L’esposizione intende illustrare alcuni aspetti dell’affascinante tema degli animali nel mondo antico, presentando non solo oggetti del MATR normalmente non esposti al pubblico e provenienti in gran parte dalle collezioni confluite nel Museo nel corso del tempo, ma anche - grazie alla collaborazione con la Soprintendenza - dedicando una vetrina a un ritrovamento molto interessante avvenuto in anni recenti nella città di Verona
Nel 1483 iniziò la costruzione, voluta dal cardinale Giuliano della Rovere (futuro Papa Giulio II, 1503-1513) e affidata all’architetto fiorentino Baccio Pontelli. Alto esempio di architettura militare rinascimentale, il complesso include un circuito perimetrale di casematte (camere da sparo) che raccorda tre torrioni (uno dei quali inglobò la torre di Martino V), un ‘rivellino’ e un ampio fossato circostante. Lo scalone monumentale fu decorato da affreschi policromi col mito di Ercole, attribuiti alla scuola di Baldassarre Peruzzi.
Il reperto, posto nel giardino a pochi passi dall'ingresso dell'atrio, sarà visibile all'interno del cantiere per alcune settimane prima della definitiva musealizzazione in situ, a partire da mercoledì 26 ottobre, dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 16 nell'ambito delle iniziative dei “Cantieri aperti” del Parco archeologico, senza obbligo di prenotazione. Ingresso gratuito.
Leo Catozzo fu collaboratore strettissimo di Fellini e oltre ad essere uno dei più importanti montatori del cinema italiano, fu inventore della celebre "Incollatrice Rapida o Pressa Catozzo" famosa in tutto il mondo. Lo studio si è avvalso del prezioso Archivio del figlio Alberto Catozzo, con documenti inediti, sceneggiature, lettere, caricature e disegni realizzati dal grande regista riminese, oltre ad altri materiali utilizzati per la pubblicità del film provenienti dall'Archivio Immagine in movimento di Adria
La campagna sconosciuta. Ho visto un verde, là in fondo, precisamente finto, confuso con una barricata di plastica. Invece autentico, lucidato dalle rugiade del mattino. Dice il contadino di non averlo mai notato, sta in mezzo a dieci tipi di verde e non se ne accorge. Un verde della lucentezza macchiaiola, un verde d'Africa, qui, a due passi dal paese. Non conosciamo la nostra buona cera e pure riempiti di azoto, illustriamo un verde museale. Non conosciamo la terra che viviamo, i suoi colori, le mutazioni positive, annotiamo il peggio e appena appare un verde preistorico non ci crediamo
Opera ad olio su tela applicata su cartoncino raffigurante Amore e virtù, realizzata, secondo la scheda d'asta, da un artista toscano della fine del XIX secolo, in ripresa di un'iconografia antica. Si presenta in discreto stato conservativo, alla lampada Wood emergono piccoli restauri.
Nella mostra “Gli Etruschi di Casenovole. Passato remoto di una comunità” sono esposti i materiali della necropoli di Casenovole, scoperta nel territorio vicino Civitella Paganico, e prova a restituire, così, la complessità di un contesto poco noto, in un territorio che solo negli ultimi anni ha iniziato a ricevere le giuste attenzioni dal mondo scientifico grazie ad una serie di indagini condotte da ricercatori di diversi Enti e Istituti
L'opera - 28 x 40cm - rappresenta il castello di Balmoral, nel quale si è spenta la Regina Elisabetta. E' stata tirata in cento copie e reca, come sempre avviene per le opere di grafica d'autore, firma autografa e data - Charles, 2001 - apposti dall'artista, successivamente alla stampa stessa
Il personaggio - morto nel 1305 - è rappresentato in piedi e le mani giunte sotto un arco che simboleggia l'ingresso al paradiso. Ai suoi piedi è posto un libro d'ore con una rilegatura ornata di gigli
Il quadro - essendo un olio - non era coperto dal vetro. Gli oli, infatti, a meno che non debbano essere protetti per motivi di massima sicurezza, tradizionalmente devono essere esposti privi di vetro