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Toulouse-Lautrec guarda Degas. 80 opere in mostra, una partita doppia tra stile e soggetti

Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) aveva 30 meno di Edgar Degas (1834-1917). Il giovane Henri scoprì l'opera del celebrato collega durante il periodo del suo apprendistato a Parigi. Rimase folgorato, facendo visita a una famiglia di amici musicisti, da un quadro appeso nel loro appartamento: il ritratto di Marie Dihau al pianoforte. Il giovane Toulouse-Lautrec decise allora di confrontarsi con lo stesso soggetto
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Il 2, 3 e 4 settembre torna Argillà Italia. A Faenza 250 stand su tutto quanto fa ceramica

Argillà Italia includerà nel programma moltissimi eventi collaterali, mostre, iniziative e progetti legati alla ceramica, organizzati in maniera spontanea dalle botteghe e dagli studi d'arte della città che apriranno al pubblico palazzi e cortili privati del centro storico.
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Cattelan può ideare una statua. Chi la esegue non ha diritti. Tribunale di Parigi: “Sì all’arte concettuale”

Druet ha fatto causa ad alcune gallerie parigine chiedendo che fosse riconosciuta l'autentica paternità delle sculture. Ma il tribunale di Parigi non ha ritenuto ammissibile la causa. Primo perchè, nel caso, lo scultore avrebbe dovuto aprire una vertenza giudiziaria nei confronti di Cattelan e non contro le gallerie che ospitano e vendono le sue opere. Secondo perché le sculture sono state ideate da Cattelan, mentre Druet è un semplice esecutore
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Scoperta una meridiana nel Parco della Reggia di Caserta. Presto i restauri

La meridiana ha il quadrante orario inciso su una balaustra dove è scavato anche il foro di alloggiamento dello gnomone che proiettava l'ombra per indicare l’ora del giorno. La prossima pulitura sarà accompagnata da un contestuale approfondimento storico. Occhi nuovi, nuove terre e piccole meraviglie da scoprire: il Complesso vanvitelliano ha ancora molte cose da narrarci.
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Compra un cassetto di bigiotteria all’asta on line. Trova anello d’oro. L’archeologo: “E’ vichingo”

Guardando bene, pezzo per pezzo, Mari si è resa conto che un anello era d'oro e che la lavorazione sembrava molto antica. Si è così rivolta a un archeologo della zona, che ha espresso la sua diagnosi: "E' un anello vichingo" ha detto.
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Le stilettate di Zana. Con Totò e la Fontana di Trevi. Nel mercato medio-basso si affollano i falsi d’arte

STILETTATE di Tonino Zana Quel Totò farebbe affari d’oro. Venderebbe Napoli e Roma e sopra prezzo un quarto di Toscana. Pensate che pacchia via web, la Fontana di Trevi, indimenticabile quel film, sarebbe data due per tre nel giro di…

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Quotidiano e immaginario nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento. 90 dipinti in mostra a Lecco

Dai problemi sociali al sogno. Un’ampia sezione è dedicata alle visioni, tra simbolismo e allegoria, dove Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Leonardo Bistolfi, Plinio Nomellini, Giorgio Kienerk, Luigi Russolo, Jules Van Biesbroeck, Adolfo Wildt e molti altri accompagnano il visitatore fino a tendenze già novecentesche, tra Simbolismo e Liberty.
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Espropriata dallo Stato la Collezione archeologica Strada. Mostra in anteprima con 45 pezzi su 269

l’oggetto più noto è l’eccezionale coppa biansata in vetro soffiato in stampo, decorata a rilievo, che reca la firma di Aristeas, databile al secondo quarto del I secolo d. C. La coppa, in vetro verde chiaro, con decorazioni a girali d’acanto e tralci di vite, fu rinvenuta ad Albonese alla fine dell’Ottocento ed entrò a far parte della collezione Steffanini, successivamente acquisita da Antonio Strada.
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Gli ultimi re di Vulci, prima della conquista romana. Mostra archeologica a Massa Marittima

“Gli ultimi Re di Vulci. L’aristocrazia etrusca vulcente alle soglie della conquista romana” è il titolo di una importante mostra che sarà inaugurata al Museo archeologico di Massa Marittima venerdì 15 luglio e rimarrà visitabile per tutta l’estate fino all’1…

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La collana nuragica nei pressi del pozzo magico. Estate di emozione per gli studenti dello scavo

La presenza di una collana con vaghi di pasta vitrea simili, ma soprattutto dello stesso pendente di cristallo di rocca a forma di cuore, nel santuario di Romanzesu a Bitti mette certamente in relazione i due luoghi di culto, che distano tra loro pochi chilometri e sono entrambi situati lungo una via di comunicazione naturale.
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