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Entrare. Scendere. La meraviglia degli antichi romani in Abruzzo. Cos’è. La storia. 6 visite con guida da marzo a maggio


I resti dell’imponente opera, realizzata dall’imperatore Claudio per la bonifica del lago Fucino, tra il 41 e il 52 dopo Cristo, offrono ancora oggi una occasione per comprendere la grandiosità dell’intervento e le sue ricadute sul territorio circostante, da sempre condizionato dalla presenza del terzo bacino lacustre più grande d’Italia, prosciugato nella seconda metà dell’Ottocento. I Romani volevano far fronte ai problemi causati dal lago, a causa dell’esiguo sbocco a valle. Le acque si accumulavano creando problemi ai centri abitati. Con un deflusso regolare sarebbe stato possibile portare ricchezza nella zona.

Il percorso si sviluppa all’interno della galleria del Ferraro; ampliato di recente, nel corso di lavori di miglioramento dell’area, consente al visitatore di cogliere lo sviluppo del sistema realizzato in epoca romana per drenare l’acqua del lago verso il fiume Liri, a Capistrello.

Partendo da Avezzano, una parte significativa delle acque del lago fu deviata attraverso un tunnel sotterraneo di oltre 6 chilometri nel monte Salviano, per confluire infine nel fiume Liri vicino a Capistrello. Questo sistema idraulico rappresentava un’impresa costruttiva senza precedenti fino all’apertura del traforo ferroviario del Frejus nel 1871.

Dopo la caduta dell’Impero romano, la mancanza di manutenzione portò alla chiusura della galleria, facendo riemergere il lago alle sue dimensioni originali. Nel corso dei secoli successivi, a partire dal 1854, Alessandro Torlonia supervisionò la realizzazione di un nuovo canale lungo più di sei chilometri, seguendo in gran parte il percorso dei cunicoli claudiani. Questo nuovo sistema, collegato all’Incile del Fucino, consentì il completo svuotamento del lago nel 1878.

L’area dei Cunicoli di Claudio è oggi un importante sito archeologico e speleologico, protetto da un parco inaugurato nel 1977. Inizialmente, furono proposti diversi progetti per il drenaggio del lago, ma la maggior parte di essi fu scartata per il rischio di inondazioni, soprattutto per Roma. Tuttavia, Claudio riprese l’ambizioso progetto nel 41 d.C., finanziandolo con fondi pubblici e affidandolo a un’azienda romana.

Durante la sua costruzione, circa trentamila lavoratori, inclusi schiavi e artigiani, si dedicarono allo scavo dei cunicoli e alla creazione delle infrastrutture necessarie. Nonostante le sfide incontrate durante la costruzione, l’opera fu completata con successo nel 52 d.C., permettendo alle acque del lago di defluire nel fiume Liri.

Dopo la sua inaugurazione, Claudio organizzò una spettacolare naumachia sul lago, alla presenza di sua moglie Agrippina e del giovane Nerone. Le successive opere di manutenzione, avviate probabilmente durante il regno di Traiano e soprattutto di Adriano, contribuirono a ridurre ulteriormente le dimensioni del bacino lacustre e a mitigare il rischio di inondazioni.

Grazie a queste infrastrutture, le città circostanti conobbero un periodo di prosperità economica, mentre le zone montane circostanti divennero rinomate destinazioni turistiche. Nel breve video, qui sotto, le acque del lago escono dalla galleria dopo aver percorso 6 chilometri sotto la montagna.