Cinesi dappertutto. Studiosi svelano: “Il Leone di san Marco che svetta su Venezia fu prodotto da loro nel Medioevo”

Recentissimi studi scientifici hanno rivelato che il celebre leone alato di bronzo che sovrasta una delle due colonne di piazzetta San Marco, simbolo universale di Venezia, potrebbe avere un’origine cinese. Questo simbolo della Serenissima Repubblica, che ha sorvegliato la città per secoli, potrebbe essere stato in origine uno zhènmùshòu (镇墓兽), una scultura funeraria cinese della dinastia Tang (609-907 d.C.), utilizzata per proteggere le tombe. Si tratterebbe, pertanto, di un adattamento, come alcune volte avveniva per le statue antiche. Gli studiosi dell’Università di Padova hanno trovato elementi inequivocabili nella fusione di bronzo che costituisce la statua. Essi provengono da una specifica zona della Cina. Il leone sarebbe pertanto un monumento archeologico realizzato nel Celesto impero, in un periodo corrispondente al nostro Alto Medioevo. Il manufatto sarebbe stato acquistato da viaggiatori- esploratori-mercanti- forse lo zio di Marco Polo? – e trasportato nella laguna veneta poiché il simbolo di Venezia era proprio un leone.

Il leone di Venezia trae origine da uno dei quattro simboli con i quali venivano identificati individualmente i quattro evangelisti. Il legame di Venezia con l’evangelista Marco comportò l’assunzione simbolica, da parte della città lagunare, del leone marciano, elemento che identificava visivamente l’autore di uno dei quattro Vangeli. Nello stemma originario il leone di Venezia reca tra le zampe il Vangelo, sul quale, in latino, stanno scritte le parole: “Pace a te, Marco, evangelista mio”. Una benedizione che si estendeva alla città che aveva scelto l’evangelista come il proprio protettore. Anche il leone con le ali simboleggiava potenza e rapidità. Una sorta di “impresa” cioè di fine figurato, per la Serenissima, che volava rapida sulle acque e che attaccava con la forza di una belva. In molte culture il leone è simbolo della forza, del potere, della difesa. E così nel mondo cinese.

Un team multidisciplinare di studiosi di geologia, chimica, archeologia e storia dell’arte dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Associazione internazionale di studi sul Mediterraneo e l’Oriente (Ismeo) e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, avendo notato caratteristiche stilistiche cinesi del manufatto, ha condotto un’approfondita analisi della lega bronzea della scultura. Le analisi chimiche, compresi gli isotopi del piombo, hanno confermato che il rame utilizzato per la fusione del leone proviene dalle miniere del basso bacino del Fiume Azzurro, nel sud della Cina. Questo dato ha svelato l’origine orientale della statua, collegandola ai traffici commerciali lungo la Via della Seta.

Un enigma storico

La scoperta, annunciata l’11 settembre 2024 durante il convegno internazionale su Marco Polo, ha sollevato domande sulla storia della statua e sul suo viaggio dalla Cina a Venezia. Già presente sulla colonna quando Marco Polo tornò dal suo viaggio nel 1295, la statua sembra essere arrivata in città in circostanze misteriose, forse a pezzi. Si ipotizza che l’arrivo del leone possa essere legato ai viaggi del padre di Marco, Nicolò, e dello zio Maffeo, che visitarono la corte mongola a Pechino tra il 1264 e il 1266.

Nonostante la statua continui a celare parte dei suoi segreti, il ritrovamento rappresenta un nuovo tassello nella storia dei rapporti tra Venezia e l’Oriente. Questo legame si inserisce nel contesto della grande Via della Seta, la rete commerciale che per millenni ha connesso l’Eurasia orientale con il Mediterraneo.

Venezia e la Cina: un legame storico

I rapporti tra Venezia e la Cina risalgono al XIII secolo, quando i mercanti veneziani intrapresero i primi viaggi verso l’Oriente. Il più celebre di questi viaggiatori fu Marco Polo, che trascorse oltre vent’anni alla corte del Gran Khan, governatore dell’Impero mongolo. La sua opera, “Il Milione”, ha introdotto l’Occidente alle meraviglie dell’Asia e ha dato vita a leggende e racconti che hanno alimentato la sete di scoperta degli Europei.

Venezia, con la sua posizione strategica tra Oriente e Occidente, ha sempre mantenuto forti legami commerciali con l’Asia. Lungo la Via della Seta, la Serenissima importava spezie, seta, porcellane e altri beni preziosi, e in cambio esportava manufatti veneziani. Questi scambi culturali e commerciali hanno arricchito Venezia, rendendola una potenza economica e culturale del Mediterraneo.

La Via della Seta e l’eredità culturale

Il ritrovamento del leone di origine cinese è un simbolo tangibile del ruolo di Venezia come crocevia di culture. La Via della Seta, che collegava l’Impero cinese alle grandi città europee, non era solo una rotta commerciale, ma anche un canale di scambio culturale e artistico. Le idee, le tecnologie e le influenze artistiche viaggiavano insieme alle merci, e Venezia ne è stata una delle principali destinazioni.

Le testimonianze artistiche e architettoniche che oggi possiamo ammirare a Venezia sono in parte frutto di questi scambi. I motivi decorativi orientali, le tecniche di produzione di tessuti pregiati e persino alcuni elementi dell’architettura veneziana sono il risultato dell’interazione con le culture orientali. Si può ipotizzare che un mercante veneziano abbia acquistato il bene archeologico cinese con il fine di rivenderlo a Venezia o di donarlo alla città per ottenere fama e, indirettamente, denaro. L’acquisto dovette avvenire proprio per la consonanza del leone cinese con quello di San Marco, simbolo della repubblica.

Il mistero del leone

Sebbene molti aspetti della storia del leone di San Marco rimangano ancora avvolti nel mistero, il fatto che la statua possa essere originariamente uno zhènmùshòu della dinastia Tang aggiunge un nuovo capitolo alla storia della città lagunare. Questo sorprendente legame con la Cina dimostra come Venezia, per secoli, sia stata un punto di incontro tra civiltà distanti ma connesse da interessi comuni.

Oggi, alla luce di questa nuova scoperta, il leone alato della piazzetta San Marco non rappresenta solo un simbolo di potere e gloria della Serenissima, ma anche un testimone silenzioso di un mondo globalizzato ante litteram, in cui le rotte commerciali e culturali attraversavano continenti e oceani, creando legami duraturi tra Oriente e Occidente.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa