Fa un buco nel muro di casa con il trapano e trova gioielli e monete. Scava nel suo giardino e scopre oggetti di valore. Di chi sono quelle cose? Cosa deve fare per non finire nei guai?

Potrebbe capitare anche a voi, nel caso in cui abbiate una vecchia casa o un giardino. Una punta di trapano aggressiva ed ecco che l’intonaco cede. E dietro l’intonaco c’è un’intercapedine. Un tempo, si sa, non c’erano le banche e la gente nascondeva il denaro tra la propria casa e il giardino. Niente paura se siete nel regno Unito. Allarme a mille, se siete in Italia.

Quegli oggetti non sono vostri, anche se stavano nel vostro muro di casa. Vediamo le differenze tra un cittadino italiano e uno britannico che fanno un buco nel muro e, lì dietro, trovano un tesoro.

In Italia e nel Regno Unito, la scoperta di monete antiche, gioielli o oggetti archeologici all’interno della propria proprietà è regolata da leggi che stabiliscono i diritti e i doveri del ritrovatore. Mentre in Italia il diritto di proprietà sui beni culturali appartiene allo Stato anche se ritrovati in terreni privati, nel Regno Unito il sistema è più flessibile, e il proprietario della terra può spesso esercitare un diritto di proprietà sugli oggetti, previo rispetto delle normative. Nei termini Beni culturali, in genere, si può far rientrare di tutto anche se la legge sarebbe in sé selettiva. Ma ciò che conta è la prassi.

Vecchia soffitta, Foto di Nicolas Vigier Creative Commons Zero, Public Domain Dedication


Il diritto di proprietà in Italia: i beni culturali appartengono allo Stato

In Italia, ogni bene archeologico o storico scoperto nel sottosuolo è considerato, per legge, di proprietà dello Stato, anche quando è rinvenuto su una proprietà privata. Di fatto, in un caso del genere, gli inquirenti fanno rientrare tutto nella categoria di bene storico o archeologico. E per sottosuolo, estensivamente, intendono anche i muri di casa. Quindi la legge italiana intende dire. se scavi o fai buchi anche in casa tua e trovi qualcosa di prezioso o di vecchio, non ti appartiene. Questo principio è sancito dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004), che stabilisce i doveri di chiunque scopra beni di interesse storico o archeologico:

  1. Segnalazione e consegna: Il ritrovatore, sia esso il proprietario del terreno o chiunque scopra il bene per caso, è tenuto a segnalare immediatamente la scoperta alle autorità, come la Soprintendenza ai Beni Archeologici, entro 24 ore. Deve poi consegnare il bene affinché venga custodito e studiato.
  2. Nessun diritto di proprietà: La legge esclude quindi il diritto di proprietà del privato sui beni archeologici trovati nella propria proprietà. Anche se il bene viene rinvenuto nel giardino o dietro un muro della propria casa, il diritto di proprietà passa automaticamente allo Stato, che si occupa di valorizzare e preservare questi reperti per l’interesse collettivo.
  3. Possibile ricompensa: A chi rinviene casualmente il bene può essere corrisposta una ricompensa pari al 25% del valore del bene, in base alla valutazione delle autorità, come compenso per la segnalazione e la collaborazione.

Il diritto di proprietà nel Regno Unito: una normativa più permissiva

Il sistema britannico è più favorevole al proprietario del terreno, lasciando maggiore libertà nella gestione dei ritrovamenti grazie al Treasure Act del 1996 e al Portable Antiquities Scheme. Questi meccanismi regolano i diritti di proprietà sui beni rinvenuti, dando al ritrovatore o al proprietario del terreno maggiori possibilità di conservare o vendere il bene:

  1. Obbligo di segnalazione solo per oggetti di “tesoro”: Solo alcuni tipi di beni sono soggetti a obbligo di segnalazione. Gli oggetti considerati “tesori” (come manufatti preziosi di oltre 300 anni) devono essere dichiarati entro 14 giorni, lasciando tuttavia al ritrovatore una discreta libertà di possesso.
  2. Possibilità di proprietà privata: Gli oggetti ritrovati che non rientrano nella categoria di “tesoro”, come manufatti più recenti o di minor valore, possono essere conservati o venduti dal proprietario del terreno, previa registrazione presso il Portable Antiquities Scheme. Questo schema permette anche ai privati di conservare reperti di interesse archeologico senza perdere il diritto di proprietà, purché siano segnalati e catalogati.
  3. Ricompensa e compravendita dei tesori: Quando viene segnalato un tesoro, i musei britannici hanno il diritto di fare un’offerta di acquisto per acquisirlo; in tal caso, il ritrovatore e il proprietario del terreno ricevono una ricompensa equivalente al valore di mercato del bene, divisa tra loro. Se nessun museo si interessa al bene, il ritrovatore ha diritto di possederlo o venderlo.

Differenze tra i due sistemi e impatti culturali

Le leggi italiane mettono in primo piano la tutela del patrimonio archeologico per l’interesse pubblico, mentre il Regno Unito bilancia l’interesse collettivo con quello del singolo, rendendo il sistema meno vincolante e più incentivante. Questo approccio ha incoraggiato negli anni un crescente numero di scoperte in suolo britannico, alimentando la ricerca archeologica e museale, mentre il sistema italiano garantisce una protezione rigorosa del patrimonio culturale, ma spesso scoraggia il ritrovamento accidentale.


Esempi di tesori scoperti in case o terreni privati

L’Elmo di Coazze – Italia

Nel 1980, un muratore trovò un antico elmo romano nascosto in una cantina della sua casa a Coazze, in Piemonte. Come previsto dalla legge, l’elmo fu subito segnalato alle autorità e oggi è conservato al Museo di Antichità di Torino. Questo caso illustra come i tesori rinvenuti su suolo italiano siano destinati allo Stato, con la ricompensa concessa al ritrovatore.

Il Tesoro di Hoxne – Regno Unito

Un contadino scoprì accidentalmente nel 1992 un tesoro romano di monete e gioielli a Hoxne, nel Suffolk, stimato come uno dei ritrovamenti più importanti della storia britannica. Segnalato alle autorità, il tesoro venne acquistato dal British Museum per 1,75 milioni di sterline, divisi tra il contadino e il proprietario del terreno, evidenziando il sistema di ricompensa britannico.


Questi esempi dimostrano le differenze tra i sistemi di gestione dei ritrovamenti in Italia e nel Regno Unito, testimoniando come ogni Paese dia priorità a modelli diversi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, con implicazioni dirette sui diritti di chi rinviene tali tesori.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa