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Il rito di mutilazione delle spade. Gli scavi restituiscono armi antiche mozzate prima che fossero deposte nel santuario


Ex voto, dopo le battaglie? O un’umiliazione da parte degli invasori? In Francia si indaga sul sito di Ablis, emerso durante gli scavi archeologici in un comune francese di 3.294 abitanti situato nel dipartimento degli Yvelines nella regione dell’ĂŽle-de-France. Le prime ricerche sono state effettuate dopo il ritrovamento di materiale archeologico in un’area che era destinata ad ospitare l’edificio di una casa di riposo. Gli scavi hanno permesso di portare alla luce numerosissimi oggetti, soprattutto armi mutile. Centinaia. Spade e resti di foderi.

Armi che furono – ritualmente? – rese inoffensive. Le spade si trovano nei pressi dei resti di un santuario, portato anch’esso alla luce durante gli scavi archeologici, accanto alle vestigia di un villaggio gallico-romano.
Il santuario viene messo in relazione con la coeva cultura collegata al mondo di La Tène, sul Lago di Neuchâtel, nella Svizzera occidentale, dove, nel 1855, furono rinvenuti, in un canale circa 2500 oggetti, per lo piĂą spade, punte di lancia, umboni di scudo, finimenti di cavalli, fibule e anelli. Di fatto la cultura di TĂ©ne è espressione dell’EtĂ  del ferro – dal V al I secolo a.C – in aree celtiche differenziate dalla cultura pre-romana della penisola.
AL di lĂ  di numerose ipotesi, non si è ancora accertato il motivo per il quale quell’arsenale antico fu gettato in un canale. Una delle ipotesi piĂą condivise è probabile che si tratti di un luogo di sacrifici, nel quale, per un tempo piuttosto lungo, circa un secolo (tra III e II sec. a. C.), vennero gettate armi ed altri oggetti di equipaggiamento militare. Le armi trovate in Francia presentano molte analogie con quelle Svizzere.
L’idea che si sta facendo strada è che al santuario francese fossero portate le armi di guerrieri defunti, dopo il rito funebre. Armi che venivano rese inservibili – sia per sottolineare l’unicitĂ  del guerriero che le aveva utilizzate che per evidenti motivi di sicurezza – ma conservate e – probabilmente – messe sotto guardia nel santuario stesso.