02 marzo 2024 – Nei prossimi giorni l’anello verrà venduto all’asta. Ma facciamo qualche passo indietro. È stato il 4 ottobre 2020 che Alan Rumsby, un falegname in pensione di 75 anni, che ora si prende cura di sua moglie e si dedica alla passione per il metal detector, è tornato brevemente in un campo di stoppie a Roydon, nel Norfolk, con il suo rilevatore XP Deus. Alan aveva esplorato quest’area diverse volte senza particolare successo, ma in quella occasione il primo segnale proveniente dalla strumentazione elettronica rivelò un anello d’oro, nascosto a una profondità di 9 pollici. – 22 centimetri – Questo anello sarà messo in vendita a Noonans Mayfair in un’asta di gioielli, orologi, argento e oggetti di Vertu martedì 12 marzo 2024. Si prevede che l’oggetto possa essere aggiudicato tra le 14.000 e le 16.000 sterline. Il valore è pertanto attorno ai 18mila euro.
Alan ha spiegato: “Ero davvero entusiasta. Solo dopo che l’anello è stato portato al Museo ho capito quanto fosse significativa questa scoperta. Il British Museum aveva inizialmente dichiarato interesse per l’acquisizione dell’anello, ma ora, due anni dopo, l’anello è stato ritirato, quindi posso venderlo. Ho intenzione di utilizzare il denaro, che sarà diviso con il proprietario del terreno, per una vacanza per me e mia moglie”.
Tutto si è svolto con regolarità. In Italia la situazione è caotica, sotto questo profilo, e, di fatto, dedicarsi a questa attività è estremamente rischioso, anche in campi agricoli. Le scoperte devono essere fortuite e non devono essere pianificate. Ma come dimostrare che con un rilevatore una scoperta è fortuita? In Italia si registrano casi in cui persone con metal detector vengono portate in caserma per controlli a prescindere da tutto. Fino a qualche anno fa esisteva una proposta di legge – presentata dalla sinistra statalista – che voleva rendere illegale tout court la detenzione del metal detector. Ma in Gran Bretagna l’attività è regolamentata con grande efficacia. Di fatto, le ricerche si svolgono in campi agricoli dove gli strati archeologici sono già stati sconvolti dal trattori. Gli oggetti che vengono recuperati sono sottratti alle ruote e agli aratri, che li frantumerebbero. I pezzi trovati – se sono antichi e di valore – possono essere acquistati da un museo o da un’istituzione a prezzo di mercato. E il guadagno viene equamente diviso tra cercatore e proprietario del terreno, al quale va chiesto preventivamente il permesso di ricerca. Ogni ritrovamento viene registrato su un portale e costituisce un patrimonio di testimonianza notevole.
E’ inutile dire che da ciò emerge il diverso rapporto tra cittadini e Stato. Un rapporto da rivedere, se non da rifondare, in Italia, a 360 gradi, in funzione liberale e libertaria.
Così tutto è stato fatto regolarmente, per l’anello. Alan ha avvisato il proprietario del terreno. Poi ha chiamato l’autorità competente territorialmente. E siccome l’anello non è stato acquisito, in prelazione, da enti pubblici, ma è stato restituito al cercatore, il reperto è stato avviato all’asta.
Come ha aggiunto Nigel Mills, Artefact and Coin Expert presso Noonans: “Il reperto è storicamente importante perché è estremamente raro trovare un anello con sigillo di questo periodo – l’oggetto risalirebbe alla prima metà del Seicento, ndr) indossato da una donna. Ciò è indicato mediante uno stemma a forma di losanga sul castone dell’anello. Le braccia sono divise in quattro, ciascuna delle quali rappresenta la sua eredità familiare ancestrale, vale a dire Ashfield; Tendere; Botelier e infine Mapersall. La stella a cinque punte al centro dello stemma rappresenta un terzo figlio quindi crediamo che l’anello fosse di proprietà di Dorothy Ashfield nata nel 1594, la figlia maggiore del terzo figlio Thomas Ashfield di Hopton nel Suffolk e di sua moglie Ellen Holditch di Ranworth nel Norfolk.»
E continua: “Il punto del ritrovamento è vicino all’antico edificio di Brockdish che era di proprietà di John Tendring, il cui stemma di famiglia appare sul secondo quadrante della lunetta dell’anello come una fess (fascia orizzontale) con una mezzaluna tra due galloni. Il nome Ashfield ha origine nel Suffolk e nello Shropshire, e significa un campo con frassini”.