Le circa centocinquanta opere che compongono il percorso di visita, allestito al Museo archeologico di Napoli, il Mann – fino al 6 gennaio 2022 – mostrano come intorno ai giochi ruotasse una complessa organizzazione in grado di permeare molteplici aspetti della vita pubblica e privata. L’attenzione per i giochi e per i loro protagonisti non solo era uno straordinario strumento di propaganda politica ma anche un tema radicato nell’immaginario collettivo, come ben testimoniano gli apparati decorativi e gli arredi delle domus sia di Pompei sia degli altri centri dell’impero, tra cui quelli d’Oltralpe rappresentati in mostra. Il percorso è infatti concepito con continui rimandi tra i contesti più noti, come quelli di Pompei, del Colosseo e degli anfiteatri di Pozzuoli e Santa Maria Capua Vetere, e siti elvetici come Avenches o Augusta Raurica, da cui provengono reperti pregevoli e di notevole interesse, come il mosaico pavimentale con figure di gladiatori esposto per la prima volta al di fuori della Svizzera dopo un recente restauro.
Immancabili le armature rinvenute nella caserma dei gladiatori di Pompei, portate alla luce già negli scavi settecenteschi, cui fanno da contraltare le sezioni dedicate gli aspetti preparatori del combattimento, come l’alimentazione, l’allenamento, le cure mediche, che si avvalgono degli esiti di nuovi studi. L’esposizione è arricchita da un nutrito apparato multimediale tra cui la ricostruzione virtuale della sequenza delle pitture, ormai perdute, che decoravano la balaustra interna dell’anfiteatro di Pompei. La mostra, a cura di Valeria Sampaolo, trae origine da una collaborazione tra il MANN e l’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea e da una sinergia con il Parco Archeologico del Colosseo. Si avvale del sostegno della Regione Campania e della partnership del gruppo Intesa Sanpaolo.
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