Previa intesa con la Soprintendenza, sono stati recuperati in queste ore due reperti antichi che giacevano sul greto del Rio Purgatorio a Faleri in una posizione di difficile accesso con mezzi meccanici. Si tratta di un moncone di colonna e di un frammento di pietra decorata con una concornice e una testa di animale (spetterà ora alla Soprintendenza stabilirne l’origine, la funzione e la datazione). Lo comunica il Comune di Fabrica di Roma.
La grossa pietra rappresenta – a quanto sembra – la testa di un bovino, un bucranio, forse di produzione romana. Il bucranio, un elemento iconico dell’arte greca e romana, è il teschio di un bue utilizzato spesso come ornamento decorativo. Questo simbolo è stato ampiamente utilizzato in varie forme artistiche, incluso l’uso nelle metope dell’ordine dorico. La sua storia e la sua diffusione nel corso dei secoli sono affascinanti.
L’origine del bucranio risale all’antica pratica di esporre i crani di buoi o di altri animali nei contesti sacri, come sugli altari o attorno ai templi pagani, dopo i rituali sacrifici. Questa usanza era diffusa sia nell’antica Grecia che a Roma. In effetti, possiamo trovare tracce di bucrani già nell’arte ceramica mesopotamica del IV millennio a.C. e nella pittura egizia funeraria del II millennio a.C.
Nell’antica Roma, il bucranio compare in monumenti di grande importanza, come l’Ara Pacis Augustae, testimonianza della sua significativa presenza nell’arte e nella cultura romana.
Dopo un periodo di relativo oscuramento, il bucranio tornò alla ribalta durante il Rinascimento e il Neoclassicismo, quando artisti e scultori si ispirarono ai motivi e ai simboli dell’antichità classica
“Al di là di quello che sarà il valore archeologico di quanto recuperato – dicono in Comune – è stata una giornata fantastica per come le tre Associazioni dei portatori che hanno effettuato il recupero (San Matteo, Santi Gratiliano e Felicissima e Madonna della Vittoria), hanno saputo dare una dimostrazione concreta di come la coesione, l’unità d’intenti e l’amore per le nostre tradizioni e la nostra storia, possano portare a risultati di straordinaria utilità per l’intera comunità. A loro va il nostro grazie e la nostra ammirazione per l’impegno e l’entusiasmo dimostrato
A Fabrica di Roma, recentemente – alla fine di febbraio 2024 – è stata trovata una splendida testa, appartenente a una scultura antica.
“Da Falerii Novi continuano a riaffiorare antiche testimonianze del popolo falisco‼️ – commenta l’ente locale laziale – Questa testa marmorea di una piccola scultura maschile è stata rinvenuta nell’area dell’antica città ed è ora custodita nei locali di deposito del Comune, a disposizione della Soprintendenza”.
Fabrica di Roma è un comune di 8.189 abitanti in provincia di Viterbo. Le sue origini sono falische. I falisci erano un antico popolo dell’Etruria meridionale. Nel territorio di questo Comune sorgeva Falerii, città stato falisca. La città arcaica è nota come Falerii Veteres, i resti archeologici si trovano nell’attuale centro storico di Fabrica di Roma. In seguito alla sua distruzione da parte dei romani, essa venne ricostruita nel 241 a.C. dagli occupanti stessi, in un altro sito noto come Falerii Novi i cui resti archeologici si trovano a Faleri frazione del comune di Fabrica di Roma. E’ in questa zona che è stata trovata la testina.