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Cinzia Scarsi, la gioia della vita viene sfiorata dall'Acherontia

Stile Arte intervista la finalista del premio Nocivelli '15."Acherontia Atropos” fa parte della serie “Nightmares” composta da autoritratti.
Ci sono paure profonde nella mente di ognuno di noi. Incubi ricorrenti, pensieri deviati, immagini che tormentano. L’unico modo per liberarsene è accoglierli. E per me, in particolare, ritirarli. Le mie paure immortalate possono così lasciarmi di nuovo libera, aiutandomi inoltre in un lento e graduale percorso di autoaccettazione. Nell’opera presentata al Premio Nocivelli il corpo nudo, spogliato da ogni sua forma di civiltà, diviene luogo freddo e spento, sommerso da insetti e sovrastato da colei, l' Acherontia Atropos, che meglio incarna la paura che ognuno, prima o poi, si ritrova ad affrontare: la paura di morire, convogliando un senso di disgusto e ribrezzo, ricordando "Il silenzio degli Innocenti", in un atmosfera tetra, cupa e fredda
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Ilaria vegliata dal cane della Fedeltà. Così Jacopo della Quercia rese eterna una giovane madre morta di parto

Il sonno eterno, la dolcezza del volto composto, l'eleganza del monumento funebre che rinvia a quello dei regnanti francesi, in Saint Denis, conferiscono alla struttura marmorea lucchese una connotazione di dolce santità del quotidiano. Ecco perché questa giovane donna è oggetto di una venerazione che va al di là dei pur alti canoni estetici. E' il rapporto della giovinezza con la morte. E Ilaria, morta giovane si rivela cara agli dei, rapita da un ordine superiore che permette di cantare la bellezza della figura umana
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Brigitte Bardot. Nel video: tutte le mode che BB lanciò alle donne

Fu una figura femminile emblematica, soprattutto nel decennio compreso tra il 1950 e il 1960, una stella mondiale, la musa dei più grandi artisti del tempo, la risposta europea a Marilyn Monroe. Emblema della emancipazione femminile, nei film interpretò ruoli molto diversi, dalla donna-bambina alla femme fatale.Fu diretta dai più grandi registi, interpretando i personaggi con elegante leggerezza e sensualità, aiutata, certamente, da un'immagine particolarmente fotogenica
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Luisa Spagnoli torna in laboratorio. L'omonima nipote della fondatrice produce cioccolato d'arte. L'intervista

Tale rimembranza non può non affidare a sensazioni e stati d’animo un’ambivalente dimensione poetica: da un lato il ridimensionamento di Luisa Spagnoli (1877-1935) la leggendaria imprenditrice nota soprattutto per l'ideazione del Bacio Perugina, e dall’altro il recupero, quasi cento anni dopo, da parte della pronipote, non solo di antiche ricette rigorosamente artigianali tramandate nella segretezza dei magici ingredienti di «Nonna Luisa», ma anche di reminiscenze di un momento storico che – soprattutto grazie alla mini fiction realizzata a Febbraio da Rai Uno - nasce a ridosso di uno spazio in cui il ruolo dell’emancipazione femminile, a partire dagli albori dell'ideologia sansimonista, aveva iniziato a divulgare le sue idee sfidando codici del «destino femminile» circoscritto nei rigidi confini dei ruoli stabiliti di «madre, moglie, amante».
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