MILANO - Allestita straordinariamente in Sala Fontana, l’esposizione è inserita nel percorso museale dal 15 giugno al 12 settembre
L'artista: "I miei soggetti preferiti sono le figure; non faccio nessuna differenza tra quelle umane o quelle animali. L'opera Withe Chicken parte direttamente dal pennello, senza la delimitazione della matita. Il pennello mi ha lasciato libero di disfare quello che un minuto prima poteva sembrare una figura ben definita. Il gallo così acquista ironia: parte da un piumaggio a nocche, elegante ,ed arriva allo sguardo strabuzzato quasi di un piccione"
L'artista: "Queste forme possono dare un senso di pesantezza, ricordarci come la forza di gravità agisca oppure semplicemente evocare la natura con i suoi alveari e nidi d'insetti. Ma esse non vogliono rappresentare nulla di tutto ciò; stanno solo ricercando la propria identità, la propria essenza per poi manifestarsi a noi. A volte sono leggere e ci rammentano un Altro mondo; altre si fanno materia palpabile, altre ancora trovano la loro dimensione in un quaderno e sembrano non volerne più uscire. Viaggiano da una dimensione all'altra tramutandosi di volta in volta, arricchendosi e ricercando la propria sublimazione interiore che le purifichi e le renda uniche".
L'artista:"L'opera fa parte di una serie più vasta, riguardante il paesaggio e il modo in cui influisce su noi stessi. Il lavoro comincia sempre da foto del soggetto che mi incuriosisce. Nel caso specifico di questo lavoro, l’edificio è situato in una vecchia zona industriale, al quale però è stata cambiata destinazione d’uso. Tutta la zona intorno all’edificio è ormai commerciale, supermercati e negozi. L’unico ricordo dell’era industriale è questa costruzione, che sembra quasi non appartenere più al paesaggio circostante".
In particolare risulta degna di considerazione l’individuazione, alla base degli strati di pittura, di un apprestamento sommario del ritratto basato sull’incisione del supporto. Una sorta di mappa della fisionomia con la quale l’artista aveva ripreso, nei suoi elementi lineari fondamentali, la verità della donna che aveva di fronte
"I codici a barre che ho utilizzato provengono da scatole ed etichette di prodotti di consumo di ogni tipo che, con l’aiuto di familiari ed amici, ho raccolto nel corso di un anno circa, poi ritagliato e incollato manualmente in modo minuzioso e attento a rispettare i contorni geografici precedentemente tracciati, per creare l’opera finale che ho presentato al concorso"
Nel dipinto di Hans Holbein intitolato “Gli ambasciatori” (1533). Il disco fortemente scorciato che appare obliquamente, in sospensione sul pavimento, è, come ben sappiamo, la raffigurazione di un teschio... Ma come era collocato il quadro e quale funzione poteva avere nella sala del castello in cui era stato sistemato?
"Attraverso il paesaggio di un lago questo lavoro è una riflessione sull’inafferrabilità della visione. - dice la giovane artista - Un gioco di contaminazioni e riflessi che anela l’eterna ricerca dell’essenza delle cose, riguardando la superficie attraverso la frammentazione dei riferimenti. Il riflesso mi richiama a un’evidenza che è scrigno inviolabile di quello che so. Realizzato per mezzo della fotografia istantanea questo lavoro fa parte di un progetto intitolato In Tra Mezzo".
Da Nanni di Cambio a Jacopo Ligozzi le figure degli scalpellini che furono sacrificati in quanto cristiani.I Quattro Santi Coronati appaiono misteriosamente tanto in affreschi, quanto in sculture e dipinti, fino a giungere al complesso serbatoio iconografico della massoneria, dalla quale sono stati indicati – in virtù di una consonanza “corporativa” – quali protettori celesti. In alcuni dipinti sono raffigurati come un gruppo di artefici (scalpellini, carpentieri e muratori) che viene annientato dalla violenza dei pagani soldati imperiali a causa dell’adesione al Cristianesimo. In altre realizzazioni artistiche vengono rappresentati nelle stesse pose dei Padri della Chiesa
Banksy, grandissimo artista di street art, ha sempre nascosto la propria identità. Ma testimonianze dei suoi esordi, quando non si firmava con uno pseudonimo e non evitava di apparire in filmini più o meno amatoriali, confermerebbero la completa sovrapposizione tra Banksy stesso e il musicista e writer britannico, di origine italiana, Robert Del Naja, noto anche con il nome di 3D (Bristol, 21 gennaio 1965). Un video girato quando l'artista era molto giovane, costituisce un altro non trascurabile indizio della coincidenza d'identità, desumibile non solo dalle vite parallele dei due personaggi, ma dallo stile pittorico convergente. Non secondario un altro elemento; il filmato che vediamo qui, in fondo alla pagina, è stato postato dal canale youtube StreetArtGlobe, che è, com'è evidente, molto vicino all'ambiente dei writers