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“C’è un corpo umano nella torbiera!”. Accorre la polizia. Analisi e indagini. Ma il delitto del ragazzo risale a 2500 anni fa. Un sacrificio?



di Redazione
Stile arte è un quotidiano di cultura, arte e archeologia fondato nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz

Bellaghy, 26 gennaio 2024 – Un cold case. Ma non ordinario. Il corpo trovato risale a circa 2500 anni. La risposta giunge in questi giorni dai laboratori della polizia, che era accorsa dopo il rinvenimento di resti umani sepolti in una torbiera, che hanno dimostrato un alto livello di conservazione. Epidermide, alcuni organi interni intatti. Ciò aveva fatto ritenere che il ragazzo decapitato fosse mancato da casa in anni piuttosto recenti.

Il Servizio di Polizia dell’Irlanda del Nord (PSNI) aveva scavato, dopo una segnalazione, nella torbiera di Bellaghy, nella contea di Londonderry. L’area era stata isolata.

I reperti sono stati datati invece al carbonio a un periodo compreso tra 2.000 e 2.500 anni fa. L’ispettore Nikki Deehan del PSNI ha riferito che gli scavi iniziali hanno portato al recupero di ossa appartenenti a un individuo, probabilmente un adolescente, i cui resti erano straordinariamente ben conservati.

La natura ben conservata del corpo ha permesso l’utilizzo della datazione al radiocarbonio per stabilire l’epoca della morte. Tale procedura, eseguita presso il 14Chrono Centre della Queen’s University di Belfast, è la prima di questo genere nella regione e rappresenta una pietra miliare nell’archeologia dell’Irlanda del Nord.

Il dottor Alastair Ruffell dell’università ha guidato un’indagine radar ad alta risoluzione sul sito, rivelando che i resti erano situati a circa un metro sotto la superficie terrestre attuale. La scoperta è ulteriormente arricchita dalla presenza di resti di alberi fossili nelle vicinanze, suggerendo un possibile contesto di sepoltura in un antico boschetto o gruppo di alberi, che emergeva dalla zona palustre.

L’assenza della testa del corpo aggiunge un mistero alla scoperta, poiché non è ancora chiaro se sia stata rimossa prima o dopo la morte. L’ispettore Deehan ha dichiarato che, nonostante le condizioni delle ossa inizialmente suggerissero un periodo più recente, le analisi al radiocarbonio hanno confermato l’antichità dei resti.

La scoperta ha anche attirato l’attenzione sul paesaggio circostante e sulla sua importanza storica. La regione nord del Lough Neagh ospita una serie di paludi che, secondo il dottor Ruffell, sono particolarmente interessanti dal punto di vista glaciale e insediativo umano.

La straordinaria conservazione di parti del corpo nel materiale torboso a fronte della mancanza del cranio, lascia ipotizzare che il ragazzo sia stato ucciso per punizione o sacrificato a una divinità, come avveniva nelle aree paludose, considerate sacre. Per approfondire l’argomento potete leggere, qui sotto, cliccando su di esso, per aprirlo, il nostro articolo dedicato ai “Morti in palude”.

Scoperti sacrifici umani antichi nelle paludi europee. Studio su antichi corpi mummificati e scheletri nelle torbiere