Ceramiche Lenci. La collezione di Giuseppe e Gabriella Ferrero e la Torino del Novecento
Dal 23 giugno 2023
Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda, terzo piano (Piazzetta Reale, 1)
Ingresso compreso nel biglietto dei Musei Reali
Il percorso, suddiviso in dieci aree tematiche, presenta 132 opere, donate da Giuseppe e Gabriella Ferrero, realizzate da 17 artisti, tra cui Mario Sturani, Giovanni Grande, Gigi Chessa, Sandro Vacchetti, Giuseppe Porcheddu, Elena König Scavini. Il nuovo allestimento è in dialogo con una selezione di opere provenienti dalla raccolta di arte moderna della Galleria Sabauda, con lavori di pittori e scultori attivi a Torino tra le due guerre. Da oggi, 23 giugno 2023, i Musei Reali si arricchiscono di una nuova sezione permanente, dedicata alle ceramiche della manifattura torinese Lenci e alla cultura figurativa di Torino tra le due guerre.
Questa nuova pagina nella storia dei Musei Reali è resa possibile dalla generosa donazione dei signori Giuseppe e Gabriella Ferrero che, con le figlie Silvia e Paola, hanno voluto incrementare il patrimonio culturale pubblico della città con 132 opere ideate da diciassette artisti attivi per la manifattura Lenci, nella sua fase più creativa, tra il 1928 e il 1936.
La manifattura Lenci appartiene alla cultura della Torino tra le due guerre e a quel decennio cruciale in cui lo sviluppo della fabbrica fordista si confronta con la città della merceologia di lusso, della moda e dell’arredamento d’avanguardia, in una fase di grande vitalità e di tensione civile, con radicali mutamenti urbanistici e il sorgere di nuove vocazioni, dall’editoria, al cinema, alla moda, alle telecomunicazioni.
La collezione Ferrero è composta per due terzi da piccole sculture e per un terzo da oggetti d’uso comune, vasi, ciotole, scatole, lampade, posacenere, candelieri e set da scrivania. Il percorso è articolato in dieci temi che rendono omaggio alla varietà di soggetti e storie esplorati dai creatori della Lenci: la donna moderna, la donna ideale, la donna reale, il tempo e le stagioni, innamorati, scene di vita, miti e storie, il mondo nel vaso, la fiaba e le maschere, animali. L’allestimento progettato da Loredana Iacopino modella lo spazio con un nastro bianco sinuoso, che accompagna il pubblico alla scoperta delle collezioni, dove forma e colore diventano protagonisti. L’esposizione costituisce un ideale prolungamento delle sale dedicate al collezionismo di Riccardo Gualino, in un passaggio che dal gusto colto e sofisticato del grande imprenditore si frantuma nello scintillante repertorio di eleganti oggetti d’arredo destinati al pubblico borghese, caratterizzato dalla fusione di temi e di stili che accolgono motivi di ispirazione viennese, geometrie futuriste, richiami all’antico e rimandi alla pittura del post-impressionismo francese.
La storia della Lenci inizia nel 1919, quando i coniugi Elena König ed Enrico Scavini fondano a Torino la fabbrica con l’obiettivo di dar vita a una produzione di giocattoli, bambole, confezioni, articoli di vestiario e arredamenti per la casa. La scelta di avviare una nuova produzione di statuette in terraglia smaltata si affaccia con l’Esposizione Internazionale di Parigi del 1925 dedicata alle arti decorative, che sancisce i caratteri di ciò che da allora viene definito lo Stile 1925, poi Art Déco: una cifra che fonde eleganza formale e ritmicità compositiva, ricchezza dei materiali, citazioni colte da civiltà del passato ed esuberanza d’ornato. Inizia così un’avventura produttiva e commerciale che dal 1928, data della prima presentazione pubblica, giunge fino al 1964.
La scelta degli Scavini risponde alla più ampia esemplificazione delle tipologie, con l’obiettivo di creare un repertorio di oggetti eleganti, adatti a un pubblico borghese dal gusto cosmopolita e moderno, con uno stile che sperimenta una morbida fusione di temi giocosi e ironici, in cui è maestro Mario Sturani, amico fraterno di Cesare Pavese e legato al circolo dei compagni del liceo D’Azeglio; ma anche scene di vita contadina e popolare, in cui primeggiano i coniugi Ines e Giovanni Grande; nudi arcaici e modernissimi come quelli di Gigi Chessa, dal 1929 nel Gruppo dei Sei di Torino; soggetti naturalistici sulle orme degli animalier francesi, modellati da Felice Tosalli; ninfe e principesse delle favole di Nillo Beltrami, Abele Jacopi, Claudia Formica e Sandro Vacchetti, fino all’interpretazione scanzonata della donna moderna di Elena König Scavini e di Abele Jacopi. Le ceramiche della collezione Ferrero documentano anche l’attività di figure di punta della cultura cittadina degli anni Venti, come il pittore Giulio Da Milano, sodale di Edoardo Persico, Massimo Quaglino e Giuseppe Porcheddu, attivi anche nel campo della grafica, dell’illustrazione e della scenografia. Tra gli scultori, spicca il nome di Giovanni Riva, autore dal 1930 della monumentale Fontana Angelica di Piazza Solferino.
Nel nuovo allestimento, realizzato grazie al sostegno e alla collaborazione dei signori Ferrero e al contributo organizzativo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, le ceramiche dialogano con una selezione di pitture e di sculture della collezione del Novecento della Galleria Sabauda. Si tratta di opere acquistate dallo Stato italiano tra il 1935 e il 1942 tramite la Soprintendenza, con l’obiettivo di incoraggiare l’attività di giovani artisti sul territorio torinese e regionale. Vi figurano opere di Alloati, Bonfantini, Chessa, Cremona, Da Milano, Deabate, Galvano, Maccagno, Manzù, Martina, Mastroianni, Menzio, Paulucci, Riva, Sartorio, Spazzapan, Valinotti, Vellan e altri artisti, a cui si aggiunsero, nel dopoguerra, donazioni di dipinti, acqueforti e litografie.
Le opere furono sin dall’inizio cedute in deposito a diversi enti torinesi e il progetto di esporle in Galleria Sabauda non trovò attuazione fino a quando, alla fine degli anni Ottanta, dopo un lungo lavoro di ricognizione, vennero riaccorpate alle collezioni della Pinacoteca. In stretta connessione con l’esposizione della collezione Lenci, si presenta ora parte della raccolta, poco nota, ma significativa per la grande omogeneità culturale, trattandosi di opere che provengono dalle esposizioni del Sindacato Fascista di Belle Arti e organizzate a Torino dal Centro d’Azione per le arti. Si delinea il panorama della situazione torinese, compresa la presenza sulla scena di un gruppo di artiste che si affermano attraverso la formazione di organismi sindacali specifici. Emerge anche il ruolo di primo piano rivestito dal paesaggio in Piemonte anche nel Novecento, al quale si affiancano altri filoni tematici come i ritratti, le nature morte e le scene di genere, evidenziando la vitalità della cultura artistica piemontese in rapporto o in contrasto con gli indirizzi di ricerca dell’arte nazionale. Il catalogo è edito dalla Sagep Editori.
“Con il dono di Giuseppe e Gabriella Ferrero, le collezioni di arte decorativa dei Musei Reali si aprono alla storia della Torino di primo Novecento – dichiara la direttrice Enrica Pagella – una città dalle identità plurime, impegnata a delineare un proprio profilo moderno ed europeo. Dobbiamo quindi alla famiglia Ferrero un doppio ringraziamento: per aver voluto legare il destino della loro collezione a una istituzione pubblica, radicando un’importante pagina di storia della città nella città, e per avere, con questo gesto di mecenatismo, riattivato un potenziale di sviluppo che per il museo significa nuovi spazi di studio e di ricerca e inedite opportunità di interpretazione sul carattere delle raccolte storiche, in una dialettica tra passato e presente che è la linfa per un dialogo vivo, duttile e sensibile con il pubblico di oggi e di domani”.
“Oggi si inaugura alla Galleria Sabauda l’esposizione permanente della nostra donazione di 132 ceramiche della manifattura Lenci di Torino – affermano Giuseppe e Gabriella Ferrero con le figlie Silvia e Paola. – È il nucleo fondamentale, storico e artistico, del primissimo periodo di produzione della manifattura Lenci (1928-1933), risultato di una rigorosa ed appassionata ricerca iniziata nei primi anni ’90. Questo nuovo allestimento vuole essere una testimonianza per la nostra Città di un periodo di grande fervore del “fare”, di imprenditori illuminati che associarono alla laboriosità e all’industria una raffinata sensibilità culturale.”
“Oggi festeggiamo – afferma Giorgio Marsiaj, presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino – un gesto di grande generosità di una famiglia di imprenditori torinesi, da oltre vent’anni Soci della Consulta: Giuseppe e Gabriella Ferrero, con le figlie Silvia e Paola, hanno voluto condividere con tutti coloro che visiteranno i Musei Reali negli anni a venire, la loro importante collezione, frutto delle ricerche appassionate di una vita. Per offrire adeguato spazio e giusto rilievo alla preziosa raccolta, Consulta ha contribuito a sostenere l’allestimento permanente della Collezione delle Ceramiche della Manifattura Lenci e il catalogo. Investire in Cultura è investire nel futuro del nostro Paese: con questo spirito opera Consulta da 36 anni. Siamo imprenditori e le nostre aziende interagiscono con il territorio e la comunità: desidero ringraziare la Famiglia Ferrero per il generoso modo di interazione che ha da oggi posto in essere!”