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E’ morta la scultrice Anna Chromy, la prima donna ad essere stata insignita del Premio Michelangelo


E’ morta Anna Chromy, l’artista boema – conosciuta in tutto il mondo – che aveva scelto la Versilia come sua seconda casa. Aveva 81 anni. Era autrice di opere monumentali come “Cloak of conscience”, il mantello della coscienza e della tolleranza, che è ancora la più grande scultura mai scolpita in un unico blocco di marmo (proveniente dalla cava di Michelangelo Carrara) da 250 tonnellate. La scultura è a Carrara. L’artista – che aveva promosso un filone di ricerca, introspettivo, nell’ambito dell’Arte della coscienza . aveva ricevuto notevoli riconoscimenti, come il premio Michelangelo – per la prima volta attribuito a una donna – in Toscana, il premio Dalì e Kafka a Praga. Altri mantelli monumentali furono installati in luoghi eccezionali, per la cultura, per la tolleranza e per la fede. Sono oltre 60 i gruppi di sculture pubbliche, realizzate da Anna Chromy e collocate in tre continenti. Dal 1988 l’artista aveva aperto uno studio a Pietrasanta, dove lavora presso le fonderie e i laboratori del territorio. Nella zona della Versilia si trovano le sculture Controvento e le Quattro Costellazioni (2001), in Piazza Navari-Pontile a Forte dei Marmi e Il Danzatore (2003), in Piazza dello Statuto a Pietrasanta

Il mantello della coscienza, durante la realizzazione

Così la scultrice raccontava la propria storia. “Sono nata sulle rive del fiume Moldava, che collega la mia città natale Cesky Krumlov con Praga, città natale di mia madre. Sono una figlia di questa città. Bellissimi castelli rinascimentali e chiese barocche hanno lasciato il segno, dentro di me, sin da quando ero piccola. Quando abbiamo dovuto lasciare il nostro Paese, il mio ultimo e più commosso addio è stato ai miei amici in pietra sul famoso Ponte Carlo”.
“La giovinezza trascorsa a Salisburgo e a Vienna, in Austria, mi ha lasciato con una lingua madre e un passaporto per la vita. Mi ha anche impregnato delle melodie celestiali di Mozart, Schubert e altri compositori, che sono riemerse in seguito nelle mie creazioni scultoree.
“Quando sono arrivata a Parigi, “La Città della Luce”, un mondo tutto nuovo ha travolto i miei sensi, il Louvre, la “Civilisation Française” con gli scrittori e i filosofi esistenzialisti. Gli artisti stranieri come Dalì e Picasso, che avevano scelto la città come la loro casa. Ho dovuto trasformare questo shock in quadri se non volevo implodere. Così ho deciso di frequentare la Beaux Arts e l’Academy de la Grande Chaumière”.
Una delle opere della scultrice. Questo lavoro è stato collocato in Israele

“A causa del mio modo tridimensionale di disegnare, i miei professori hanno presto cercato di indirizzarmi verso la scultura, ma senza successo. Volevo dipingere e nient’altro. Ma qualunque sia l’influenza che ho ricevuto a Parigi, la mia eredità mitteleuropea è presto venuta a galla. Il surrealismo di Max Ernst, René Magritte e Salvador Dalì, il mio primo grande amore per la pittura, ha lasciato gradualmente il posto a un approccio più visionario, utilizzando colori tenui, alla Turner, vicino alla scuola viennese dei “realisti fantastici”.
“Ma la vita è imprevedibile e spesso crudele. Così è successo che un grave incidente mi ha impedito di dipingere per sei anni, e siccome non ho il temperamento per rimanere inattiva, alla fine ho deciso di provare la scultura. Per caso, avevo ormai stabilito la mia casa in Costa Azzurra vicino al confine italiano. Pertanto, il centro di scultura di Pietrasanta e Carrara era facilmente raggiungibile. In Italia ho avuto subito la sensazione di ritrovare parte delle mie radic:, una forte fede religiosa, un paese dove la vita è un palcoscenico, e che abbonda di tesori artistici ovunque tu vada”.
“La vita aveva chiuso il cerchio. La bellezza si riaffermava in modo quasi mistico. Antica Grecia e Roma, Rinascimento e Barocco dei Medici e dei Papi. Tutto sembrava dirmi: “Anna non cedere; combatti il male e ciò che è brutto, attraverso la bellezza ispirata. Tornare alle radici dell’Europa, agli Antichi Miti e alla salvezza per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo”.