Fotografia

Pelle, roccia e sabbia: le fotografie di Walter Belfiore. Il video

Walter Belfiore è un fotografo argentino di origine italiana, che lavora sul nudo artistico, attraverso dissonanze percettive - il liscio e il ruvido, la morbidezza e la petrosità - con il fine di creare contrasti naturali, che colpiscono lo spettatore, sempre attraverso un approccio statuario al problema rappresentativo. Di particolare suggestione alcuni controluce che creano un ulteriore approccio oppositivo tra lontane polveri, sassi, rocce e la lucentezza serica dei corpi femminilia belfiore 2
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Jonas Bendiksen, il fuoco di ghiaccio. Catastrofi e respiro poetico della natura

Il fotografo norvegese è particolarmente impegnato in una ricerca che evidenzia, da un lato, l'arrivo assurdo di relitti della civiltà industriale - rappresentata da rifiuti - e, dall'altro, la sopravvivenza di antiche modalità di integrazione dell'uomo nella natura, secondo un rapporto assolutamente non invasivo. Questa è una parte della sua attività, che vedremo nel filmato
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Arman Zhenikeyev, quando la luce modella il corpo

Arman Zhenikeyev è uno dei più influenti fotografi di Almaty, ex capitale del Kazakistan. L'artista ha idee chiare, ma allo stesso tempo lascia una porta aperta a ogni possibilità di crescere come cacciatore di immagini e non smette mai di creare progetti, specialmente grazie ai suoi viaggi. Si ispira a film, musica e alle interazioni umane. Colleziona vari successi, tra i più importanti c'è International Photo Awards 2013, arrivando primo nella categoria Beauty & Fine Art . Nei suoi ritratti le protagoniste sono le donne. Arman vuole mostrare la loro delicata bellezza, attraverso luci e contrasti, basando il contenuto sulla sensualità e l'anima. Stile arte vuole mostrare la sua attenzione sul nudo artistico. Attraverso la macchina fotografica vuole ricreare il sentimento di un film visto, di una melodia udita o di un profumo sentito.
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Migliaia di meravigliosi universi in uno studio 3×6. L'arte di Jee Young Lee

Crea e distrugge una miriade di incredibili paesaggi di fantasia. Immortala scene fuori dal tempo. I suoi scatti stanno facendo il giro del mondo e sono sempre più richiesti. "La mia arte è una via di fuga - spiega l'artista - dal grigiore, dalla frustazione e dalle repressioni sociali che caratterizzano il nostro mondo. E' un modo di evadere dalla realtà e di scrollarsi di dosso tutto il peso della vita di tutti i giorni".
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Jamie Baldridge – Le storie delle soffitte

Jamie Baldridge è nato nel 1975 in una cittadina del profondo sud degli Stati Uniti. Dopo aver trascorso anni a studiare teologia e scrittura creativa alla Louisiana State University, Jamie ha ottenuto un BFA in fotografia.Ha così sviluppato un importante percorso di ricerca artistica, contrassegnato dalla letteratura e dalle proprie origini "sudiste"divenendo una delle voci più intense delle espressioni non metropolitane statunitensi
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Inge Prader, la fotografa che interpreta Klimt e la caduta degli Dei. Tutte le immagini

Inge Prader è un'ottima fotografa austriaca che, nel corso della sua carriera, ha alternato ricostruzioni solenni dell'atmosfera imperiale che precedette la finis Austriae e foto di moda realizzate in splendid palazzi decadenti. L'oro di Klimt, la fiammata finale di Vienna, prima del crollo definitivo dell'impero, proiettano fiamme sul presente. Interessante l'operazione, anche per chi si interessa d'arte. Un confronto tra la sintesi della pittura e l'anali della fotografia.
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Horts, visioni oniriche in un classico clic d'autore. La biografia, il video

Nel 1932 nella galleria parigina La Plume d’Or si tiene la sua prima personale. La splendida recensione di Janet Flanner su The New Yorker gli conferisce in poco tempo la fama internazionale. Con suoi scatti immortali ferma nel tempo l’immagine di Bette Davis, di Noel Coward, Elsa Schiapparelli, Cole Porter e tanti altri ancora. Il filmato
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La tecnica di Francis Bacon e la profanazione delle fotografie. L'urlo del Papa

L'uso della fotografia, prima della stesura del quadro. Bacon conferisce un tempo lungo all'otturatore per cogliere il movimento del volto in strisciata. Poi interviene sulla stampa con violenza, prefigurando, in questo modo, la realizzazione del dipinto. Una tecnica singolare e particolarmente efficace. E' possibile cogliere in questo atto qualcosa di simile alla profanazione dell'unità di un'immagine sacra
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Autocromia – Con fecola di patate, nel 1903, i Lumière produssero la prima foto a colori

Hanno un’intuizione geniale: dopo anni di ricerca individuano il tassello mancante, ossia quell’insieme di elementi microscopici in grado di essere colorati nelle tre dominanti luminose. Lo fanno con dedizione… culinaria, poiché l’ingrediente mancante è la fecola di patate. Sembra incredibile, ma sono proprio i microgranuli di quella farina così fine, “duttile e affidabile” ad aprire nuove strade all’immagine, e la ricetta della prima lastra a colori è presto fatta
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