Con un robot sottomarino esplorati e documentati relitti e carichi antichi sul fondo del Canale di Sicilia

Un lavoro condotto fino a 850 metri di profondità. I risultati della Missione multilaterale saranno presentati in autunno a Parigi presso l’Unesco e costituiranno le basi per la stesura di futuri piani di conoscenza e tutela delle zone oggetto delle indagini.

La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, insieme all’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, ha partecipato alla prima Missione multilaterale archeologica subacquea sotto l’egida UNESCO sul Banco Skerki nel Canale di Sicilia, che si è conclusa nei giorni scorsi con il rientro a Marsiglia della nave “Alfred Merlin” del DRASSM.

©️M. Pradinaud

In particolare, la Soprintendente nazionale Barbara Davidde ha coordinato le ricognizioni archeologiche in mare che si sono svolte sulla piattaforma continentale italiana, mentre l’archeologo subacqueo Alessandro Asta (Ufficio Unesco del MiC) ha partecipato alle operazioni in rappresentanza dell’Italia nelle attività di ricerca che si sono svolte sulla piattaforma tunisina. L’intervento di ricognizione e documentazione è stato svolto, ad elevata profondità, con l’uso del Rov, un sottomarino a comando remoto.

©️V.Creuze ROV DRASSM

“Sulla piattaforma continentale italiana, nel Canale di Sicilia”, spiega Barbara Davidde, “è stata indagata la zona in cui l’équipe americana diretta da Robert Ballard individuò, tra fine anni ‘80 e ‘90, una decina di relitti d’età antica e post-antica. A bordo dell’Alfred Merlin gli archeologi hanno esplorato i fondali mediante un ROV denominato “Arthur”, progettato per l’esplorazione archeologica degli alti fondali. In questa occasione il ROV si è spinto fino a circa 850 metri circa di profondità e ha documentato in alta definizione 3 relitti di quelli individuati in passato dagli americani. Il lavoro degli archeologi è stato rivolto anche alla valutazione dello stato di conservazione dei relitti. Con piacere è stato constatato che lo stato di conservazione del carico è buono. Non si sono osservati peggioramenti dovuti alla bioerosione e all’azione umana. In alcuni casi, infatti, le indagini hanno permesso di individuare porzioni di carico non documentate dal gruppo di ricerca americano, e quindi il loro studio permetterà di fornire nuovi dati”.

©️V.Creuze ROV DRASSM

©️Angel Fitor

“Grazie alla documentazione strumentale raccolta che ha previsto anche la realizzazione di video ad alta risoluzione – prosegue Barbara Davidde – la Soprintendenza nazionale potrà realizzare la fotogrammetria dei relitti che aiuterà il gruppo di lavoro a studiare più nel dettaglio i rispettivi carichi”.
I risultati della Missione multilaterale saranno presentati in autunno a Parigi presso l’UNESCO e costituiranno le basi per la stesura di futuri piani di conoscenza e tutela delle zone oggetto delle indagini.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz