Aurora consurgens – Gli ultimi misteriosi mesi di Tommaso d'Aquino, diventato alchimista

La psicanalista junghiana Marie Louise Von Franz, che ha edito e studiato la parte visionaria del testo ritiene plausibile l’attribuzione e la collega alle vicende degli ultimi mesi di vita di Tommaso, quando visse una svolta estrema, sotto il profilo del pensiero. L'alchimia indicava profondità all'apparenza insondabili in cui non esisteva opposizione tra fisica e mistica; e rilevava la presenza di Dio, in emanazione, in ogni parte dell'universo

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aurora consurgens
Cosa scoprì Tommaso d’Aquino – 1225-1274 – nell’ultimo anno di vita? Dopo decenni di pensiero sviluppato in direzione del riconoscimento del valore dell’esperienza tangibile al centro del processo cognitivo illuminato da Dio – che di fatto proponeva la non contradditorietà tra fede e scienza – dopo aver trovato punti di raccordo tra l’aristotelismo e il platonismo, Tommaso riconobbe il proprio errore, confessandolo al proprio segretario, Reginaldo da Piperno. C’era una terza via, nella conoscenza del mondo, alternativa alle due indicate dai principali filosofi dell’antichità e dai loro seguaci. Dopo un’esperienza mistica che l’aveva profondamente turbato – egli abbandonò infatti la scrittura della Summa theologiae (che è incompiuta) dicendo al suo segretario che tutto ciò che aveva scritto allora gli sembrava “paglia”. L’episodio è riportato negli atti per la canonizzazione, scritti da Bartolomeo di Capua, cui lo stesso segretario di Tommaso , Reginaldo da Piperno, l’aveva narrato; e nella biografia scritta da Guglielmo Tocco il libro di alchimia l’Aurora consurgens viene attribuita al sommo teologo della Scolastica, San Tommaso d’Aquino.

La psicanalista junghiana Marie Louise Von Franz, che ha edito e studiato la parte visionaria del testo ritiene plausibile l’attribuzione e la collega alle vicende degli ultimi mesi di vita di Tommaso, quando visse una svolta estrema, sotto il profilo del pensiero. L’alchimia indicava profondità all’apparenza insondabili in cui non esisteva opposizione tra fisica e mistica; e rilevava la presenza di Dio, in emanazione, in ogni parte dell’universo. Forse era questo il punto. Non più opposizione tra materialismo e platonismo, tra materia e Fede, ma l’unità profonda. Il linguaggio di Dio era la chimica.
L’Aurora Consurgens e e il Libro della Santissima trinità diedero luogo ai primi cicli di immagini alchemiche, attestati in manoscritti del XV secolo. In essi appaiono per la prima volta raffigurazioni anch’esse inquietanti: l’ermafrodita, animali mostruosi semiantropomorfi, corpi smembrati. Vedremo nel fimanto le immagini relative al manoscritto dell’Aurora consurgens.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa