di Redazione
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Una grande scoperta di fossili contribuisce a far luce sulla storia dei draghi, molto presenti nella storia dell’immaginario medievale in Europa, in particolare in Galles. Fino a poco tempo fa, questa regione non aveva tracce di dinosauri, che sono però presenti, a livello iconografico, nella storia e nei simboli gallesi. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, sono stati segnalati diverse tracce o fossili di questi terribili animali preistorici, anche se le loro condizioni di vita non erano ben conosciute. Un nuovo studio condotto da un team dell’Università di Bristol e pubblicato su Proceedings of the Geologists’ Association ha rivelato dettagli importanti. Impronte e fossili hanno probabilmente permesso di costruire un mito basato su osservazioni reali.
Il Galles ha come simbolo nazionale il Drago Rosso (Y Ddraig Goch in gallese), che campeggia sulla sua bandiera. Questo emblema affonda le sue radici in un’antica leggenda celtica. La leggenda narra di una feroce battaglia tra due draghi, uno rosso e uno bianco, il cui scontro avrebbe deciso il destino della nazione.
Il Drago Rosso rappresenta il popolo gallese e la loro lotta per la libertà e l’indipendenza, simboleggiando la vittoria finale e la resilienza del Galles. Il Drago fu pertanto scelto come antenato mitico, da cui far discendere forza, potenza, coraggio e aggressività. Animali che si erano estinti, ma che avevano lasciato tracce nelle rocce. Ciò autorizzava i nostri antenati a pensare che quelli fossero semplicemente impronte o corpi di animali defunti. E che i loro parenti ci fossero, in qualche angolo del bosco, ma che riuscissero a nascondersi molto bene.
Gli studiosi hanno scoperto che i primi dinosauri gallesi di oltre 200 milioni di anni fa vivevano in una pianura tropicale vicino al mare. Tracce di dinosauri sono note a Barry e in altri siti vicini, dimostrando che attraversavano le calde pianure.
La scoperta è stata fatta a Lavernock Point, vicino a Cardiff e Penarth, dove le scogliere di scisti e calcari scuri documentano antichi mari poco profondi. A diversi livelli si trovano accumuli di ossa, inclusi resti di pesci, squali, rettili marini e, occasionalmente, dinosauri.
Owain Evans, ex studente del Master in Paleobiologia di Bristol, ha condotto lo studio. Ha spiegato: “Il letto di ossa dipinge l’immagine di un arcipelago tropicale, soggetto a frequenti tempeste, che hanno trascinato materiale da tutta l’area circostante in una zona di marea. Da un solo orizzonte fossile possiamo ricostruire un sistema ecologico complesso, con rettili marini come ittiosauri, plesiosauri e placodonti nell’acqua e dinosauri sulla terra.”
Evans ha inoltre raccontato: “Ho visitato la costa di Penarth per tutta la vita, crescendo a Cardiff, ma non ho mai notato i fossili. Poi, più leggevo, più diventava sorprendente. I geologi locali raccoglievano ossa sin dal 1870, e la maggior parte di queste si trova nel Museo Nazionale del Galles a Cardiff.”
Cindy Howells, curatrice di Paleontologia presso il Museo Nazionale del Galles, aggiunge: “Le collezioni di Lavernock risalgono al XIX secolo, con molte sezioni del letto osseo raccolte negli anni. La presenza di fossili di dinosauro nel sito garantisce che rimanga una delle località più significative per la paleontologia del Galles.”
Due scoperte fatte dal team durante il lavoro sul campo a Lavernock sono i resti fossilizzati di un osteoderma placodonte e un singolo osso golare di celacanto. Il supervisore Dr. Chris Duffin ha dichiarato: “I resti di celacanti e placodonti sono relativamente rari nel Regno Unito, rendendo questi ritrovamenti ancora più notevoli. Questi due fossili aiutano a costruire un quadro più ampio di come sarebbero stati i reticoli nel Regno Unito.”
Il professor Michael Benton della School of Earth Sciences di Bristol, un altro supervisore del progetto, aggiunge: “Il volume di resti di dinosauri trovati a Lavernock è estremamente emozionante e offre la possibilità di studiare un periodo complesso e spesso misterioso della loro storia evolutiva. Abbiamo identificato i resti di un grande animale simile al Plateosauro, insieme a diverse ossa che probabilmente appartenevano a un teropode predatore.”
Una parte significativa del documento è dedicata agli abbondanti microfossili rinvenuti nel sito, che comprendono denti di pesce, scaglie e frammenti di ossa. Esaminando migliaia di esemplari, il team è stato in grado di identificare le specie chiave nei mari poco profondi e di calcolare l’importanza relativa di ciascuna.
Le origini dei draghi gallesi sono state finalmente definite.