La sensibilità femminile, altre ad esprimersi attraverso i canoni dei linguaggi tradizionali, trova mezzi simbolici infiniti per sottolineare la natura di un periodo storico, le inclinazioni individuali,le speranze nel futuro, la libertà o, pur sino, la necessità cupa dell’autarchia. Riteniamo questo filmato bellissimo e importante quanto un volume di storia dell’arte e delle narrazioni delle umane vicende consumatesi nel cosiddetto “secolo breve”, l’orribile Novecento, che è stato sangue bellico e penicillina, stragi barbare e nuove comunicazioie, violenze e liberazione della donna. E l’elenco risulta abbozzato solo nelle prime voci.
Noi abbiamo spesso sottovalutato i messaggi collettivi e individuali che stanno in un taglio del coiffeure e in un’acconciatura, ritenendo queste forme una sorta di incomprensibile capriccio femminile oppure come frutto esclusivo dell’ordine, del decoro e della bellezza coltivata che appartengono al mondo femminile. Eppure, osservando questo filmato,già delle prime battute, ci accorgeremo che nella Belle epoque la capigliaura è ricca, sormontante e piena di riporti di riccioli, quasi a configurare una donna-statua feconda e portratrice di nobiltà, benessere e piacere. Negli anni venti, il taglio riduce la massa dei capelli, alla maschietta. Le giovani signore non si sentono più matrone romane, come le proprie madri, ma aspirano ad interpretare un ruolo nuovo,più vicino al mondo maschile che aveva clamorosamente provocato il disastro della prima guerra mondiale, ma con un’insita percezione della necessità di cambiamento. Insomma: questo passaggio è avvertbile non solo nell’arte della conciature, ma in ogni arte applicata. Pensate,ad esempio, cosa cambia,in quel periodo le immagini dellemonete. Lasciamo a voi, il compito, divertente e appagante di legerre ogni sequenza novecentesca attraverso la capigliatura, com’ è presentata dal filmato. Arrichiremo la nostra capacità di lettura del segno.