[box type=”note” ]Il colore dell’ombra
Fino all’8 marzo 2015
Firenze, Galleria d’arte moderna GAM
secondo piano di Palazzo Pitti
Costo del biglietto: 13,00; Riduzioni: 6,50
Orario: Da martedì a domenica, ore 8,15-18,50
Chiusura: tutti i lunedì; 1° maggio
Telefono: 055 2388601/616
E-mail: gam@polomuseale.firenze.it
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[googlemap src=”https://maps.google.it/maps?q=palazzo+pitti&hl=it&ll=43.765531,11.250279&spn=0.009174,0.015557&sll=45.657417,9.96278&sspn=2.272996,3.982544&t=h&z=16&iwloc=A” width=”200″ height=”300″ align=”alignright” ][L]a mostra “Il colore dell’ombra” si inserisce nell’ambito delle manifestazioni volte a celebrare il centenario dell’inaugurazione della Galleria d’arte moderna di Firenze e si collega strettamente a “Luci sul ‘900”, la grande rassegna di pittura e scultura inaugurata lo scorso 28 ottobre rappresentativa delle acquisizioni storiche della Galleria stessa.
Era la primavera del 1914, infatti, quando apriva i battenti a Firenze un’importante esposizione internazionale dedicata esclusivamente alla grafica.
Si trattò di un evento di grande rilevanza culturale per la città, organizzato dalla Società delle Belle Arti, e molto opportunamente sia la Moderna che Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, con il contributo economico del Re, dello Stato e del Comune, acquisirono un consistente quanto vario numero di opere. La Moderna, in particolare, orientò le sue scelte sugli artisti italiani, dai grandi del recente passato come Antonio Fontanesi e Gaetano Previati, a un protagonista della xilografia contemporanea come Adolfo De Carolis, ai giovani della Scuola d’incisione fiorentina, nata due anni prima per raccogliere il testimone di Giovanni Fattori. Gli Uffizi predilessero invece gli stranieri, tra i quali nomi illustri della grafica e dell’arte contemporanea come Théophile Steinlen, Eugène Carrière, Käthe Kollwitz.
La selezione (un centinaio di opere dal folto nucleo acquisito dalle Gallerie), si articola in nove sezioni, dai ritratti dei protagonisti ai paesaggi, dalle immagini oniriche figlie del simbolismo internazionale all’universo femminile, dalle grandi cattedrali urbane al mondo del lavoro, e intende restituire un clima, far percepire il “colore” di un mezzo espressivo per definizione in “bianco e nero”, in realtà quanto mai vario e ricco di sfumature.