Circa 22 oggetti d’oro, risalenti al VI secolo, sono stati scoperti da un archeologo dilettante vicino alla città di Jelling, in Danimarca. Ole Ginnerup Schytz aveva appena acquistato un metal detector e lo stava testando. Aveva iniziato a camminare per i campi quando lo strumento di rilevamento ha iniziato a crepitare, segnalando una massa notevole di metallo. L’uomo ha preso una zappetta e ha scavato poche decine di centimetri. Straordinaria la bellezza luminosa che gli è apparsa. Oggetti purissimi, intatti, straordinariamente lavorati. Jelling è considerata dagli storici la culla dei re dell’era vichinga tra l’VIII e il XII secolo.
L’uomo – nella foto qui sotto con il suo metaldetector – ha avvisato i responsabili del museo e della Soprintendenza.
La zona è stata poi delimitata e un escavatore ha eliminato la zolla superficiale, giungendo all’evidenza dello strato. Ciò consentirà di capire cosa ci fosse attorno al punto in cui il tesoro venne nascosto o depositato.
Il paese in cui è avvenuto l’eccezionale ritrovamento ha 5.697 abitanti (2005) e una superficie di 89 km², ma ha un’importanza storica straordinaria. I tumuli, le pietre runiche e la chiesa di Jelling sono inseriti nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. L’importanza di tali pietre risiede nel fatto che una di esse testimonia l’avvenuta conversione del regno di Danimarca e Norvegia al cristianesimo da parte di Aroldo Denteazzurro, nel X secolo. La seconda pietra, quella più piccola, fu creata per volere di Gorm, padre di Aroldo e re pagano di Danimarca, in onore della moglie Thyra. Il recente ritrovamento del tesoro in queste aree consentirà di leggere in continuità l’importanza di un insediamento di potere.
Il tesoro, che pesa poco meno di un chilogrammo, include un medaglione che ha le dimensioni di un piattino. Gli oggetti ritrovati “contengono molti simboli, alcuni dei quali ancora a noi sconosciuti – hanno detto archeologi e responsabili del museo – che ci permetteranno di ampliare la nostra conoscenza degli uomini di questo periodo”.
Uno dei pezzi ritrovati – lo vediamo qui sotto – rappresenta l’imperatore romano Costantino.
“È il simbolismo rappresentato su questi oggetti che li rende unici, più della quantità trovata”, ha detto Ravn, direttore delle ricerche. Secondo i primi esami, il tesoro potrebbe essere stato depositato come offerta agli dei in un’epoca caotica in cui il clima nel nord Europa era sconvolto, dopo che un’eruzione vulcanica in Islanda aveva coperto il cielo di cenere, nell’anno 536. Il tesoro sarà in mostra al museo di Vejle dal febbraio 2022.
Le foto di questa pagina sono state scattate da Michael Højlund del Konserveringscenter Vejle