“Immergetevi nel cuore antico di Trento, sotto piazza Cesare Battisti, alla scoperta della Tridentum romana – scrive la Soprintendenza per i beni culturali Trento – L’appuntamento è giovedì 21 luglio alle 16.30 allo S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas per visitare assieme a un’archeologa il sito e la mostra “Ostriche e vino. In cucina con gli antichi romani” . Partecipazione 2 euro escluso l’ingresso all’area archeologica, previa prenotazione tel. 0461 230171 entro le ore 13 del giorno dell’iniziativa”.
Le ricerche archeologiche condotte in Trentino negli ultimi anni, in particolare nel capoluogo e nella piana Gardesana, stanno restituendo informazioni di fondamentale importanza per ricostruire il processo di romanizzazione del nostro territorio. E proprio i ritrovamenti effettuati hanno fornito lo spunto per la mostra “Ostriche e vino”: utensili e suppellettili da tavola in ceramica fine e grezza, vetro e pietra, vasellame in bronzo per la cottura dei cibi datati tra il I ed il IV secolo d.C., oltre a resti vegetali, come cereali, legumi, vinaccioli. Materiali di intatta bellezza come i raffinati vetri smerigliati di coppe e bicchieri che svelano un gusto ricercato e grandi abilità artigiane. Molte le curiosità, come le ostriche di mare, provenienti probabilmente dall’Adriatico.
Gli scavi in Trentino hanno restituito materiali particolari come i resti di griglie in ferro per mantenere i recipienti di cottura separati dal contatto diretto con il calore. Da via Prepositura a Trento provengono le grandi teglie antiaderenti, adatte alla cottura di pane o frittate, prototipi di quelle anche oggi usate nelle nostre cucine. Dotate di un fondo ricoperto da uno spesso strato di vernice rossa con funzione impermeabilizzante, sono state rinvenute in un complesso produttivo attivo tra il I ed il III secolo d.C. Erano utilizzate per la cottura di pasti in larga scala all’interno di un “servizio mensa” destinato al personale che operava nell’azienda. Sempre a Trento, il sito di piazza Verzeri, oltre alle ostriche ha restituito un frammento di contenitore destinato a contenere del miele come suggerisce la scritta graffita mellis. Di notevole pregio (status symbol di un aristocratico locale) è il bicchiere in vetro bianco con pareti sfaccettate, rinvenuto ad Arco, prodotto nelle officine renane, ispirato a manufatti importati dal Vicino Oriente.
Quanto alla dieta, prevaleva anche nel territorio trentino quella mediterranea a base principalmente di cereali, frutta e verdura, ma ricchissima di sapori, spezie e piante aromatiche come riporta Marco Gavio Apicio nel “De Re Coquinaria”. Il pasto consueto era a base di farine e legumi, attestati in grande quantità anche durante lo scavo di un’azienda agricola a Navicello presso Rovereto (soprattutto miglio e lenticchie e una varietà locale di frumento).
Accanto ai materiali in mostra non mancano ricette e suggerimenti gastronomici per chi dalla teoria volesse passare alla pratica, come ad esempio l’Epityrum a base di olive, i boccioli di rose al forno, la salsa afrodisiaca ai ricci di mare, le fave alla moda di Vitellio, la crema d’orzo e stinco di maiale e una salsa al cumino per ostriche.