Volontari e archeologi hanno deciso di passare una bella giornata nel bosco autunnale, esplorando i possibili segreti che offre un’antica strada, molto utilizzata nel passato remoto e poi, di fatto, divenuta un capillare di scarsa importanza nell’economia viabilistica della zona. Sono proprio queste aree fittamente frequentate nel passato e poi, di fatto, quasi abbandonate a riservare le sorprese migliori.
Il 23 ottobre è stata rinvenuta una spada antica in ottime condizioni – poi vederemo l’epoca a curi risale – grazie all’impegno di volontari e professionisti del programma di archeologia comunitaria del Museo Herman Ottó di Miskolc, supportati dal MNM National Archaeological Institute. Tra i volontari, è stato Kristóf Monyók a fare la scoperta, assistito da altri appassionati come Szabolcs Csízi, Soma Fazekas, Ináncsi, László Juhász, Tamás Kapczár, Szilárd Ladmaczi, Leslie Németh, József Peth A, István Révész, Imre Swábenszki e Zsolt Varga. Questa esperienza, coordinata dall’archeologo Gábor Bakos nell’ambito di un progetto denominato “La vecchia strada”, ha visto l’uso di moderne attrezzature per il rilevamento dei metalli, manovrate dallo staff del Dipartimento Archeologico del Museo Herman Ottó, con esperti quali Boldizsár Földi, József Galkó, Lajos Viktor Hortobágyi e Vince Orosz. La notizia della scoperta è stata dai servizi archeologici del Nemzeti Régészeti Intézet.
La spada, recuperata in uno stato sorprendente, è già stata definita un elemento di grande importanza per lo studio della storia medievale ungherese e rappresenta un oggetto di valore inestimabile per la comunità scientifica e culturale della zona.
Il luogo del ritrovamento: la provincia di Borsod-Abaúj-Zemplén
La spada – che risale al periodo medievale – è stata scoperta nella provincia di Borsod-Abaúj-Zemplén, una regione situata nell’Ungheria settentrionale con una storia ricca di eventi medievali. Nel Medioevo, questa provincia era un punto strategico per il commercio e i movimenti militari, data la sua collocazione tra percorsi cruciali e il suo ambiente fortemente fortificato. I suoi castelli e le numerose fortificazioni testimoniano le battaglie e le difese contro le invasioni straniere e le contese nobiliari dell’epoca. Miskolc, la principale città della provincia e sede del Museo Herman Ottó, era un centro fiorente per il commercio e l’artigianato.
L’area, nota per la fertilità delle sue terre e la produzione agricola, era apprezzata anche dai nobili che vi costruirono numerosi castelli e residenze, trasformandola in un centro militare e sociale di grande rilevanza. Reperti medievali, inclusi armamenti come spade e armi da lancio, sono stati ritrovati in diverse aree della provincia, indicando una presenza nobile e militare che rese la regione strategicamente importante.
E’ difficile stabilire perché l’arma fosse in quel punto. Poteva essere stata persa durante una battaglia. O rubata e nascosta in attesa di poterla riprendere. Si esclude che nell’area ci siano tombe con corredi. La spada potrebbe essere finita anche in una depressione del terreno, senza che sia stata deliberatamente sepolta, e potrebbe essere stata coperta, nei secoli, da fogliame e depositi che si sono trasformati in terriccio. L’area circostante è stata battuta centimetro per centimetro.
Come si riconosce una spada medievale da cavaliere
Le spade medievali da cavaliere si distinguono per diversi tratti tipici di quell’epoca. Tra i principali elementi ci sono il pomo, la guardia trasversale e la lama affilata a doppio taglio. Il pomo, spesso decorato e con una funzione di bilanciamento, poteva presentare forme differenti, tra cui rotondo, a mandorla o a disco. La guardia trasversale proteggeva la mano e offriva stabilità durante il combattimento, mentre la lama affusolata verso la punta permetteva sia di tagliare sia di trafiggere.
Le spade medievali erano tipicamente caratterizzate da iscrizioni o simboli religiosi, come croci o motti, che riflettevano l’ideologia cristiana dell’epoca e l’impegno dei cavalieri per la difesa della fede. Spesso lunghe tra 80 e 100 centimetri, queste armi erano progettate per essere utilizzate con entrambe le mani, garantendo al cavaliere un maggiore controllo e forza durante il combattimento.
L’importanza della ricerca archeologica comunitaria
Questa scoperta è una preziosa testimonianza della ricerca archeologica comunitaria, che promuove la partecipazione attiva di cittadini appassionati e permette di valorizzare il patrimonio storico e culturale. Grazie al coinvolgimento di volontari e professionisti come il team del Museo Herman Ottó e del MNM National Archaeological Institute, la provincia di Borsod-Abaúj-Zemplén continua a rivelare testimonianze che arricchiscono la conoscenza collettiva della storia medievale ungherese.