Canoa di 1100 anni fa, scheletro, coltello e incensiere scoperti dagli archeologi nella pozza della magia. Le foto dell’operazione

Stavamo facendo una pausa di decompressione, durante le immersioni - dice l'archeologa - quando, guardando nell'acqua ho visto qualcosa di strano, a 5 o 6 metri di profondità. Un muro e l'accesso di una grotta....".

Ringraziamo il Ministero della cultura del Messico per le fotografie dell’indagine archeologica
Una canoa di legno, che risale a circa 1100 anni fa – secondo la valutazione degli archeologi sugli elementi stilistici e sull’analisi della variazioni dell’altezza dell’acqua, nel tempo, rispetto al cunicolo in cui è stata trovata – è stata in individuata e recuperata dagli archeologi nella pozza della magia. Nell’immagine, qui sotto, il luogo suggestivo sottoposto ad indagine.

Le esplorazioni, finalizzate al censimento di luoghi di frequentazione rituale da parte delle popolazioni preispaniche e svolte lungo un arco territoriale che si estende tra Izamal,  nello Yucatán, a Cancún, in Messico, hanno portato prima all’individuazione e poi allo studio – con correlate scoperte – di un sito chiamato San Andrés nel quale si aprono queste cavità ricche di acque.

Conche create dalla natura, in rocce calcaree, con laghetti profondi. Questi “pentoloni” furono considerati dai Maya come punti di contatto tra il mondo illuminato dal sole e gli antri profondi in cui abitavano le divinità femminili della terra stessa. Erano queste ombre potenti a dare origine all’acqua, fondamentale per la vita. E pertanto gli uomini rinnovavano l’antico contratto, chiedendo ricchezza e prosperità e portando, in cambio, frutti dei raccolti o animali.

Il luogo ospita tre specchi d’acqua: un cenote – l’ampia cavità sacra della quale abbiamo parlato in precedenza e che vediamo nelle foto -, un pozzo e una rejoyada – luogo di gioia – secondo il linguaggio arcaico del posto.

Forse la canoa – era utilizzata per portare sacrifici alle divinità occulte, collegate all’acqua. E di chi era lo scheletro, trovato nell’acqua, in un pozzo vicino vicino, alla cui sommità stavano ceramiche rotte ritualmente, un coltello e alcuni dipinti parietali? Sono questi i resti di un sacrificio umano?

Il racconto dell’archeologa
che ha trovato la canoa antica

“La cosa interessante – commenta Helena Barba Meinecke, l’archeologa responsabile del dipartimento – è stata che, dopo le immersioni nel cenote, mentre stavamo facendo una pausa per la decompressione – necessaria quando ci si immerge a più di 20 metri di profondità e si supera un certo tempo definito nelle tabelle di immersione – ho notato che, cinque metri sotto l’attuale livello di superficie, c’era una linea più scura su un piccolo muro di pietra. Questa linea scura, alta tra i 60 ei 90 centimetri, indicava il vecchio livello dell’acqua”.
L’archeologa si è quindi soffermata a guardare il vecchio segno – considerando quanto fosse più basso, nel passato, il livello d’acqua del cenote – quando ha notato che, poco sopra quel punto, si apriva una cavità.

Al culmine di questo segno – prosegue l’archeologa – si trovava, infatti, una grotta e in essa, nei pressi dell’imbocco, si vedeva, inizialmente, quello che poteva apparire un tronco di legno duro, che dopo l’ispezione indicava la presenza di tagli simmetrici praticati per creare una canoa a piattaforma.  Era una canoa di 1,60 metri di lunghezza, 80 centimetri di larghezza e 40 centimetri di altezza.

“La rilevanza sta nel fatto che è la prima canoa di questo tipo così completa e così ben conservata nell’area Maya. Ci sono frammenti di queste barche e remi, in luoghi analoghi, come Quintana Roo, Guatemala e Belize, ma questo esemplare è pressoché integro”, conclude l’archeologa.

Va aggiunto che elementi archeologici si trovavano anche negli altri due specchi d’acqua nel sito di San Andrés. Nel pozzo, profondo 50 metri, è stato individuato uno scheletro umano e materiale ceramico, nonché un dipinto murale nella sua area di accesso; mentre sulle pareti della rejoyada, attraverso intricati passaggi, i ricercatori del SAS hanno trovato una pittura murale – mani dipinte sul soffitto roccioso – un completo incensiere Cumtun Composite, corrispondente al periodo Tardo Postclassico (1200-1500 d.C.), una stele, un coltello rituale e più di 40 vasi che furono volutamente rotti quando vennero posti in quel punto. Certamente un luogo di sacrifici rituali.

L’incensiere antico trovato nella sala d’accesso al pozzo

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Maurizio Bernardelli Curuz
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