Cosa accade quando un’impresa entra, con gli archeologi e i restauratori, in un convento antichissimo, con il fine di realizzare nuovi appartamenti residenziali privati? Il cantiere diventa un campo affascinante di studio, specie se l’abbazia è stata impostata nel V – VI secolo a. C. ed è stata trasformata nei secoli, probabilmente in coincidenza con i periodi di espansione economica generale.
A Vienne, Comune francese di 30.500 abitanti situato nel dipartimento dell’Isère, nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi, l’antica Abbazia di Saint-André-le-Haut, conosciuta con il nome di Convent des Dames Nobles, libera dalla fine degli anni ’90 e registrata nei Monumenti Storici, è oggetto di un cantiere che trasformerà l’ex convento delle nobili dame in eleganti appartamenti privati. L’intervento edilizio è svolto da Singer Tp.
La storicità dell’edificio ha richiesto la presenza di archeologi e restauratori della società Archeodunum. Nel corso dei lavori preliminari sono stati portati alla luce numerosi elementi, che consentiranno di comprendere le trasformazione del palazzo nei secoli.
Importanti lacerti di decorazioni di gusto post-rinascimentale e secentesco sono state portate alla luce durante gli interventi e verranno valorizzati. Eleganti gli apparati decorativi geometrico-vegetali evidenziati sulle travi di un soffitto.
“Questa abbazia femminile non è sconosciuta agli archeologi poiché la sua chiesa, e più precisamente il suo convento – dicono i responsabili di Archeodunum – hanno ospitato una scuola di archeologia edilizia per studenti dell’Università di Lumières Lione II, sulla quale alcuni archeologi di Archeodunum hanno affilato le loro prime armi”.
Le diverse fasi del palazzo
“Tuttavia – proseguono gli archeologi francesi – gli edifici attorno al cortile claustrale sono rimasti relativamente poco conosciuti. Lo studio dell’edificio condotto in un lungo periodo da un team Archeodunum, sotto la direzione di Quentin Rochet, ci permette di completare le nostre conoscenze. Se l’abbazia esiste dal VI o VII secolo, il palazzo che ci è giunto testimonia soprattutto una serie di lavori di ricostruzione ordinati nel XVII secolo dalle badesse della famiglia Villars”.
“Così, sotto le ulteriori trasformazioni del XIX e XX secolo, si trovano la configurazione degli edifici del XVII-XVIII secolo, ma anche le decorazioni con molti resti di rivestimenti dipinti come due soffitti. – conclude Archeodunum – Lo studio ha permesso anche di trovare più puntualmente, nelle ali orientali e occidentali, i resti dell’abbazia dal XIV al XVI secolo incastonati nella costruzione successiva. L’operazione, ancora ampiamente in corso, cerca di specificare la progettazione degli edifici conventuali prima dei cantieri del XVII secolo”.