E’ possibile datare – nel senso di collocare l’immagine in un periodo determinato -, anche in assenza di elementi di fondale, un nudo femminile? Evidentemente sì. E non solo attraverso gli indizi più evidenti della moda, come il taglio o l’acconciatura dei capelli. Nell’Ottocento pieno – escluso l’episodio del Romanticismo e del preraffaelitismo, che porta a donne sofferte, come perennemente percorse da pensieri dolorosi, che diventano una malattia in grado di consumare la carne – assistiamo a un aumento delle forme rubensiane, ben diverse dalle figure flessuose e del Settecento rococò che tendevano ad assomigliare a statuette eleganti di porcellana. In ogni caso, la “vita” delle donne di tutte queste epoche era piuttosto stretta, sagomata dolorosamente dai bustini con stecche di balena. La vita stretta espande, visivamente, i fianchi e il seno. Messaggi che colpiscono l’uomo. I fianchi larghi costituiscono un elemento di forte attrattiva per il maschio. La seconda metà dell’Ottocento reintroduce figure femminili più pesanti, dai grossi seni e dalla pelle liscia e serica, sostenuta da una alimentazione molto ricca. In questo periodo le modelle di nudo appaiono, in genere più rotonde – escluse le adolescenti – mentre il vero passaggio in direzione di una figura femminile identica alla nostra, avviene nella Belle époque e, soprattutto,durante gli anni Venti, all’avvio del Déco, che coincide, a livello di capigliatura, con il taglio corto dei capelli, alla maschietta. Per rinviare a una figura androgina, le donne delle classi abbienti, nei primi decenni del secolo, fanno movimento e si mettono a dieta per ridurre le parti grasse e per non dare grande spazio al seno. Negli anni attorno alla seconda guerra mondiale assisteremo, invece, all’esibizione di donne forti e pesanti, con i capelli decolorati, probabilmente in linea con il modello tedesco, della femmina-fattrice. Sono le linee opime della maggiorata che perdureranno almeno fino all’inizio degli anni Settanta, che entrano in contrasto con le ragazze della beat generation e successivamente con la donna intellettuale del post-’68: sottile come un’adolescente, gambe magre – che appaiono più lunghe -, seni non particolarmente evidenti, lunga capigliatura. Nel filmato vedremo il mutamento del nudo dalla fine dell’Ottocento agli anni Trenta. E ci accorgeremo che, nei decenni, sono mutati anche i gesti e le posture delle modelle.
https://www.youtube.com/watch?v=mGtvyXrdzFU
Il corpo nudo ha uno stile? Sì. Nudi femminili da Napoleone III alle maschiette del Déco. Il video
La seconda metà dell'Ottocento reintroduce figure femminili più pesanti, dai grossi seni e dalla pelle liscia e serica, sostenuta da una alimentazione molto ricca. In questo periodo le modelle di nudo appaiono, in genere più rotonde - escluse le adolescenti - mentre il vero passaggio in direzione di una figura femminile identica alla nostra, avviene nella Belle époque e durante gli anni Venti, all'avvio del Déco, che coincide, a livello di capigliatura, con il taglio corto dei capelli corto, alla maschietta. Per rinviare a una figura androgina, le donne delle classi abbienti, nei primi decenni del secolo, fanno movimento e si mettono a dieta per ridurre le parti grasse e per non dare grande spazio al seno. Negli anni attorno alla seconda guerra mondiale assisteremo, invece, all'esibizione di donne forti e pesanti, con i capelli decolorati, probabilmente in linea con il modello tedesco, della femmina-fattrice