I simboli emersi sono quelli solari - croce uncinata - e il cosiddetto nodo si Salomone, che rappresenterebbe l'unione che porta a una concordia operosa. La villa romana risalirebbe alla prima parte del I secolo d. C.
La fattoria, fondata nel I secolo, fu riorganizzata e ampliata notevolmente nel secolo successivo. La possiamo immaginare - nella versione del II secolo - composta da un palazzo padronale, attorno a una corte chiusa da edifici rustici di servizio e alloggi dei lavoratori. La fattoria aveva anche laboratori artigianali e cantine
Questo affascinante ritratto dell'inizio del XIX secolo è creato alla maniera dei famosi artisti Nicolas de Largillière o in alternativa Jakob Ferdinand Voet, che ebbero un ruolo di primo piano durante il 1700. Rappresenta un bellissimo esempio di arte dell'Accademia di Francia. Il dipinto, olio su tela, misura 92×78×8 cm. e va all'asta in queste ore on line
Garibaldi, con decreto del 5 ottobre 1860 dispose che la nave dovesse essere preservata, insieme al Piemonte, «in memoria della iniziativa del popolo italiano» ma, dopo la conclusione della spedizione dei Mille, passò invece al servizio della Regia Marina svolgendovi anche servizi umili e trasportando truppe e detenuti, cosa di cui Garibaldi fortemente si lamentò.
L'oggetto è in un perfetto stato di conservazione perché era coperta da una sabbia molto fine che ha evitato il contatto con l'ossigeno, evitando fenomeni di ossidazione. Si tratta di un esemplare ad elsa piena. La straordinaria, originale riflettenza
In Dame mit Fächer scopriamo la passione di Klimt per la cultura dell'Asia orientale. L'artista era stato a lungo innamorato della pittura e dell'incisione giapponese, ma successivamente ha anche esplorato le ricche tradizioni visive dell'arte cinese, coreana e persiana. Inoltre, la sua compagna e musa ispiratrice, la stilista Emilie Flöge, condivideva il suo interesse per le tecniche di stencil dei tessuti orientali. Egon Schiele ha notato che la casa di Klimt era decorata con stampe giapponesi mentre un "enorme guardaroba" ospitava la sua "meravigliosa collezione di abiti cinesi e giapponesi". L'oro aveva lasciato il posto alla flora e alla fauna decorative dell'est
La cloaca serviva il quartiere residenziale augusteo e fu utilizzata per tutto il I secolo d.C.; durante il periodo di attività, vi transitarono migliaia di rifiuti, come oggetti buttati via o perduti, per lo più rotti, caduti o gettati dentro i tombini o nelle canalette a cielo aperto; scarti dei pasti; deiezioni di persone e animali.
Gli archeologi in campo, che conducono lo scavo sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, hanno individuato al momento almeno due fasi edilizie distinte: una di I sec. a.C. - I sec. d. C. ed una successiva, databile al più tardi al IV sec. d. C.
Le murature della struttura furono quasi completamente smantellate, probabilmente in epoca medievale, per essere riutilizzate altrove. Tuttavia, tutti i segni indicano che si trattava di un edificio consistente, alto forse due piani, che richiedeva grandi contrafforti negli angoli per il sostegno.
“Sempre di più emerge la necessità di sdoganare il merletto verso una creazione slegata all’uso ma finalizzata ad un’espressività fine a se stessa. Le opere in concorso saranno esposte come sempre in Museo e saranno la traduzione del tema “E lucean le stelle” che vedrà delle applicazioni sia in stile antico che moderno sia per il merletto ad ago che per quello a fuselli”, afferma Chiara Squarcina, Dirigente Area Attività Museali.