Guardate cosa c’è sotto il prato! Persino le terme. Un mondo coperto dalle zolle. Cosa hanno scoperto ora gli archeologi

Droni, immagini satellitari e georadar. L’unione dei mezzi tecnologici consente di scoprire una città romana perduta. E di prepararsi a possibili scavi. Che rapporti aveva questo nucleo urbano con la splendida villa del III secolo, poco distante?

Archeologi al lavoro con il georadar a Saldania / Comune di Saldaña

In questi giorni d’ottobre 2024, un team di ricercatori dell’Istituto di Archeologia di Mérida (IAM-CSIC), in collaborazione con l’archeologo Jaime Gutiérrez Pérez, ha rivelato dettagli inediti sulla città vacceo-romana di Saldania, situata vicino a Saldaña, nella provincia di Palencia, Spagna. Utilizzando tecniche di prospezione geofisica con georadar e droni multispettrali, gli archeologi hanno portato alla luce una vasta porzione del tessuto urbano di questa antica città, sepolta per secoli. Lo scopo principale del progetto è di esplorare lo sviluppo urbano di Saldania, con un focus specifico sull’integrazione tra la vita rurale e urbana in epoca tardoantica.

Le origini di Saldania: un insediamento vacceo-romano

Saldania affonda le sue radici nell’Età del Bronzo, con tracce più consistenti risalenti alla Seconda Età del Ferro, quando divenne un importante centro celtiberico, appartenente alla cultura vaccea. I vaccei erano una popolazione preromana che occupava gran parte del nord-ovest della Meseta centrale della Spagna. Erano noti per la loro organizzazione sociale avanzata e per la loro economia agricola collettivista. In epoca romana, Saldania conobbe il suo massimo sviluppo tra il I e il II secolo d.C., diventando un punto nodale della regione.

Con l’arrivo dei Visigoti, la città rimase significativa, come dimostrano le monete coniate con la leggenda “SALDANIA PIVS” sotto i regni di Leovigildo e Chindasvinto, confermando che Saldania continuò a essere abitata fino al Medioevo. La sua importanza decadde solo dopo la devastazione di Almanzor nel 995, quando l’insediamento si trasferì nell’area del castello di Saldaña, per essere infine abbandonato tra il XIII e il XIV secolo.

Le recenti scoperte archeologiche

Le indagini geofisiche condotte nel sito, che si estende su circa 53 ettari, hanno rivelato un’ampia area urbana, con la scoperta di edifici romani, tra cui alcuni bagni pubblici o terme. Questa scoperta è stata resa possibile grazie all’uso di un georadar dotato di 32 antenne, operante a 600 MHz, che ha permesso di esplorare in profondità il sottosuolo senza la necessità di scavi invasivi. Le immagini catturate da droni multispettrali hanno ulteriormente confermato la presenza di strutture di rilievo.

Secondo Jesús García Sánchez, ricercatore presso l’Istituto di Archeologia di Mérida, l’applicazione delle tecnologie geofisiche è fondamentale per comprendere l’estensione e la natura di siti archeologici complessi come Saldania, permettendo di formulare ipotesi su future campagne di scavo. L’importanza di preservare il sito è stata inoltre sottolineata dall’adozione di misure di sicurezza, in risposta a episodi di saccheggio, con la sorveglianza affidata agli agenti della Seprona della Guardia Civil.

Il legame con la Villa Romana La Olmeda

Saldania si trova a pochi chilometri dalla celebre Villa Romana La Olmeda, uno dei più importanti complessi residenziali dell’epoca romana in Spagna, rinomata per i suoi mosaici straordinari e le strutture termali. Questa villa, costruita tra il III e il IV secolo d.C., rappresenta un esempio della ricchezza delle élite romane della regione, caratterizzata da uno stile di vita lussuoso. La vicinanza tra Saldania e La Olmeda permette agli archeologi di tracciare relazioni tra la vita urbana e rurale nel periodo tardoantico, offrendo spunti per comprendere come si sviluppavano le città minori e i grandi centri agricoli in quell’epoca.

Il futuro delle ricerche

Le ricerche su Saldania sono solo all’inizio. Il sindaco di Saldaña, Adolfo Palacios Rodríguez, ha espresso il desiderio di espandere le prospezioni geofisiche anche alle aree circostanti, convinto che il patrimonio archeologico della città sia cruciale per il suo sviluppo culturale e turistico. Il lavoro svolto dagli archeologi, in collaborazione con le autorità locali, potrebbe portare alla luce nuove scoperte che arricchirebbero ulteriormente la nostra comprensione del passato vacceo-romano della regione.

I vaccei: una civiltà dimenticata

La popolazione dei vaccei rappresenta una delle più importanti culture preromane della Spagna settentrionale. Abitanti della Meseta centrale, erano rinomati per la loro agricoltura e per la vita comunitaria, basata su un’economia collettivista. Furono progressivamente romanizzati, ma mantennero elementi della loro cultura originaria, che continuò a influenzare la vita della regione anche dopo l’arrivo dei romani. Le loro città, spesso fortificate, come Saldania, erano centri vitali di scambio e commercio. Anche dopo la scomparsa dei vaccei come entità indipendente, la loro eredità culturale continuò a vivere nell’urbanistica e nelle strutture sociali delle città romane che sorsero nei loro territori.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa