Stile arte Brescia

Elio Gnutti

Parte da Munch, ma rilegge l’uomo contemporaneo nella dimensione di una drammatica afasia. Non resta nemmeno la possibilità del grido. Come in un tribunale kafkiano nel quale la pena è attendere per sempre una sentenza che non giungerà mai
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Antonio Nastuzzo (1908-1990) , dall’artigianato all’arte, a Salò

Dire di Antonio Nastuzzo (Pradamano 1908 - Salò 1990) equivale a rinverdire un tempo particolarmente fervoroso del piccolo mondo artistico salodiano. Sedicenne, giunge a Salò già in rapporto con alcuni maestri decoratori. Tra essi Ottorino Benedini, Abramo Bertasio e Bruno Verenini, insegnanti della Bottega Artigiana di Bassano del Grappa. Mentre Verenini non si stacca da quella località, Bertasio e Benedini approdano sul Garda, per operarvi assiduamente: un loro intervento rimane in particolare nella memoria, la decorazione operata nell’Hotel Savoy di Gardone Riviera dove ha presenziato pure Angelo Landi, pittore e affreschista attivo fra l’altro nel municipio di Salò, in Villa Simonini, odierno Hotel Laurin e nell’Hotel Maderno, ma assurto a vasta fama dipingendo la grande cupola del santuario di Pompei.
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Caccia nell’arte tra Pitocchetto e gli spiedi bresciani di Inganni

Nobili e ricchi borghesi chiesero ai pittori più celebrati di cantare le imprese venatorie. Ecco due modi diversi di interpretare il mondo della caccia, dalla verità delle cose del Settecento all’edonismo biedermeier del secolo successivo
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Orzinuovi, Albrecht Dürer. I simulacri della memoria. Opere a confronto

La Vergine del Pero, olio su tavola (43x32 cm) di Albrecht Dürer, siglato e datato 1526 (Galleria degli Uffizi, Firenze) è il quadro straordinario attorno al quale ruota la mostra allestita alla Rocca di Orzinuovi, voluta dal sindaco Andrea Razzi e dal presidente di Orceania,Tonino Zana. "Albrecht Dürer. I simulacri della memoria. Opere a confronto" è il titolo dell'evento espositivo di natura culturale, curato da Roberto Consolandi. La mostra esplora l'opera del geniale artista del Rinascimento tedesco, che ebbe un dialogo fittissimo con l'Italia, con derivazioni e apporti notevolissimi, attraverso una partita di giro eccezionale. Egli assorbe Mantegna, Bellini e li rilancia attraverso un linguaggio solenne e petroso, a tratti crudo, con segno disegnativo nuovo. Segno che poi acuisce nelle celeberrime incisioni, che diverranno un punto di riferimento impaginativo per l'arte italiana dell'Italia settentrionale. In mostra, tra le altre opere, anche le xilografie del maestro tedesco, tre oli di Bartolomeo Montagna. Rocca di Orzinuovi (Brescia), fino al 29 novembre 2015. Da martedì a domenica, 9,30-12,30, 15,30-19,30
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