Inizia da questo numero, dalle pagine della nostra rivista, una serie di confronti tra arte e moda. Capolavori della pittura di ogni tempo verranno “riletti” specularmente alle creazioni di uno dei maggiori stilisti contemporanei, Ottavio Missoni; e con esse indagati, per ritrovare insieme affinità e rimandi cromatici e compositivi, di forma e di contenuto. Un’operazione di straordinario interesse, quella che proponiamo al lettore, un viaggio affascinante che s’arricchirà di continue scoperte, riconfermando una volta di più - se ce ne fosse bisogno - l’assoluta dignità artistica che assume la moda quando può avvalersi del talento e delle intuizioni di una “grande firma” del settore. E’ doveroso ricordare infine che la rubrica nasce grazie all’interesse e alla collaborazione di Ottavio Missoni, che ringraziamo per la cordiale disponibilità.
A San Severino Marche una mostra, curata da Paolucci, Sgarbi e del Poggetto, conduce alla scoperta di un artista che le cronache ci descrivono di indole buona e pacata e che Bernard Berenson definì “il più grande pittore delle Marche dopo Gentile da Fabriano” - La recente individuazione della vera data di morte - il 1501 - ha offerto lo spunto per celebrarne alla grande il cinquecentesimo anniversario - Uno stile autonomo, nato dalla reinterpretazione dei modelli suggeriti da Crivelli e Niccolò Alunno.
“Penso che ogni opera” afferma il grande collezionista “non debba essere interpretata quale oggetto singolo e indipendente, ma vada inserita in un preciso contesto, integrata con l’ambiente e lo spazio. Come nel Rinascimento, quando l’artista era insieme pittore, scultore ed architetto” - “Amo il Minimalismo perché cerca di coniugare la sapienza del fare ed un costante riferimento al pensiero alto della creazione” - “Rimpianti? Non aver capito in tempo il genio di Warhol e di Klein”.
Alla Casa dei Carraesi uno degli eventi espositivi dell’anno: “Monet. I luoghi della pittura”, mostra ideata e curata da Marco Goldin - “Un tema mai affrontato prima” spiega Goldin “Si è voluto accompagnare il maestro dell’impressionismo lungo le tappe del suo instancabile viaggio artistico ed umano, da Rouelles a Giverny, passando per Parigi, Londra, la Norvegia, l’Olanda, l’Italia... - Tra le novanta opere, straordinari capolavori provenienti da tutto il mondo, e persino un inedito, un paesaggio dipinto gomito a gomito con Renoir.
A Parma la più ampia retrospettiva mai dedicata all’artista, significativo interprete del Seicento italiano - I saloni della Reggia di Colorno ospitano una straordinaria galleria di personaggi della società civile e religiosa - “Lanfranco” afferma la direttrice dell’evento, Lucia Fornari Schianchi “sorprende per la ricchezza e la qualità del suo percorso e per le relazioni che seppe avviare con la cultura pittorica emiliana, romana e napoletana”.
Prosegue la nostra indagine sul futuro della storia dell’arte - Per Fernando Mazzocca, “la figura dello studioso completo è ormai un ricordo del passato. Oggi abbiamo specialisti sia in senso temporale-cronologico che in relazione ai diversi settori” - “La dimensione del virtuale comporta enormi vantaggi, ma il rischio è l’appiattimento della dimensione storica” - “Le mostre coinvolgono un pubblico sempre più vasto; rimane, in Italia, il problema di una quasi inesistente educazione, e di una sottovalutazione del ruolo dei musei".
Roma: la mostra proveniente da Tokyo costituisce un’importante occasione didattica per percorrere le diverse tappe che portarono al rifiorire della arti - Dai predecessori ai grandi interpreti della mitica stagione che, ispirata dalle suggestioni dell’antico, costituì, come afferma il curatore Antonio Paolucci, “la prima consapevolezza della modernità” - Non un solo Rinascimento, ma tante lingue artistiche che si sviluppano nelle corti italiane - “Tutto - ribadisce il vasariano Paolucci - a partire dalla Toscana”.
A Venezia la mostra dedicata ad una delle pittrici più note ed amate del Novecento - Una biografia marcata dal dolore e da una disperata brama di vivere - La lunga e contrastata vicenda sentimentale a fianco di Diego Rivera, l’incontro con Trotzkij e Breton - L’inquietante capolavoro “Le due Frida”, sintesi in chiave surrealista di una cultura complessa, metafora di un’esistenza più volte persa e riconquistata.
Uno dei protagonisti dell'arte contemporanea italiana spara a zero, in questa intervista, sulla mostra veneziana - la Biennale, afferma, non ha più niente a che fare con le arti plastiche e figurative, che sono arti della contemplazione e del silenzio, ma piuttosto col desiderio di creare un evento di traduzione mediatica di cui parlino tutti, e passata l'eccitazione iniziale, non interessa più a nessuno.
Gli autori che hanno aderito a questo movimento in nazioni diverse dalla francese, spesso ingiustamente trascurati, offrono invece, secondo Renato Barilli, "linguaggi robusti, compromessi con la scena quotidiana, per nulla convinti che sulla tela si dovessero nascondere gli esseri umani per lasciar parlare solo le frasche o le erbe agitate dal vento" - In mostra a Brescia le opere di venticinque artisti tedeschi, inglesi, olandesi, scandinavi, russi e spagnoli.