La villa sorgeva sul fianco meridionale di un’antica duna di sabbia (il “Mutteron dei Frati“), probabilmente risalente all´epoca preistorica. Essa venne realizzata dunque in prossimità dell’antica costa dell’Adriatico, mentre l’odierna spiaggia di Bibione, formatasi nei secoli successivi, dista varie centinaia di metri
Torreano è un comune di 2.060 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, in provincia di Udine. Il ritrovamento è stato pubblicamente segnalato da Ivano Dorbolo', apprezzato progettista, studioso di storia e di archeologia, amministratore del gruppo "Valli del Natisone - Ricerche ed indagini archeologiche".
Gli inglesi ritengono che, rispettando alcune regole, queste indagini - che si svolgono soprattutto in campi agricoli sconvolti stratigraficamente dal passaggio di trattori e aratri, sia utile per recuperare materiali che, altrimenti, andrebbero distrutti. Non è così in Italia dove una serie di leggi che creano, come avviene spesso nel nostro Paese, un pericoloso intrico la ricerca è, di fatto, proibita o fortemente limitata pur in campi privati e non vincolati.
La mostra è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, e vede esposto, accanto alle immagini più celebri, un corpus di scatti presentati per la prima volta in Italia che svela aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet permettono di comprendere il processo creativo che si cela dietro alcuni dei motivi più significativi del lavoro di Newton, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di ricostruire il contesto nel quale è nata la sua ispirazione
Temendo l'esercito nemico, i fratelli, prima di fuggire cercarono di mettere in salvo i preziosi. Per i fucili da caccia e l'argenteria e gli oggetti più ingombranti pensarono di scavare una buca nel parco, lasciato crescere romanticamente come un bosco. Tutto fu inserito in una borsa. Poi sepolto. I fratelli ritenevano che si trattasse di aspettare qualche settimana per rientrare a casa. Invece la guerra precipitò. Il padre di Jan ricordava con estrema nostalgia i luoghi della propria infanzia. E avrebbe voluto che, un giorno, i propri figli tornassero là, almeno per recuperare gli argenti della nonna.
In particolare, saranno coinvolti nelle attività di restauro il portico ligneo di Palazzo Grassi, in via Marsala 12, e una porzione di portico con tabernacolo e affresco di Madonna con Bambino in Via delle Belle Arti. Anche i settecenteschi disegni con vedute di Bologna di Pio Panfili, conservati all’Archiginnasio, saranno oggetto di manutenzione
L'origine di Macerata viene fatta risalire alla città romana Helvia Recina, che si evolse sulla base antropologica di una città italica - forse risalente al III secolo a.C. - abitata dal popolo dei Piceni
Appesi ai fili, in discesa, nel pozzo dei defunti. Sabbia, tanta sabbia da rimuovere, dai vani che si aprono nella parete verticale. Ciò significa essere in missione archeologica a Saqqara, in Egitto, come gli specialisti italo-olandesi impegnati nei lavori 2023. Dal 2015, il Museo Egizio di Torino è partner della ricerca, nell'area a sud della strada rialzata di Unas. E l'istituzione culturale italiana pubblica settimanalmente una pagina di diario dello scavo, affidata ai vari specialisti
"Rinvenuti nuovi reperti a Civita Giuliana, il sito sottratto alle attività di depredamento da parte di scavatori clandestini grazie a un protocollo d’intesa tra la Procura della Repubblica di Torre Annunziata e il Parco Archeologico di Pompei, siglato nel 2019 dall’allora direttore Massimo Osanna, ora Direttore generale Musei, e dal Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata Pierpaolo Filippelli. Lo comunica il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano.
Fino ad ora, l'accademico dell'Istituto di ricerca antropologica dell'Università nazionale autonoma del Messico ritiene che "Lady SAS" morì in un periodo compreso tra l'800 e l'850 d.C. La datazione è stata possibile dal riconoscimento stilistico degli oggetti offertoriali, composti da due vasi completi e uno frammentato, appartenenti alla tipologia delle ceramiche di Palencan, prodotte in quel periodo storico