvio. La struttura regolava la distribuzione dell’acqua agli edifici cittadini.
  • Nîmes (Francia) – Il castellum dell’acquedotto di Nîmes (proveniente dal Pont du Gard) mostra ancora le aperture di uscita per le condutture urbane.
  • Roma – Il castellum dell’Acquedotto Claudio e altri serbatoi simili regolavano la distribuzione idrica della capitale.

In sintesi, il castellum aquae era un elemento cruciale del sistema idraulico romano, garantendo una gestione efficace dell’acqua e contribuendo alla straordinaria efficienza delle infrastrutture urbane dell’Impero.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa

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